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(18 Novembre 2009) Enzo Apicella
Il senato approva la privatizzazione dell'acqua.

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Mantova: no alla privatizzazione dell’APAM

(14 Agosto 2005)

I Comunisti Italiani dicono un netto no alla proposta del presidente della provincia Fontanili all’ingresso di capitali privati in Apam: non è questa la soluzione per risolvere i problemi di servizi pubblici essenziali per la cittadinanza quali sono appunto quelli di trasporto pubblico. Gli esempi che si sono verificati nel nostro territorio sono eloquenti, a partire da quello della sanità che nella provincia di Mantova è ormai in gran parte stata privatizzata, con dolorosi costi sociali ed umani soprattutto per gli utenti.

Se poi aggiungiamo a tale preoccupante situazione locale i pericoli che incombono su altri servizi pubblici, primo fra tutti quello dell’acqua, comprendiamo come sia questo il momento di elaborare una politica chiara di discontinuità con la progettualità del centro destra che ha portato a tali storture, rilanciando la pubblicità e le modalità di difenderne tale configurazione giuridica, a partire dalle amministrazioni che si richiamano alla politica del centro sinistra. Ciò che sta avvenendo nel trasporto ferroviario, del resto, è altrettanto chiaro.

Il deficit di Apam è strutturale, come in altri casi a simili, non è imputabile ad una cattiva gestione dell’Azienda. Anzi. La politica centrale e regionale della destra, infatti, non ha inserito fra le sue priorità il trasporto pubblico, al contrario, ne ha attaccato la forma pubblica in tutti i modi. Accettarne il ricatto per il centro sinistra e soprattutto per i cittadini, sarebbe delirante.

I privati non entrano in un’azienda deficitaria per regalare denaro e le loro prospettive mettono sempre al primo posto l’accumulazione di capitale certo non la qualità. E questo anche se i privati dovessero essere quota sociale minoritaria del capitale sociale, giacché si troverebbero di fronte patner societari che si riferiscono a differenti realtà (le 70 amministrazioni comunali e la provincia): i progetti di risanamento comportano sempre elevatissimi costi umani e sociali che dovranno essere sopportati dalle le categorie sociali meno abbienti. Aumento delle tariffe, peggioramento della qualità del servizio reso, ridimensionamento delle tratte, peggioramento delle condizioni economiche e di lavoro dei dipendenti (ricordate il caso di alcuni mesi orsono dell’autista di una ditta di subappalto, costretto a 12 ore ininterrotte di lavoro? Non è caso isolato.), inasprimento delle relazioni sindacali, taglio indiscriminato delle spese, comprese le manutenzioni. E’ la cronaca recente che ci ricorda tutto ciò.

Serve dunque rafforzare il fronte degli enti locali che si ispirano ai valori del centro sinistra e quindi anche alla pubblicità dei servizi essenziali, rivendicando le responsabilità delle Regione Lombardia e del Governo, mantenere un rapporto positivo col sindacato, darsi in seno alla Provincia priorità strategiche che eventualmente comprimano il finanziamento di settori non di primaria importanza per agevolare quelli necessari, quali appunto il trasporto pubblico, realizzare una rete con le amministrazioni comunali che permetta la collaborazione nella riorganizzazione del servizio e quindi nella razionalizzazione delle corse e modifichi i rapporti di forza verso Governo e Regione a loro favore.

A pochi mesi dalla scadenza del mandato, quindi, non accetteremo i diktat di una giunta che ha assistito immobile alla privatizzazione della sanità mantovana, che ha proposto e accettato l’invadenza progettuale/ambientale di due costosissime autostrade che serviranno solo ai soggetti privati che vogliono costruirle oltre a coloro che hanno già attivato le procedure imprenditoriali per le escavazioni degli inerti edili, che dopo aver fatto propria la politica della raccolta differenziazione dei rifiuti si è lanciata nella folle proposta della trasformazione in CDR sempre presso imprenditori privati i cui impianti sarebbero stati privi dei necessari requisiti (fortunatamente bocciata grazie l’intervento di una parte della maggioranza), che si fa paladina della difesa ambientale contro le escavazioni abusive di sabbia nel Po ma… nelle province di Reggio e Parma.

Serve discontinuità con le politiche del centro destra che stanno devastando territorio e tessuto sociale, rilanciare la bontà della proposta di servizi pubblici di qualità con una prospettiva autentica e un sostegno politico altrettanto certo: sono queste le condizioni imprescindibili di per una coalizione di centro sinistra.

13/08/2005

Monica Perugini
Segretario provinciale Pdci

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