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Per i tre operai della Fiat

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(25 Agosto 2010) Enzo Apicella
Melfi. La Fiat licenzia tre operai, il giudice del lavoro li reintegra, la Fiat li invita a rimanere a casa!

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(Licenziamenti politici)

Trieste: licenziata la dipendente dell’ospedale che aveva denunciato gli scarichi inquinanti

I carabinieri avevano rilevato gli smaltimenti illeciti in un laboratorio di Cattinara

(22 Novembre 2007)

Licenziata dopo aver informato i carabinieri dei Nas che parecchie macchine del Laboratorio di analisi di Cattinara scaricavano direttamente reagenti chimici e liquidi biologici nella rete fognaria.

È accaduto a Ida Miser, 50 anni, ormai ex dipendente della struttura sanitaria pubblica. Il suo licenziamento «senza preavviso», è stato deliberato il 7 novembre dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Franco Zigrino, col il parere favorevole del direttore amministrativo Gabriella Gerin e del direttore sanitario Luca Lattuada.

Secondo l’azienda, informando la procura della Repubblica delle disfunzioni del laboratorio con un esposto presentato il 27 febbraio 2007, Ida Miser ha compiuto un atto «finalizzato ad arrecare pregiudizio all’azienda e con evidente fine di ritorsione». «Va rilevato - si legge ancora sul verbale dell’Ufficio per l’attività disciplinare dell’azienda ospedaliero-universitaria - «come il danno che l’azienda ha subito e subisce tutt’ora dal comportamento della signora Miser, è rilevante, in quanto a seguito dei sequestri effettuati dai carabinieri dei Nas, sono state attivate delle modalità di scarico dei residui di laboratorio mediante affidamento a una ditta specializzata, con un importante aggravio di costi per l’azienda».

Viene inoltre «rimproverato» alla ex dipendente di aver provocato un danno all’immagine dell’azienda, a causa della diffusione della notizia.

Dopo l’esposto i carabinieri si erano presentati al laboratorio, lo avevano ispezionato e avevano riferito l’esito del loro lavoro al pm Maddalena Chergia. I nomi di Franco Zigrino, Mohamed Lasri, Lucia Pelusi, Bruno Biasoli e Maurizio Canaletti, poco dopo sono sono stati iscritti sul registro degli indagati. Per il direttore Franco Zigrino e per il responsabile della Siram spa, Mohamed Lasri, l’ipotesi è di cooperazione colposa nell’inquinamento prodotto dal laboratorio. Per gli altri il concorso nello stessa ipotesi di reato.

Secondo il rapporto dei carabinieri è emerso come il Dipartimento di Medicina e di Laboratorio dell’ospedale di Cattinara da anni smaltisse illecitamente prodotti dell’attività di laboratorio. Lo smaltimento avviene nella rete pubblica di fognatura; i residui delle analisi vengono svuotati direttamente nei lavandini, oppure canalizzati negli scarichi interni che vengono poi immessi nella rete cittadina.

Secondo l’inchiesta i rifiuti smaltiti sono classificabili come rifiuti sanitari, rifiuti a rischio infettivo, rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi. Questi dati, peraltro, sono stati ricavati dalle stesse schede dei prodotti utilizzati per le analisi. Ora la parola passa alla magistratura del lavoro.

mercoledì, 21 novembre 2007

c.e. c.b. (Il Piccolo - Trieste pagina 21)

Commenti (6)

Trieste: licenziata la dipendente dell’ospedale che aveva denunciato gli scarichi inquinanti

E' concepibile che quasi nel 2008, in un Paese civile e democratico, possa accadere un tale scempio dell'individuo, del lavoratore, del cittadino che compie il suo dovere allertando le autorità per porre fine alla colpevole negligenza, al sopruso, all'arroganza, alla malversazione dei "padroni" di turno che, nella posizione acquisita, a tutto pensano tranne che alla salute dei cittadini?
L'indagato Zigrino si lamenta a mezzo stampa dell'aggravio dei costi per mettere a norma l’inadeguato smaltimento dei rifiuti nocivi rilevato dai NAS?
Ma non è questa un'autodenuncia del personaggio in questione, che evidentemente prima non si era mai occupato (e nemmeno gli altri indagati, in catena gerarchica) di tale importante (palesemente non per costoro) argomento?
Altra motivazione del licenziamento è il "danno all'immagine".....dell'Azienda. Mi viene in mente: "la France c'est moi !", o il "delitto di lesa maestà".
Mi auguro che anche grazie al vostro intervento mediatico questa assurda situazione possa essere ribaltata e che la dipendente "violentata dal potere" possa ottenere piena soddisfazione morale e materiale, e che i responsabili paghino per le loro responsabilità disattese e vengano rimossi, per indegnità e non conformità morale e professionale, dal ruolo che - chissà come - ricoprono.
Ci sentiremo ancora !
Saluti carissimi.
ZORRO

