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Il fumo uccide

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(18 Agosto 2012) Enzo Apicella

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Cagliari: facoltà di... non iscriversi?

occupata la facoltà di scienze politiche

(14 Novembre 2002)

Al risveglio dalla prima notte di occupazione della facoltà di Scienze Politiche a Cagliari, gli studenti sono decisi a continuare e anzi ad estendere la loro mobilitazione.
Il rettore Pasquale Mistretta si è presentato all’assemblea che ha deciso l’occupazione per riproporre la sua lista della spesa, le sue necessità, la responsabilità  che è non sua ma di “come vanno le cose”.
Non demordono gli occupanti.
Neanche la solita superficialità, i travisamenti della stampa locale, che fa passare un collettivo antagonista per “integralista”, sembra scoraggiarli.
Nell’aula magna della Facoltà si discute e si capisce di essere all’inizio di una battaglia che vede sì difficoltà ma molta determinazione.
Perché quello che è in gioco è pesante.
In questi giorni migliaia di studenti e di famiglie sarde si stanno chiedendo se potranno permettersi di intraprendere o continuare a sostenere gli studi universitari.
In un’isola come la Sardegna in cui la percentuali di laureati è la più bassa delle regioni italiane e la mortalità e la dispersione scolastica nella scuola secondaria altissima.

Da luglio il rettore aveva pesantemente insistito sulla necessità per l’Ateneo di aumentare le tasse agli studenti.
Così, nonostante l’opposizione manifestata dal rappresentante del collettivo Studenti a Sinistra, Francesco Bachis, il 17 ottobre scorso, il Consiglio d’Amministrazione dell’Ateneo cagliaritano ha deliberato il nuovo regolamento delle tasse per l’anno accademico 2002/2003.
Una decisione che ha visto favorevole, poco gloriosamente, persino la CGIL Università.
Gli aumenti coinvolgono tutte le fasce di tassazione, ma per le due fasce di reddito più basse, che rappresentano la base contributiva più larga, l’aumento è praticamente del doppio.
Le misure che lo consentono sono: l’abolizione dell’assegno di disagio (52 €) per le prime 2 fasce di reddito, introduzione del contributo di facoltà (da 35 a 50 € variabile a seconda della Facoltà in cui si è iscritti), l’eliminazione delle riduzioni per merito e delle riduzioni per gli studenti fuori sede.

Le cifre esemplificano meglio: per la prima fascia di reddito, che va dai 0 ai 7750 euro di reddito, le tasse passeranno dai 113,62 euro del 2001-2002 a una cifra che varia, a seconda della facoltà in cui ci si iscrive, da 217,14 a 232, 14 euro, per un aumento percentuale dal 91,1% al 104,3%.
Per la seconda fascia di reddito (da 7751 a 12900 euro), si passa da 165,27 euro dell’anno scorso ai 269,14 o 284,14 (sempre a seconda della facoltà) in percentuale 62,8% e 71,92%.
Questo senza contare il versamento della cosiddetta tassa regionale per il diritto allo studio, cioè altri 62 euro.
Inoltre viene prevista, sembra perfino vessatorio, l’eliminazione della dilazione in 3 rate del pagamento.

La mobilitazione degli studenti, coordinati nel “Comitato degli studenti antagonisti contro le tasse”, ha percorso sia la via della convocazione di assemblee informative nelle facoltà, sia il ricorso amministrativo avverso alla delibera del Consiglio d’Amministrazione, dal momento che in materia di tassazione è obbligatorio, secondo lo Statuto dell’Università, il parere del Consiglio degli Studenti.
Ma il presidente del TAR non ha ritenuto che avesse carattere d’urgenza e ha convocato il 19 novembre la seduta per il suo esame, cioè oltre il termine ultimo di pagamento delle tasse, il 15 novembre, determinando a questo punto una situazione nella quale il movimento studentesco ha ripreso a pieno titolo le sue iniziative di lotta.
Con l’occupazione di Scienze politiche.
Mentre nelle facoltà di Lettere, di Psicologia e di Scienze della Formazione si stanno svolgendo le assemblee che decideranno se prendere, come è probabile, la stessa strada.
E' necessario che gli tutti studenti lavorino per la mobilitazione, e che nella società emerga solidarietà fattiva nei loro confronti.

Emanuele Pes, Cagliari

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