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Allarme occupazione a Pistoia: Le aziende non pagano, 800 fanno causa

(9 Agosto 2008)

Segnali di crisi sempre più allarmanti per le aziende del pistoiese. Sono molti i lavoratori che bussano alla porta del sindacato Del Bino (Cgil): "Le pratiche aperte sono cresciute di circa il 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Inoltre sono aumentate le aziende che non pagano ai lavoratori"

Pistoia, 7 agosto 2008 - C’è chi fa la fila per andare in vacanza e chi invece si mette in coda agli uffici del sindacato. Non erano mai stati tanti come quest’anno, alla vigilia delle ferie, gli operai e impiegati che bussano all’ufficio vertenze della Camera del lavoro per cercare di recuperare stipendi non pagati, Tfr, per farsi assistere nelle dolorose pratiche di mobilità o in quelle di fallimento che hanno colpito l’azienda in cui lavoravano. "Le pratiche aperte dall’inizio dell’anno a oggi (ieri, 5 agosto, ndr) sono aumentate di circa il 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso", dice Luana Del Bino, dell’ufficio vertenze Cgil. Centinaia di lavoratori in poche settimane hanno perso il posto: 400, forse di più. Basti citare solo i casi finiti sui giornali per avere un’idea che i segnali, sul territorio, non promettono nulla di buono per il prossimo autunno: Coleman, Poltrarredo, Recoplast, Imm.

A queste drammatiche crisi aziendali si è aggiunta poco tempo fa quella della confezione Barni Rita: l’8 agosto i suoi 39 dipendenti finiscono in mobilità. Per la Coleman sul tavolo della Cgil, oltre alla pratica che riguarda la recente chiusura dell’azienda di Campo Tizzoro (70 persone), c’è quella del fallimento chiesto per la Coleman Tecnologie Ferroviarie (un’altra sessantina di persone che devono avere mensilità non pagate e altre spettanze). Per la Protocall una trentina di lavoratori hanno avviato la vertenza per riscuotere alcune mensilità non pagate. Altre 34 pratiche riguardano i lavoratori di Poltrarredo, per la quale è in programma l’udienza fallimentare a novembre. Aziende storiche, dunque, alle quali si aggiungono probabilmente tanti altre imprese minori che non trovano risonanza sui giornali. L’aria che tira, insomma, non è buona per l’economia pistoiese. E cedono imprese abituate a resistere ai colpi di vento. "L’onda della crisi è arrivata a colpire anche aziende importanti", aggiunge Del Bino. Poi c’è il caso delle Poste, con circa 300 lavoratori che si sono rivolti alla Cgil perchè temono gli effetti del provvedimento 'antiprecari' del governo.

Che cosa è cambiato in questo ultimo anno? "Sono aumentate le aziende che non pagano ai lavoratori quanto loro spetta - continua - basti dire che la grande maggioranza delle vertenze, circa il 50%, sono per il recupero di crediti. Si tratta di lavoratori che devono riscuotere mensilità, o il Tfr, o altre spettanze". Tra Pistoia e Montecatini sono quasi 800 i lavoratori in credito con le loro aziende, in certi casi per importi anche molto rilevanti.

Dietro i numeri naturalmente ci sono le storie di chi è alla disperata ricerca di una nuova occupazione per poter andare avanti. Capita ad esempio, mettendosi in fila agli uffici della Camera del lavoro, di trovarsi di fronte anche casi disperati. Come quello di un’operaia albanese di quasi sessant’anni. Ha una situazione familiare drammatica, con un figlio invalido immobilizzato sul letto in seguito a un incidente stradale, per il quale da anni ha fatto la spola in diversi ospedali italiani. Angela faceva le pulizie in due ditte, due ore da una parte, un’ora e mezzo al giorno nell’altra. Un lavoro duro, sempre in bicicletta per chilometri e chilometri, ogni giorno, perché non ha neanche la patente o, forse, non può permettersi un’auto. All’improviso una delle due ditte l’ha licenziata. Ora non sa più come fare. Alla Camera del lavoro, oltre all’assistenza sindacale per il licenziamento, cercano di darle una mano anche in altri modi perché in una situazione del genere non è difficile lasciarsi andare. "Ha bisogno di aiuto - dice Stefano Ciampi dell’ufficio vertenze - noi, per quanto possibile, cerchiamo di esserle vicini non soltanto per la pratica sindacale". Non sarà questo l’unico caso drammatico tra i dati statistici che testimoniano come il lavoro, anche nell’area pistoiese, si stia 'incattivendo'. Delle 1650 vertenze aperte dall’inizio di gennaio ad oggi, 1157 riguardano Pistoia e 493 Montecatini. Su Pistoia - un dato su cui vale la pena soffermarsi - ventidue sono per lavoro nero e regolarizzazione dei contributi.

All’impoverimento legato alla perdita di posti di lavoro si aggiunge quello dovuto all’inflazione. Gli ultimi dati disponibili (mese di marzo) dicono che a Pistoia i prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati sono cresciuti del 3,4%, più della media nazionale. Un aumento che è oltre il doppio di quello che si registrava fino all’autunno scorso. E se nei primi nove mesi del 2007 i prezzi al consumo a Pistoia erano aumentati sempre meno che a livello nazionale, da ottobre in poi è accaduto il contrario: ogni mese l’inflazione 'pistoiese' è stata superiore a quella 'italiana'.

stefano vetusti (La Nazione - Pistoia)

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