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L'ombra nera

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(20 Agosto 2012) Enzo Apicella
E' morto ieri il disoccupato Angelo di Carlo, che si era dato fuoco per protesta 8 giorni fa davanti a Montecitorio

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SALE IL TRIBUTO DI MORTE IN SEGUITO ALLA DISFATTA DELLO SCIOPERO DELLA SSANGYONG

(22 Aprile 2011)

Sono trascorsi due anni da quando l'amministrazione della Ssangyong Motor Company a Pye-ongtaek (Sud Corea) annunciò i licenziamenti di 1000 operai. Immediatamente quegli operai oc-cuparono la loro fabbrica, tenendola per 77 giorni, da maggio ad agosto 2009, quando alla fine dovettero soccombere ad un assalto massiccio dell'esercito e della polizia.
Come effetto immediato, molti militanti sono stati arrestati ed alcuni condannati ad anni di carcere. La maggior parte, comunque, sono stati licenziati, a condizioni differenti (alcuni con la spe-ranza di un rientro dopo un anno, che finora non si è visto ancora).
Due anni dopo l'annuncio, quattordici lavoratori, sia scioperanti che più stretti familiari, sono morti. (Questo rientra a sua volta nel modello di lavoro più generale denominato Sud Corea, che include un flusso di morti per cancro degli operai della Samsung e di quattro recenti suicidi di stu-denti a KAIST, il «MIT» della Corea, causati dalle pressioni dei superiori. La Corea ha il più alto tasso di suicidi di tutti i paesi industriali avanzati, il più alto numero di ore di lavoro settimanali e riva-leggia con gli Stati Uniti per il ruolo di esempio-guida a livello mondiale nelle morti e negli infortu-ni sul lavoro pro-capite).
Cinque operai della Ssangyong si sono suicidati e cinque sono morti per complicazioni cardio-vascolari, dall’attacco di cuore all'emorragia cerebrale. I medici ritengono che siano stati causati dal forte stress conseguente allo sciopero e ai licenziamenti. Alcuni suicidi sono derivati da problemi economici conseguenti ai licenziamenti.
Nel febbraio 2011, un operaio sospeso senza salario è morto per attacco cardiaco. Sotto il peso dei licenziamenti, sua moglie si era uccisa nell'aprile 2010. Avevano due bambini. Il conto in ban-ca degli operai è stato chiuso a zero.
Il quotidiano sudcoreano vagamente di centro-sinistra «Hangyereh» fa ulteriore luce:

- Un ospedale coreano ha scoperto che più della metà degli scioperanti della Ssangyong visitati sono sofferenti di sindrome post-traumatica da stress e l’80% sono affetti da depressione severa. Quasi tutti gli operai coinvolti hanno manifestato un deterioramento nel loro ménage familiare. Il loro reddito medio mensile post-ristrutturazione, di 822.800 Won (757 $), rappresenta una riduzio-ne del 74% dal loro salario precedente.
- Dopo la sconfitta dello sciopero, 462 operai sono stati sospesi senza retribuzione. Il periodo di un anno promesso è trascorso, ma l'azienda sostiene che non può cominciare la reintegrazione. Gli operai che sono andati in pensione o che sono stati licenziati stanno incontrando difficoltà a trova-re nuova occupazione a causa della «lettera scarlatta» della Ssangyong e stanno accontentandosi di lavori provvisori e a giornata. Inoltre è mancata tutta la rete sociale di sicurezza cui indirizzare la loro salute che si deteriorava e le ansie finanziarie.
Senza esagerazione, possiamo definire queste morti come degli «omicidi sociali».
Non dobbiamo mai dimenticare questi fratelli e sorelle morti nella guerra di classe.
Per favore, date ampia e intensa diffusione a questo rapporto.
Loren

Traduzione a cura di PonSinMor. Per i precedenti report, vedi: http://www.ponsinmor.info/NewsLetter/NewsLetter10.pdf
http://www.ponsinmor.info/NewsLetter/Newsletter11.pdf
http://www.ponsinmor.info/NewsLetter/Newsletter12.pdf

Loren Goldner - www.ponsinmor.info

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