Capitale, ambiente e salute :: Lo smaltimento rifiuti tra privatizzazione e ecomafie

LA GRANDE MONNEZZA

(8 Luglio 2019)

“ 'Na matina me' so' svejato
e 'n mezzo a 'sta monnezza me so' aritrovato....”

LA GRANDE MONNEZZA.

Al netto delle polemiche, un po' “not in my house”,
sugli inceneritori e delle diatribe tra regione e comune,
ogni annuncio di raccolta dell'immondizia
si tinge dei colori di tutte le giunte capitoline e non solo.

La “settimana della pulizia” del Zingaretti fallisce miseramente, mentre Virginia, oltre qualche filmato propagandistico,
riesce a far brillare solo il percorso del boia Putin.

Cattiva gestione, incompetenza, scarsa volontà, corruzione?
Di certo e di tutto un po', ma il punto non è solo, né soprattutto questo.

Non c'è solo un quadro di accuse e controaccuse buone per ogni campagna elettorale da decifrare e ricomporre, ma c'è dell'altro,
di più profonda e difficile, forse impossibile soluzione.

Questo quadro è la metropoli,
il suo inumano agglomerato concentrazionario, dove tutto è difficile, soprattutto quando infrastrutture e strumentazioni tecnico-logistiche risultano storicamente inadeguate,
perennemente orientate al profitto ed attraversate da clientele diffuse.

E' la metropoli il problema,
la “comunità forzata” di milioni di donne e uomini,
il suo essere diretta espressione dello sviluppo capitalistico.
Un “complesso carcerario-industriale” dove tutto è merce,
dove il fetido slogan “produci-consuma-crepa”
scandisce i tempi del non stop cittadino.

Un modo di ( non ) vivere alla base di ogni “sporcizia”,
senza demolire il quale ogni “pulizia” rimane vuota parola,
o miraggio elettorale.

Pino ferroviere