(22 Novembre 2007)

ZORRO

midiga@libero.it

E adesso licenziateci tutti! Firma per Ida, la dipendente ASL licenziata

Firma per Ida, la dipendente ASL licenziata perchè ha denunciato gli scarichi inquinanti. Contro l'arroganza dei Direttori Generali delle ASL, per la libertà di pensiero, per la riassunzione di Ida!

http://www.aipsimed.org/?q=node/745

(27 Novembre 2007)

Associazione Italiana Psichiatri

segreteria@aipsimed.org

Trieste: licenziata la dipendente dell’ospedale che aveva denunciato gli scarichi inquinanti

Sono veramente colpita e commossa dalla partecipazione dimostrata alla mia vicenda.
Desidero ringraziare pubblicamente tutti coloro che in vari modi hanno espresso la loro solidarietà.
Grazie, davvero grazie a tutti!
IDA MISER

(28 Novembre 2007)

IDA MISER

midiga@libero.it

I N G I U S T I Z I A!!!!!!!!!!!!!!!

Invece di premiare chi denuncia una irregolarità che nuoce alla colletività ....................viene punito!! Ma in che società viviamo? E' una vera I N G I U S T I Z I A!!!!

(29 Novembre 2007)

Giuseppe Di Vico

giuseppedivico@libero.it

articolo comparso ieri, 04.12.07, sul quotidiano di Trieste e le reazioni su konradblog (kataweb)

Vi trasmetto copia dell'articolo comparso ieri, 04.12.07, sul quotidiano di Trieste, per opportuna conoscenza data l'attiva vostra partecipazione alla vicenda.
E, di seguito, le reazioni su konradblog (kataweb)
http://konradblog.blog.kataweb.it/2007/11/24/il-licenziamento-di-zigrino/

IL PICCOLO 04.12.07
Pagina 20 - Trieste


Annullato il provvedimento della Procura per il nosocomio: non nocive le acque reflue Dissequestrati gli scarichi a Cattinara Decisione della Cassazione dopo la polemica sui laboratori
di Claudio Ernè

L’ospedale di Cattinara a breve scadenza potrà nuovamente scaricare nella rete fognaria cittadina le acque reflue provenienti dai suoi laboratori di analisi. Il via libera è venuto dalla Cassazione che ha annullato il sequestro voluto dalla Procura sei mesi fa. Gli scarichi dei laboratori comunque oggi sono ancora sigillati e costringono l’ospedale a servirsi per lo smaltimento delle acque reflue di taniche che poi finiscono in discarica o nel forno dell’inceneritore.Il «via libera» all’uso della rete fognaria verrà tra qualche settimana, perché la Corte di Cassazione ha annullato, ma ha anche deciso il rinvio degli atti al Tribunale del riesame di Trieste che aveva confermato nel luglio scorso il blocco degli scarichi, costringendo l’Azienda sanitaria ad accollarsi una serie di consistenti costi aggiuntivi per garantire l’operatività del laboratorio del Dipartimento di medicina.In sintesi gli scarichi non avrebbero dovuto essere posti sotto sequestro perché al laboratorio di analisi andava applicata la normativa degli scarichi idrici e non quella dei rifiuti, come è stato in effetti fatto, dalla Procura, dal gip e dal Tribunale del riesame.Il ricorso vincente è stato presentato dall’avvocato Giovanni Borgna su incarico del dottor Maurizio Canaletti, indagato per l’ipotesi di inquinamento, assieme ai manager dell’Azienda sanitaria e della società che gestiva alcune apparecchiature di analisi. Tra essi Bruno Biasoli, Mohamad Lasri, Lucia Pelosi e Franco Zigrino.In sintesi nel suo ricorso in Cassazione l’avvocato Borgna ha sostenuto che l’impianto di smaltimento delle acque di laboratorio dell’Ospedale di Cattinara, ha sempre operato nel rispetto della legge e con le prescritte autorizzazioni. Ma ha anche aggiunto che le acque di laboratorio subivano prima un trattamento e poi una progressiva diluizione in ambito fognario. La procedura aveva ottenuto le prescritte autorizzazioni dal Comune. Raccogliendo invece le acque di laboratorio in apposite taniche, come sta accadendo dopo il sequestro, il rischio per l’ambiente è più alto se non altro perché le stesse taniche potrebbero rompersi, rovesciarsi, subire lesioni durante il trasporto. E il loro contenuto non è nè diluito in acqua, nè trattato.Nel ricorso è stato sottolineato che la «fuorviante interpretazione della Procura, spostata acriticamente dal Tribunale del riesame, oltre a procurare gravi danni ed inefficienze, rischia di provocare il collasso del sistema dello smaltimento idrico, aprendo una ferita che può portare a ritenere non conformi alla norme tutte le strutture dove le acque contengano residui chimici o biologici come accade in tutti i sistemi industriali. Invece la normativa sugli scarichi idrici contempla sistemi di controllo idonei e di trattamento anche migliori di quelli previsti per lo smaltimento dei rifiuti».Il ricorso spiega anche com’è nata l’inchiesta. «In seguito alla denuncia di una dipendente dell’Azienda sanitaria, intervenivano i Nuclei antisofisticazioni e Sanità dei Carabinieri». Quella dipendente oggi non è più tale: è stata licenziata in tronco dall’Azienda sanitaria ed è evidente che sull’eventuale ricorso al giudice del lavoro, pesarà anche la decisione della Cassazione.

