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(Chi non occupa preoccupa)

Padova. Sulla seconda occupazione del Gramigna e successivo sgombero

(27 Ottobre 2010)

Venerdì 22 ottobre i compagni del Gramigna hanno rioccupato la scuola di via Fornaci, nel quartiere Torre di Padova, dopo lo sgombero del 21 settembre. Fuori dallo stabile è stato appeso uno striscione con scritto: “Da Padova a Milano gli spazi occupati non si toccano. Il Gramigna resiste”, in solidarietà con i compagni di Milano coinvolti nei giorni scorsi nello sgombero dello stabile di via Savona e già occupanti in un altro stabile. All’alba di lunedì 25, polizia, digos e carabinieri hanno proceduto al “puntuale” sgombero del Gramigna facendo murare le entrate dell’edificio: ennesimo spreco di denaro pubblico per tentare di stroncare una reale esperienza di autogestione in città. Ma la lotta per gli spazi è solo all’inizio! L’erba cattiva non muore mai!
Sotto, il volantino diffuso in quartiere in seguito alla seconda occupazione.

“Chi occupa un bene pubblico provoca un danno a tutti i cittadini. Forzare cancelli e porte significa, di fatto, privatizzare quel bene a beneficio dei pochi che con un atto di illlegalità lo hanno occupato. Secondo. L’occupazione di un bene collettivo colpisce anzitutto i più deboli.”

Queste sono alcune righe della lettera aperta ai cittadini con le quali il deputato Alessandro Naccarato ha criminalizzato l’occupazione della scuola Zanella-Davila di Torre da parte del Gramigna. Vorremmo ricordare al deputato Naccarato e all’assessore Carrai, che subito si è prodigato nell’attaccare l’occupazione e nel vantare i successi della giunta contro le speculazioni e nella valorizzazione del patrimonio pubblico, che proprio la giunta Zanonato ha sperperato le finanze dei cittadini con investimenti sconsiderati: ricordiamo che il comune di Padova è titolare di obbligazioni della Lehman Brothers per un totale di 6 milioni di euro, soldi prelevati dalle tasche dei cittadini e ora svaniti nel nulla. Sindaco e assessori, che si sentono agenti finanziari degni di Wall Street, sono gli stessi che hanno messo all’asta la scuola Zanella-Davila e ancor prima di ricevere i soldi dalla vendita dello stabile hanno investito le nostre finanze per costruire il nuovo complesso scolastico a Ponte Vigodarzere. Ora, dopo diverse aste andate a vuoto si vedono costretti a svendere l’edificio a qualche privato per pochi spiccioli pur di raggranellare qualche soldo e coprire l’ingente buco economico creato nelle casse del comune. Non solo, questi personaggi che si ergono a paladini della legalità e si definiscono orgogliosi di aver restituito un edificio pubblico alla collettività forse hanno dimenticato che le stesse dichiarazioni accompagnarono negli anni i diversi sgomberi del Gramigna, ma ad oggi, quegli stessi stabili sono lasciati a marcire da anni. Se la loro legalità consiste nella speculazione su edifici pubblici (questo forse sì, provoca un danno a tutti i cittadini), creazione di situazioni di degrado lasciando abbandonati gli stabili, e finanza creativa, allora siamo orgogliosi di venire tacciati di atti di illegalità da codesti personaggi. Il Gramigna non ha di fatto mai creato situazioni di degrado; anzi si è sempre impegnato a far vivere gli spazi abbandonati (ma non certo privi di interessi per codesti signori!) a tutti coloro che sentivano il bisogno di un luogo dove poter autogestire il proprio tempo, dove trovare solidarietà e condividere problemi che toccano tutti noi che non percepiamo uno stipendio mensile di 4.141 euro dal comune (assessore alla sicurezza Carrai) o di circa 15.000, lordi, euro dallo Stato (deputato PD Naccarato) ma fatichiamo ad arrivare a fine mese come la maggior parte dei cittadini che loro pretendono di rappresentare. Proprio a questi cittadini, ai giovani e alle famiglie che sentono la necessità di far rivivere uno spazio da anni inutilizzato, ma che loro stessi continuano a pagare con le loro tasse, porgiamo alcune proposte per evitare che questo edificio pubblico venga lasciato al degrado, come molti altri in città, ma possa essere realmente uno spazio utile a tutti: organizzare un dopo scuola per i bambini, una palestra o una sala prove musicale per i giovani, un centro di ritrovo per anziani o una biblioteca con spazio web accessibile a tutti, sono solo alcune iniziative che con la volontà e la disponibilità degli abitanti del quartiere e di tutti i padovani si possono attuare.
Con questa idea e con la volontà di ascoltare e discutere insieme tutte le proposte che ne risulteranno proponiamo un questionario affinché questo spazio vuoto non rimanga un beneficio per le tasche della sola giunta comunale, ma ritorni realmente un patrimonio pubblico.

Per questo abbiamo deciso di occupare nuovamente lo stabile della scuola Zanella-Davila per aprirlo da subito agli abitanti del quartiere e ai giovani padovani.
Contro degrado e speculazioni, 10 100 1000 occupazioni!

Collettivo Politico Gramigna

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