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(19 Febbraio 2004)
Un comparto industriale in difficoltà, che sconta il calo dei consumi, la debolezza del dollaro e l'aggressività dei paesi asiatici, con oltre 10.800 lavoratori in cassa integrazione ordinaria, 886 in straordinaria, 486 in mobilità e ben 21 aziende chiuse.
É questo il quadro del tessile lombardo, griffe comprese, nel secondo semestre del 2003 secondo i dati dell'Osservatorio congiunturale Femca Cisl.
Tra le 310 imprese attive nel settore, l'area più colpita è quella bergamasca, con oltre 2.900 lavoratori a rischio, ma seguita subito dopo da Como (2.411), Ticino-Olona (1.988), Brescia (1094), Varese (770), Vallecamonica (642), Mantova (392), Lecco (387) e Brianza (284).
Una situazione difficile per tutte le realtà del comparto, dalla seta a Como, alle griffe come Krizia, Trussardi, Lubiam, fino al distretto di Mantova, con Filodoro e il Calzificio San Pellegrino, compresa la situazione del comparto cotoniero, con marchi del calibro di Olcese, N&K, Tessival, Manifattura di Legnano e Franzoni.
articolo di: http://www.laprovinciadicomo.it/
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