Konradblog:
1.
Visto “IL PICCOLO” di oggi, 04.12.07 ???
non si legge bene chi ha firmato l’articolo !?!?
Postato Martedì, 4 Dicembre 2007 alle 22:39 da ZORRO
2.
L’articolo del Piccolo è evidentemente ispirato dalla difesa dell’Azienda Ospedaliera, al punto che si spinge a preconizzare un esito negativo del ricorso contro il licenziamento in conseguenza della pronuncia della Cassazione. Bisognerebbe in effetti leggere la sentenza e le relative motivazioni. Al di là di ciò, quello che appare un autentico errore nell’informazione fornita dal Piccolo ai suoi lettori (seguendo il filo logico del ricorso dell’AO) è il fatto che Ida Miser avrebbe “denunciato” l’azienda, mentre in effetti si è trattato di un “esposto” all’autorità giudiziaria. Non è questione di lana caprina: con l’esposto, la (ex) dipendente segnala un fatto, inducendo quindi la magistratura ad indagare. Se, una volta eseguite le indagini, il magistrato assume il provvedimento del sequestro, corretto o sbagliato che fosse, la responsabilità di tale atto è del magistrato che lo emette. Chi al momento ne ha fatto le spese è invece la persona che si è fatta carico di segnalare quello che a suo avviso (ma anche ad avviso del giudice) costituiva un comportamento contrario alla legge.
Che il licenziamento sia poi firmato dall’indagato evidenzia un palese conflitto d’interesse.
Postato Mercoledì, 5 Dicembre 2007 alle 08:36 da walter

(5 Dicembre 2007)

ZORRO

midiga@libero.it

LICENZIAMENTO INGIUSTO

Chi ha danneggiato seriamente l'immagine della P.A. non è stata la dipendente che ha denunciato i reati ma chi ha inquinato e inquina a titolo gratuito le nostre acque (che guarda caso tanto prima o poi anche se va al RISTORANTE la berrà anche LUI).
Le maggiori spese che la P.A. dice di dover sostenere sono spese necessarie e indispensabili per l'attività svolta. Quindi sono certo che la magistratura del Lavoro non avrà difficoltà al reintegro della dipendente ed al pagamento di tutti gli arretrati.
I responsabili della P.A. iscritti nel registro degli indagati avrebbero dovuto avere il coraggio di dimettersi!!
Comunque ritengo che l'atto del licenziamento debba essere valutato anche da parte dei Magistrati come un tentativo di minacciare un testimone di un reato e gli altri che ne sono a conoscenza e non avranno il coraggio di deporre. Quindi, sempre a mio avviso, chi ha firmato l'atto di licenziamento sta intralciando il corso della giustizia fiancheggiando chi ha commesso e commette dei reati.

(15 Gennaio 2009)

Cos

cos49@live.it

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