">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni    (Visualizza la Mappa del sito )

Sasà Bentivegna, Partigiano

Sasà Bentivegna, Partigiano

(3 Aprile 2012) Enzo Apicella
E' morto ieri a Roma Rosario Bentivegna, che nel 1944 prese parte all’azione di via Rasella contro il Battaglione delle SS Bozen.

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Stato e istituzioni)

SULLO STATO DELLA DEMOCRAZIA IN ITALIA

(11 Novembre 2013)

Tutti gli indicatori confermano un fenomeno d’impoverimento generale, un altissimo tasso di disoccupazione connesso alla crescita dei dati oggettivi di diseguaglianza in una dimensione insopportabile. Crisi finanziaria, crescita esponenziale della pressione fiscale e della simmetrica crescita dell’evasione, asservimento alle politiche liberiste e monetarista dell’Unione Europa: il quadro generale così si completa certificando una drammatica situazione economica e sociale mentre la situazione politica italiana appare di grandissima confusione, al punto da far prevedere seri pericoli per la stessa tenuta democratica.
Andiamo per punti:
1) Appare ormai in uno stato di completo fallimento l’attuale sistema dei partiti.
Le due formazioni maggiori appaiono entrambe sull’orlo della scissione: l’una, rappresentativa del centrodestra, ancora avvitata attorno alle vicende personali di Berlusconi; l’altra, di un presunto centrosinistra, nel mezzo di una vicenda caratterizzata da un vero e proprio caos politico e organizzativo, causato dall’aver impostato il proprio modo d’essere sul personalismo e sul cosiddetto “individualismo competitivo” enfatizzato (pur nella pochezza politico–culturale dei candidati sia al centro come in periferia) dal terribile meccanismo delle primarie . Meccanismo che rischia di rivelarsi un vero e proprio boomerang proprio sul piano della partecipazione democratica. Inoltre emerge, rispetto alla questione del rapporto con il PSE, un nodo strategico non risolvibile e che richiama, ancora, al rapporto tra DS e Margherita.
L’esito complessivo, a questo punto, appare quello di una crescita ulteriore del dato di incredibilità complessiva delle forze politiche candidatesi alla guida del Paese;
2) L’elemento che però indica maggiormente la precarietà della situazione a livello politico è rappresentato dalla vicenda degli emendamenti presentati per modificare il disegno di legge di stabilità. Il governo Letta è sostenuto, formalmente, dall’80% del parlamento: questa vicenda degli emendamenti, oltre 3.000 e riguardanti quasi tutti questioni di spesa, dimostra l’assoluta assenza di una base parlamentare minimamente coesa e coerente e prevedibilmente fa pensare a un percorso della legge del tutto tormentato e incerto. Sono questi emendamenti che dimostrano uno stato di vera e propria pericolosa confusione;
3) L’attuale legge elettorale è pendente di giudizio da parte della Corte Costituzionale, per evidenti vizi di illegittimità. Un caso più unico che raro nelle democrazie occidentali. Una legge elettorale iniqua e antidemocratica che nessuno dei partiti presenti in parlamento ha sinora inteso modificare perché nessuno tra questi (all’interno di una logica di “partito di cartello) appare intenzionato a cedere sul terreno del più grande potere loro rimasto, assieme a quello di spesa: il potere di nomina;
4) Mentre è emersa una Costituzione “materiale” fondata su di un ruolo “decisionista” al limite dell’autoritario esercitato dal presidente Napolitano, si profilano pericoli concreti di una vera e propria svolta di limitazione democratica che potrebbe prendere corpo attorno a due elementi: una modifica della stessa legge elettorale in modo da restringere ancora di più le possibilità di accesso in parlamento per le forze non appartenenti al cartello della “governabilità” e il cambiamento della Costituzione nell’intento di suffragare formalmente l’opzione presidenzialista, Su questi obiettivi potrebbe realizzarsi la convergenza tra settori dei due partiti maggiori, omologati fra loro da una concezione arrogante ed estremista del ruolo di governo. Una cultura politica che accomuna esponenti del centrodestra e del centrosinistra ma che trova in questa seconda parte, alla fine della fase contraddistinta dal cosiddetto “berlusconismo” di marca populista, i suoi epigoni più determinati da Letta a Renzi.
Consegnamo questi quattro punti alla riflessione di quanti, singoli o organizzati, intendano misurarsi con i problemi veri dalla vicenda politica italiana, non risolvibili semplicemente attraverso l’autonomia dei movimenti o il rinchiudersi nel politicismo degli schieramenti precostituiti.
E’ necessario valutare in profondità lo stato di cose in atto, prendendo coscienza dei rischi che sta correndo la democrazia e valutando opportunamente la pessima condizione materiale di vita di milioni e milioni di persone.


10/11/2013

Redazione Perchè la Sinistra

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «"Terza Repubblica"»

4566