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(17 Ottobre 2010) Enzo Apicella
Ancora un libro di Giampaolo Pansa: "I vinti non dimenticano".

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(Ora e sempre Resistenza)

Scritte nazifasciste sotto la sede del Comitato Provinciale ANPI di Viterbo

(15 Febbraio 2008)

“Partigiano verme”, “W Adolf Hitler”, “A.N.P.I. siete solo merde”; questa è la trascrizione delle scritte fatte da mano ignota stanotte sulle mura sottostanti la nostra sede (http://www.tusciaweb.it/notizie/2008/febbraio/13_11naziste.htm). Volendo si potrebbe pure credere al caso ma non è affatto peregrina l’ipotesi che questo attacco sia il frutto delle posizioni da noi espresse in merito al Giorno del Ricordo, quando, unica realtà associativa e politica del Viterbese, abbiamo tenuto alti i valori della Resistenza e dell’Antifascismo, così messi a repentaglio dall’accoglimento in sede istituzionale di tesi un tempo appannaggio del neofascismo e del nazionalismo razzista e antislavo (http://www.tusciaweb.it/notizie/2008/febbraio/9_22anpi.htm).

Le leggi razziali nel 1938 non erano giuste solo perché l’allora capo di stato le firmava ad occhi chiusi o perché tutti gli organismi preposti le rispettarono e applicarono con zelo. Il clima di conformismo attuale non deve costringerci a ripensamenti, semmai deve invitarci ad agire con più energia. Siamo i principali eredi della lotta partigiana, la lotta di chi avrebbe potuto benissimo rintanarsi in casa oppure fare il ben equipaggiato e accasermato “ragazzo di Salò” e invece si è unito alla Resistenza mettendo a repentaglio la propria vita, finendo spesso deportato, torturato e ucciso dai nazisti e dai loro fedeli servitori fascisti. Se vogliamo essere degni testimoni di quel sacrificio, al quale dobbiamo tutto, non possiamo certo temere queste avversità.

Noi continueremo perciò a denunciare l’assenza di ogni contestualizzazione in merito alle foibe e, in generale, alle questioni balcaniche, ricordando la politica di persecuzione prima e di sterminio poi attuata dal fascismo ai danni delle minoranze slave, in Italia così come in Jugoslavia

Sia ben chiaro: una scritta di per sé lascia il tempo che trova ma in questo caso siamo soltanto dinanzi ad uno della serie di episodi verificatisi nei giorni addietro in tutt’Italia, Viterbese compreso. Si pensi allo striscione apparso a Tarquinia a ridosso della Giornata della Memoria e a quello appeso sopra la sez. PD di Vallerano l’altro giorno. Ormai non si contano più le violenze e le intimidazioni perpetrate da gruppi fascisti, nel silenzio più assoluto, a danno dei singoli e delle sedi delle associazioni e dei partiti democratici, che attorno al Giorno del Ricordo vedono un’impennata. Proprio gli attacchi contro le sezioni PD dimostrano che a poco serve sottoscrivere solennemente le istanze revisioniste-strumentali.

Il fascismo iniziò così, con le aggressioni, in nome dell’italianità, alle Case del Popolo e alle Camere del Lavoro, nonché alle sedi di cultura slava presenti a ridosso del confine orientale. Negli anni ’20 quella violenza venne sottovalutata. I dirigenti sindacali e politici della sinistra perlopiù tentarono di minimizzarne il portato, convinti di essere dinanzi ad un fenomeno passeggero. Allora fecero così, e oggi?

“Smrt fazismu – Slaboda narodu”
(Morte al fascismo – Libertà al popolo)

Silvio Antonimi
Segretario e portabandiera
ANPI Comitato Provinciale Viterbo

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