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(21 Giugno 2008)
C’è una bruttissima aria in giro. Dicono che c’è un problema di sicurezza. Noi ne sappiamo qualcosa di insicurezza. E non solo per i continui infortuni sul lavoro: mai come in questo momento il salario è incerto, il posto di lavoro è insicuro, i diritti conquistati in anni lotte sono messi dubbio.
Dicono che è un problema di culture diverse. Noi diciamo che lavorare insieme è duro, perché le condizioni di lavoro diventano sempre più dure. Noi diciamo che non è un problema di razza, di cultura, di clandestinità. Noi diciamo che oggi tutti i lavoratori sono trattati come clandestini, visto il silenzio di tomba che circonda la loro condizione.
Dicono che i migranti che lavorano senza il permesso di soggiorno devono essere considerati dei criminali. Noi dichiariamo che non siamo più disposti a farci dividere e comandare favorendo il razzismo dentro e fuori il posto di lavoro. Noi dichiariamo che non permetteremo che il nostro compagno o la nostra compagna di lavoro siano marchiati per il colore della loro pelle o per la loro provenienza. Noi riconosciamo che ogni discriminazione nei confronti di un altro lavoratore prima o poi viene pagata da tutti i lavoratori. Noi sappiamo da tempo che i ricatti e la precarietà imposti per legge ai migranti sono solo il laboratorio della precarietà e dei ricatti che chi governa l’insicurezza riserva a tutti noi. Per questo, noi dichiariamo che non contribuiremo in alcun modo e in nessun luogo al lavoro del razzismo. Abbiamo già abbastanza problemi con il nostro lavoro quotidiano.
per adesioni: contro.il.lavoro.del.razzismo@gmail.com
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