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Il fumo uccide

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(18 Agosto 2012) Enzo Apicella

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Vicenza: No ai rifiuti tossici e nocivi nel quartiere ferrovieri

(6 Aprile 2008)

La società WISCO (controllata al 51% da ENEL - HYDRO e per il restante 49% da TRENITALIA S.p.A) è intenzionata a costruire nel quartiere FERROVIERI del Comune di Vicenza un impianto polifunzionale per il trattamento e lo smaltimento di rifiuti pericolosi, classificato ai punti B.100 e B.101 dell’allegato del Decreto del Ministero della Sanità del 05/09/1994 quale “industria insalubre di 1ª classe”.

La prima classe comprende quelle industrie che dovrebbero essere costruite in zone isolate e lontane dai centri abitati, essendo molto pericolose per la salute pubblica.

La suddetta struttura verrebbe costruita dentro l’area dell’Arsenale di proprietà di TRENITALIA S.p.A., utilizzando, ampliando ed adeguando l’esistente impianto di depurazione per il trattamento delle acque sporche dell’officina di manutenzione ferroviaria e dovrebbe trattare, secondo il progetto, 250 tonnellate al giorno di liquami tossici e nocivi derivanti in gran parte da lavorazioni industriali.

I rifiuti pericolosi proverrebbero dai seguenti comparti produttivi: industria petrolchimica e raffinazione del petrolio, chimica di base, processi chimici organici ed inorganici (pesticidi, fertilizzanti, catalizzatori, materie plastiche e gomme, detergenti e cosmetici ecc.), farmaceutica, galvanica, metalmeccanica, produzione di pitture, vernici, solventi ecc.

I lavoratori dell’ex Officina Grandi Riparazioni di Vicenza si schierano contro questa realizzazione, perché la sua messa in opera condannerebbe non solo gli oltre 400 lavoratori dell’Arsenale (ferrovieri e dipendenti di ditte appaltatrici), ma anche i lavoratori e gli abitanti della zona circostante, ad una forte e costante esposizione di sostanze volatili di varia natura, tra le quali agenti patogeni generati dalla trasformazione microbiologica che provocano malattie tumorali, rilasciate nell’atmosfera con inevitabili gravi danni per la salute pubblica. Altre problematiche ad esso connesse sarebbero le esalazioni nauseabonde e maleodoranti nonché la proliferazione d’insetti e roditori. Ulteriori situazioni pericolose per la salute pubblica possono verificarsi, per il tipo d’impianto in esame, quando s’inviano liquidi nello stesso serbatoio che miscelati tra loro interagiscono con formazione di sostanze gassose altamente pericolose e sprigionate nell’aria.

Il trasporto di questi rifiuti, inoltre, comporterebbe un notevole aumento del traffico derivante dalla circolazione di mezzi pesanti e causerebbe un enorme inquinamento per lo sversamento accidentale ed incontrollato di reflui, quindi infiltrazione attraverso il suolo ed il sottosuolo, con inevitabili impatti negativi sull’ambiente e sulla catena alimentare a causa dell’inquinamento delle falde idriche superficiali e profonde sottostanti il depuratore, in un’area già pesantemente interessata da fenomeni d’inquinamento ambientale.

I lavoratori dello Stabilimento OMC di Vicenza condannano la politica di TRENITALIA S.p.A., finalizzata ad abbandonare la manutenzione dei materiali rotabili, la sicurezza nelle carrozze e dell’intero comparto ferroviario, a favore di attività dove ricavare profitto sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini, come lo smaltimento di rifiuti tossici e nocivi dove si calcola che il giro d’affari valga circa 600 milioni di euro, con tassi di crescita costanti nell’ordine dell’8 % annuo. La società Wisco ritiene che lo spazio a sua disposizione, 2500 mq di area, per la realizzazione dell’impianto sia scarso per soddisfare la domanda inevasa di smaltimento di rifiuti pericolosi, la cui produzione regionale cresce annualmente del 14%, condizionando negativamente la capacità di trattamento dello stesso. In questo modo verrebbe messa in discussione l’esistenza stessa dello stabilimento.

La stessa politica con la quale, negli anni passati, il gruppo Ferrovie dello Stato ha condannato un’intera categoria di lavoratori alla morte (una quindicina i morti accertati, una decina i malati e quanti si ammaleranno, purtroppo, in futuro), costringendo gli ignari ferrovieri a lavorare in reparti “mattatoio”con un materiale, l’amianto, la cui nocività era già nota dal 1935 e nulla ha fatto per tutelarne la salute e per difendere quella degli abitanti della zona circostante lo stabilimento, perché le necessarie misure di prevenzione e di tutela rappresentavano un aumento dei costi che per l’azienda andavano contenuti.

I lavoratori dell’Arsenale intendono unirsi con gli abitanti del quartiere FERROVIERI, per costruire assieme forti iniziative di lotta per tutelare la salute dell’uomo e per salvaguardare il proprio posto di lavoro ed i beni ambientali.

Invitiamo tutti gli abitanti e non a mettersi in contatto con noi ai seguenti recapiti per avere informazioni dettagliate sul progetto, per esprimere la propria solidarietà e per partecipare alle iniziative di lotta dei lavoratori dell’ex Officina Grandi Riparazioni, a partire dalla manifestazione a Venezia (che indicativamente si terra a metà aprile, dopo le elezioni politiche), dove ci recheremo al Palazzo della Regione per chiedere che non venga autorizzata la costruzione di quest’impianto altamente pericoloso.

Alcuni lavoratori dello Stabilimento OMC di Vicenza

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