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Terzigno

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(22 Ottobre 2010) Enzo Apicella
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    DOPO LA CONDANNA DI 9 DIRIGENTI L’AZIENDA RISARCISCE LA FAMIGLIA.

    Amianto: BREDA-ANSALDO

    (26 Novembre 2005)

    Il 5 gennaio 2005, a conclusione di una battaglia durata 12 anni, il giudice del Tribunale penale di Milano, dott. Ambrogio Moccia, ha condannato 9 dirigenti della Breda/Ansaldo per l’omicidio colposo di Giancarlo Mangione, lavoratore ucciso da un mesotelioma pleurico, tipico tumore d’amianto.

    Anche se il giudice non ha accettato la costituzione di parte civile del nostro Comitato nel processo, la verità storica da noi affermata sulla responsabilità dei dirigenti nelle tante, troppe, morti operaie è diventata anche verità giuridica.

    Ora la famiglia Mangione (patrocinata dall’avvocato del Comitato Sandro Clementi) ha raggiunto un accordo con l’azienda per il risarcimento economico.

    Il nostro Comitato, che in questi anni si è battuto prima contro l’indifferenza della gente e poi contro il muro di omertà e complicità che padroni, rappresentanti sindacali, istituzioni compiacenti hanno eretto intorno alla nostra lotta, è riuscito ad aprire una breccia.

    Questa ammissione di colpa della Breda/Ansaldo non può che rallegrarci, ma vogliamo ricordare che ciò è stato possibile grazie alla pressione esercitata dalla partecipazione e mobilitazione di centinaia di lavoratori e cittadini nelle piazze e dalle testimonianze dei compagni di lavoro di Giancarlo in tribunale.

    Rispettiamo l’accordo raggiunto dalla famiglia, ma la nostra lotta per ottenere giustizia per tutti i lavoratori uccisi dall’amianto e da altre sostanze nocive, per i malati e per quanti purtroppo si ammaleranno in futuro continuerà con ancora maggiore determinazione.

    Non possiamo dimenticare che - se in questo caso c’è stato una condanna ed un risarcimento alla famiglia (nel primo processo uno degli attuali condannati, allora imputato, fu assolto “…perché il fatto non sussiste”) - sono ancora 75 i morti alla Breda Fucine e migliaia in Italia le vittime che attendono giustizia.

    Noi continuiamo a ritenere inaccettabile che in questo paese l’unico diritto riconosciuto sia quello di fare profitti sulla pelle dei lavoratori e della povera gente.

    Continueremo a batterci contro un sistema economico,politico e giuridico che trasforma la natura e gli esseri umani in merci, subordinandoli alla logica del profitto.

    Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
    Sesto S.Giovanni, 26 novembre 2005

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