">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Mani bianche

Mani bianche

(23 Dicembre 2010) Enzo Apicella
Manifestazioni in tutte le città contro il decreto Gelmini

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(La controriforma dell'istruzione pubblica)

Dal fallimento della scuola-azienda al massacro della scuola pubblica

Il governo vuole distruggere 150 mila posti di lavoro

(30 Giugno 2008)

Il governo Berlusconi, i ministri Tremonti e Gelmini, la presidente della Commissione Cultura Valentina Aprea sembrano intenzionati a raccogliere tutto il peggio delle politiche scolastiche degli ultimi quindici anni per sferrare l’attacco definitivo alla scuola pubblica.
Nonostante le convergenti “riforme” e catastrofiche iniziative dei/delle ministri/e, succedutisi a Viale Trastevere (Berlinguer, Moratti, Fioroni) nel filone della scuola-azienda, abbiano sconvolto, immiserito e ridicolizzato la scuola pubblica, i nuovi responsabili governativi dell’Istruzione hanno rilanciato nelle settimane scorse il peggior repertorio della privatizzazione e mercificazione della scuola: vorrebbero istituti messi in mano alle aziende con Consigli di amministrazione “manageriali” gestiti da privati, capi di istituto abilitati ad assumere e licenziare a piacere il personale, competizione spinta tra i docenti con differenziazioni e gerarchizzazioni arbitrarie, organi collegiali cancellati, classificazione delle scuole secondo presunti criteri “di qualità” e così via.

Ma ora il governo e Tremonti chiariscono che questa fallimentare scuola-azienda sarà comunque una scuola della miseria: proseguendo nella folle strategia di sottrazione di risorse alla scuola pubblica ma proponendo un salto di qualità senza precedenti in tale processo distruttivo, il governo intende tagliare 100 mila posti di insegnamento nei prossimi tre anni e 43 mila posti tra gli Ata. Il tutto cancellando il tempo pieno, ripristinando il maestro unico alle elementari, riducendo materie e orari alle medie inferiori e superiori. Insomma, una dichiarazione di guerra globale alla scuola pubblica, a cui la categoria dovrà rispondere con iniziative all’altezza dell’attacco: ci auguriamo, dunque, che nel grande sciopero generale che i COBAS, insieme alle altre organizzazioni del sindacalismo antagonista e conflittuale (Cub, SdL), stanno preparando per l’inizio dell’autunno, docenti ad Ata siano in massa in prima fila.

Piero Bernocchi portavoce nazionale Cobas della scuola

11581