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Privatizzazione Acea, i lavoratori non si arrendono, sciopero il 28

(26 Maggio 2012)

L' agitazione indetta da tutti i sindacati presenti nell'azienda insieme ad una manifestazione unitaria dei lavoratori.

acea sciopero

25 Maggio 2012 – Contro la prospettata vendita del 21% di Acea è stato indetto per il prossimo 28 maggio: protesteranno la maggior parte delle sigle sindacali, a partire dai tre confederali di Cgil, Cisl e Uil e la trasversalità sarà ancora più ampia andando dall'Usb all'Ugl.

I primi ad annunciare la protesta, organizzata lunedì prossimo sono stati i sindacalisti dell'Usb che spiegano: “Dando seguito al mandato ricevuto dall'assemblea generale dei lavoratori Acea che si è tenuta il 7 maggio scorso, proclama lo sciopero tutto il personale Acea per lunedì 28 maggio unitariamente alle altre organizzazioni sindacali di categoria”.

“Lo sciopero è indetto contro la delibera della giunta Alemanno la quale prevede la vendita dell'ulteriore quota azionaria pari al 21% del capitale sociale di Acea – continuano dall'Usb – e si svolgerà nelle ultime quattro ore lavorative insieme ad una manifestazione dei lavoratori unitaria”.

Anche Roberto Pedacchioni della Filctem Cgil conferma che “contro la vendita del 21% delle quote di Acea da parte del Comune sciopereranno in maniera unitaria tutte le categorie. Protestiamo sia per ribadire la decisione assunta dai cittadini con il referendum sull'acqua pubblica ma anche perché temiamo le ripercussioni della privatizzazione sui lavoratori. L'elemento rilevante è che a scioperare saranno tutte le organizzazioni sindacali presenti in Acea comprese quelle storicamente più vicine alla destra, come Ugl e Cisal”.

Il segretario Rsa Acea della Cisal Federenergia Maurizio Sartori: “La vendita del 21% delle quote comunali ci è sembrata una decisione intempestiva ed inopportuna. C'era tempo fino al 2013 per cedere le quote obbligatorie, il sindaco Alemanno evidentemente ha deciso di anticipare per questioni finanziarie. E' inopportuno perché oggi la vendita del 21%, viste le quotazioni dell'Acea sotto di 3 punti percentuali rispetto al valore fondamentale del titolo, frutterebbe fra l'altro 'solo' 250 milioni di euro. Aspettare gioverebbe a tutti e per questo anche i lavoratori hanno deciso di farsi sentire in maniera unitaria”.

Infine non poteva mancare al loro fianco il sostegno dell'opposizione capitolina in consiglio comunale, a comincire dal Pd, con il capogruppo in Campidoglio Umberto Marroni e del suo vice Fabrizio Panecaldo che affermano: “E' assolutamente condivisibile lo sciopero indetto da tutte le sigle sindacali per il prossimo 28 maggio, una mobilitazione unitaria che dimostra ancora di più quanto sia isolata la proposta di svendita di Acea da parte di Alemanno”.

E continuano: “Una proposta, quella del primo cittadino, contro Roma, contro soprattutto quel milione e 200 mila romani che hanno votato al referendum lo scorso giugno e anche contro i lavoratori a questo punto non basteranno al sindaco qualche video e qualche manifesto propagandistico, di dubbio gusto, per nascondere le sue intenzioni sciagurate: quelle di svendere a prezzi di favore il primo player italiano dell'acqua e la prima azienda pubblica di Roma”.

Federico Lauri - ArticoloTre

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