">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Ecce Italia

Ecce Italia

(15 Novembre 2010) Enzo Apicella
Continua la protesta degli immigrati bresciani sulla gru contro la sanatoria truffa

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(L'unico straniero è il capitalismo)

Lotta dei rifugiati a Milano

Una battaglia che non solo chiede ma genera solidarietà

(14 Ottobre 2009)

E’ da aprile che circa 200 rifugiati e profughi eritrei, etiopi, sudanesi e somali stanno lottando a Milano per ottenere una sistemazione abitativa decente e rispettosa delle loro persone oltre che dei loro diritti, considerando che, nonostante i rifiuti del Comune di Milano, hanno lo status di rifugiati politici o il permesso per motivi umanitari.

La lotta ha presto scelto come palcoscenico la centralissima Piazza Oberdan - catalizzando per ciò e per pochi giorni l’attenzione di alcuni quotidiani, che poi hanno rivolto altrove lo sguardo – ed è continuata finora, raggiungendo alcuni risultati, che al di là del dettaglio consistono innanzitutto nel riconoscimento, nei fatti, da parte del Comune dell’esistenza di diritti che finora aveva negato.

Questi risultati, tutt’altro che garantiti, e soprattutto come sono stati raggiunti offrono importanti spunti di riflessione a pochi giorni della manifestazione contro il razzismo del 17 ottobre a Roma - a cui ha aderito il comitato dei rifugiati di Piazza Oberdan -, la cui piattaforma è quella di una lotta che certamente dovrà continuare oltre quella data e sarà lunga ed impegnativa.

Nel cuore della Milano e della Lombardia dove padroneggiano la Lega e il PDL questa lotta ha infranto il muro del silenzio, della paura e nel migliore dei casi dell’ indifferenza diventato ancora più alto e massiccio in questi ultimi mesi, con la cattiveria minacciata e scatenata dal governo Berlusconi e dalle istituzioni, che trova ampio consenso popolare, in particolare in questa parte d’Italia e nell’ambito di una crescente razzismo nel paese.

Come hanno più volte dichiarato e sottolineato le sue protagoniste e i suoi protagonisti, è una lotta che alla base delle richieste materiali avanzate mette la dignità umana, rivendicando da questo punto di vista dei diritti negati e calpestati. L’esperienza ancora in corso di Piazza Oberdan, oltre che coraggiosa è significativa innanzitutto per questo e per ciò che ha conseguentemente suscitato. Oltre alle iniziali violente operazioni repressive subite la lotta ha in effetti e sin da subito incontrato l’ostilità di non pochi abitanti e commercianti del quartiere. Ma progressivamente si è anche guadagnata l’interesse e il rispetto di alcuni di questi e di tante altre persone del quartiere e della città. Quindi la lotta ha saputo cercare, suscitare e iniziare ad alimentare la solidarietà con italiane e italiani, mentre cresceva quella tra i suoi protagonisti e le sue protagoniste, aspetto tutto tranne che secondario o scontato considerando che provengono da aree e popolazioni del Corno d’Africa tra cui esistono profonde divisioni e lacerazioni.

Si tratta quindi di una lotta che resistendo a numerose e forti pressioni e per farlo meglio ha cominciato ad affermare relazioni diverse, prendendo l’iniziativa in questo senso, insieme alle diverse associazioni e organizzazioni che sin dall’inizio e ancora sostengono questa battaglia, in particolare l’Associazione 3 febbraio, Socialismo rivoluzionario, gli Umanisti, numerosi volontari, giovani del quartiere, studenti, comitati.

Il canale e la palestra di questo sono state le numerose notti insonni per via degli incessanti controlli e passaggi della polizia e dei carabinieri, dei vigili ma anche dei camion più rumorosi della nettezza urbana. Ma ancora e molto più significativamente sono state le Notti bianche intese come momenti di festa, di incontro, dialogo e socializzazione, nonché di discussione e decisione comuni. Sabato 9 ottobre si è svolta la quinta Notte bianca, a cui hanno partecipato alcune centinaia di persone e figure di rilievo della scena milanese e non, come Moni Ovadia. Da queste iniziative e da ciò che le ispira sono anche nati due Comitati solidali e antirazzisti, che prospettano la propria esistenza e attività oltre la lotta e comunque vada a finire.

Si può scorgere questo e tanto altro ancora dietro i risultati materiali della battaglia dei rifugiati di Piazza Oberdan. Questi risultati sono iniziali e fragili e la stessa lotta ovviamente non manca di limiti e contraddizioni, a cui vanno aggiunti la fatica, i momenti di scoraggiamento e sconforto, i dubbi e le preoccupazioni di chi sta per strada da oltre 5 mesi e vede approssimarsi l’inverno, ecc. Anche per questo si tratta di una lotta da appoggiare ancora di più, cercando al tempo stesso di conoscerla, perché davvero è esemplare e può insegnare tanto, verso il 17 ottobre e oltre.

Mamadou Ly, Coordinamento stop razzismo

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «L'unico straniero è il capitalismo»

4279