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Occupazione nell'industria

(29 Gennaio 2005)

Sei mila posti persi in dodici mesi, il calo più contenuto da quattro anni a questa parte. A tamponare l'emorragia occupazionale nelle grandi imprese italiane è la cassa integrazione: se, infatti, al lordo della cassa integrazione l'occupazione è scesa in novembre dello 0,3% su base annua (0,1% su ottobre), al netto della cig la flessione è stata dello 0,6%. Nel penultimo mese dell'anno, infatti, il ricorso alla cassa integrazione è aumentato, salendo a 13,1 ore ogni mille lavorate.

Una quota che raddoppia se si guarda solo alle grandi imprese industriali (29,3 ore cig ogni mille lavorate).

Ed è proprio l'industria ha registrare le perdite più pesanti: da novembre 2003 a novembre 2004 i posti di lavoro persi sono stati 21.000 (-2,8%, -3,3% al lordo cig), con variazioni negative in tutti i comparti, ad eccezione della produzione dei mezzi di trasporto (+0,2%). Le flessioni più accentuate si sono avute - segnala l'Istat - nei comparti di punta del made in Italy: l'occupazione nelle grandi imprese alimentari è scesa del 6%, nella produzione di macchine e apparecchi meccanici del 4,9% e nelle industrie tessili e dell'abbigliamento del 4,6%.

A confermare le difficoltà delle grandi industrie italiane sono anche i dati sulla cassa integrazione, salite nell'industria a 29,3 ore ore ogni mille lavorate, molto al di sopra della media (pari a 13,1 ore).

Anche il confronto mensile e annuale mette in evidenza un progresso: rispetto a ottobre 2004 l'aumento è di 4,6 ore per mille ore lavorate, mentre rispetto a novembre 2003 di 6,9 ore. Nei servizi, rispetto allo stesso mese del 2003, i posti di lavoro creati sono stati 15.000 (+1,3% occupazione sia al lordo sia al netto della Cig).

La crescita dell'occupazione non corrisponde però un incremento dei salari: la retribuzione lorda media per dipendente è scesa su base annua del 3,5% (2,4% nell'industria), e quella lorda media per dipendente del 2,8% (3,4% nell'industria).

articolo de L'Arena

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