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(23 Dicembre 2010) Enzo Apicella
Manifestazioni in tutte le città contro il decreto Gelmini

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(La controriforma dell'istruzione pubblica)

Milano. Altissima l'adesione allo sciopero degli scrutini

(15 Giugno 2010)

Ulteriore aggiornamento dall'area metropolitana milanese: si sono aggiunte altre sei scuole superiori all'elenco delle scuole in cui verranno bloccati tutti o parte degli scrutini il 14 e il 15 giugno arrivando probabilmente a bloccare quasi 400 scrutini fra Milano e provincia e molti altri lavoratori decideranno oggi o domani se aderire aumentando sicuramente ulteriormente il numero di scrutini bloccati.

Giorno 14 e 15 giugno saranno infatti diversi gli istituti di Milano e provincia che saranno costretti a rinviare molti scrutini a causa dello sciopero dei docenti precari e di ruolo e del personale ata che lottano da mesi contro il riordino delle scuole superiori e i tagli alla scuola che porteranno al licenziamento di migliaia di lavoratori precari e alla dequalificazione dell'istruzione pubblica.

Si hanno già conferme di una forte partecipazione allo sciopero (in alcuni casi il 100% degli scrutini bloccati nei due giorni) da parte di docenti di famose scuole della città di Milano come il Pasolini, Bertarelli, il Cremona, il Ferraris Pacinotti, il Varalli, il Giorgi, l'Allende, il Tenca, il Tito Livio, il Luxembourg, il Brera, il Marconi, l'Oriani Mazzini, il Marie Curie, lo Steiner, il Leonardo da Vinci, l' Einstein, il Galvani, il Moreschi, il Maxwell, il Verri, tutte scuole superiori di Milano e anche una scuola media Arcadia Pertini, e una scuola primaria ICS Capponi.

Giungono inoltre continue adesioni da molte scuole superiori dell'interland milanese come ad esempio il Falck di Sesto, l'Itsos di Cernusco, il Gadda di Paderno Dugnano, il Bellisario di Inzago, l'Olivetti di Rho, il Marconi di Gorgonzola, il Mosè Bianchi di Monza, il Piero della Francesca di Melegnano, il Majorana di Rho, il Marie Curie di Tradate.

Notizie simili si registrano anche nelle altre città della Lombardia con scrutini bloccati a Pavia, Varese, Mantova.

Appuntamento il 15 giugno sotto l'Ufficio Scolastico Provinciale di via Ripamonti, 85 per un sit-in di protesta a partire dalle ore 10,00 alle 18.00. Venite a manifestare il vostro dissenso contro i tagli alla scuola pubblica insieme ai docenti e agli ATA che hanno promosso e sostenuto con la propria adesione lo sciopero degli scrutini. Unitevi ai lavoratori che in questi mesi hanno costruito una lotta comune - come mai si era vista negli ultimi anni - facendo sì che dietro lo sciopero di uno solo si manifestasse la volontà di tanti lavoratori, tutti coesi nel sostentamento di una cassa di solidarietà comune.

Partecipate e unitevi ai lavoratori della scuola che da mesi
protestano per difendere la scuola pubblica patrimonio di tutti.

Coord. Lavoratori della scuola "3ottobre" - C.P.S. Milano

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Commenti (1)

maurizio

I tagli indiscriminati nella pubblica istruzione hanno fatto cassa? Su 42.000 cattedre in meno ammortizzate dai 40.000 pensionamenti i licenziamenti sarebbero dovuti ammontare solo a 2.000, tutti coperti dal c.d. "decreto salvaprecari". La realtà è diversa: a perdere cattedra sono stati 44.000 docenti, quasi tutti non coperti dal decreto. Ma chi sono questi docenti esclusi dal “salvaprecari”? Sono quelli di terza fascia delle graduatorie d’istituto, privi di abilitazione all’insegnamento, requisito non indispensabile per insegnare ma essenziale per la assunzione in ruolo. Questi precari sono stati nominati dai presidi da graduatorie Ministeriali di terza fascia, solo dopo esaurimento di quelle di prima fascia; hanno svolto per anni insegnamento identico ai colleghi abilitati. I motivi per cui non si sono abilitati sono per lo più dovuti all’alto costo dei corsi abilitanti e agli obblighi di frequenza imposti. Dall’anno scolastico 2009/10 il DM 42/09 ha dato la possibilità ai soli docenti abilitati di fare domanda di insegnamento in tre province in coda alle graduatorie di prima fascia (degli abilitati) ma sempre davanti a quelle di terza fascia.
I non abilitati sono quindi scavalcati da chi, pur abilitato, risulta sprovvisto di esperienza e quindi non avrebbe diritto all’indennità di disoccupazione. Con questo metodo, per almeno 40.000 docenti precari di terza fascia, rimasti senza supplenza, i sussidi di disoccupazione sono stati pagati per posti di lavoro in realtà esistenti. In pratica, per una supplenza nominata, si pagano due persone: il docente titolare della cattedra pagato dallo Stato e il docente perdente cattedra il cui sussidio di disoccupazione dura otto mesi, facilmente prolungato con il conferimento di qualche supplenza breve. Lo Stato ha operato forti tagli per risparmiare; invece non si è risparmiato, ma si è speso addirittura di più per dare meno risorse alla scuola!

(15 Giugno 2010)

maurizio

santo.m.n@libero.it

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