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Rabbia e disperazione a Lampedusa. Emergency, "colpa delle politiche del governo"

(22 Settembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

La notte è passata tranquilla a Lampedusa ma è difficile non pensare alle scene di guerriglia che si sono viste ieri nell’isola, con scontri fra tunisini e isolani, con la polizia in tenuta antisommossa che carica gli immigrati. Pochi minuti di violenza e rabbia, che alla fine lasciano a terra undici feriti, di cui un tunisino con un grosso trauma cranico-facciale trasportato in elisoccorso a Palermo, ma anche quattro uomini delle forze dell'ordine contusi e feriti anche se non gravemente.

Una rabbia che nasce dall’esasperazione: da una parte lo sconforto di uomini e donne che hanno affrontato un viaggio inumano mossi dalla speranza e ora si trovano chiusi ed ammassati nei Cie; dall’altra la stanchezza degli abitanti di un’isola che da sola non può affrontare e sostenere i continui sbarchi di immigrati. Una rabbia che gli isolani riversano anche sui giornalisti "colpevoli" di avere mostrato le immagini del Centro d'accoglienza che brucia e dei tunisini che si sono riversati sulle strade. "Andatevene anche voi - gridano contro ogni giornalista - è tutta colpa vostra se ci siamo ridotti così, siamo alla fame". Proprio ieri sera aggredita anche una troupe di Sky, Fulvio Viviano e l'operatore Davide Di Stefano che stavano girando delle immagini nel porto dell'Isola, sono stati spinti contro le auto della polizia che si trovavano sul posto e soccorsi dagli agenti.
Dopo il caos di ieri 300 migranti sono stati trasferiti dall’isola con voli militari, rimangono a Lampedusa circa 500 tunisi, che hanno passato la notte sistemati come potevano nei capannoni del Centro non colpiti dall’incendio. Intanto oggi a Lampedusa è giorno di festa con la processione della Santa Patrona dell'isola, la Madonna di Porto Salvo, alla quale parteciperà il vescovo di Tunisi. Ma sarà una festa vissuta in maniera diversa, la tensione è ancora alta, un odio diffuso regna nell’isola fra chi per anni ha accolto ma ora non ce la fa più e chi ha lasciato il suo paese per una vita migliore che però non c’è. Un odio fra chi è lasciato solo a gestire un problema troppo grande per quest’isola così piccola.
Durissimo il giudizio di Emergency: "La tensione e la violenza delle ultime ore, a Lampedusa come a Pozzallo sono l'inevitabile conseguenza della politica di un governo che tratta gli stranieri come criminali, come problema di ordine pubblico, come bestie. Il sovraffollamento delle strutture, la carenza di assistenza di base, la privazione dei diritti fondamentali, oltre a essere una vergogna per un Paese che si vuole definire civile, porteranno inevitabilmente all'inasprirsi del disagio e della violenza. I migranti, oltre ad essere privati dei più elementari diritti umani, vengono deliberatamente usati per esasperare gli animi, costruire 'diversi' e 'nemici', alimentare guerre tra poveri".
E parla di fallimento di una politica di gestione degli sbarchi e dell'accoglienza, che produce conflitti tra la popolazione residente e gli stranieri, anche il responsabile dell'area immigrazione delle Acli, Antonio Russo: “A più riprese nelle scorse settimane le Acli e le organizzazioni umanitarie presenti sull'isola avevano denunciato il sovraffollamento all'interno del Centro di Primo Soccorso e Accoglienza. Il clima di tensione e l'attesa per molti di un inesorabile rientro coatto, hanno certamente determinato la reazione degli immigrati”. Per Russo è necessario ed urgente ripristinare la legalità sull'isola “per consentire ai lampedusiani un ritorno alla normalità e assicurare ai migranti il diritto al riconoscimento all'asilo politico, a programmi di protezione internazionale o al rientro nei Paesi d'origine, è l'unica soluzione possibile per superare la difficile situazione d'impasse”.

22-09-2011

Valentina Valentini
DirittiDistorti

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