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(12 Luglio 2013)
Noi “che potevamo ancora passeggiare sulle spiagge e raccogliere conchiglie”. Noi “che se guardavamo nelle reti dei pescatori appena tornati mai trovavamo frammenti o pezzi di plastica”. Noi “che abbiamo fatto in tempo a vedere un altro mondo”. Così parla Jeremy Irons, in versione guerriero ecologico in “Trashed - Verso rifiuti zero”, docufilm applaudito al 65° Festival di Cannes, appena uscito in dvd e che Irons continua a promuovere in mezzo mondo.
Perché, Mr Irons, questo film è così importante per lei?
Perché film come questi ci ricordano che nel mondo ci sono 200 miliardi di bottiglie di plastica buttate ogni anno, 1 miliardo di tonnellate di cibo che finisce ogni giorno nelle discariche... Per me era doveroso esserci.
In che veste?
Nel film parlo con esperti, con testimoni e giro il mondo, tra i bambini degli ospedali vietnamiti nati malformi per l’avvelenamento da diossina, alla montagna di rifiuti libanese alta 40 metri.
Qual è il grido del film?
Stiamo sprecando i rifiuti: gli inceneritori non producono energia, ma ancora più rifiuti e più profitti.
La speranza?
Un nuovo sistema basato su raccolta differenziata e riciclo di tutti i materiali. Nel frattempo, è meglio sotterrare i rifiuti piuttosto che bruciarli. Il consumismo rampante, l’usa e getta non possono essere la soluzione. Deve essere chiaro.
silvia di paola - metronews
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