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(25 Marzo 2008)
Il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, si appresta a proseguire la sua barbara aggressione, iniziata in Iraq, contro i popoli arabi, il cui risultato è stato finora più di mezzo milione di morti, milioni di feriti e mutilati e la distruzione sistematica e organizzata delle istituzioni e delle città irachene.
In effetti, nel momento in cui il suo alleato strategico israeliano inonda la striscia di Gaza con un bagno di sangue, dopo aver tentato, con l’aiuto dell’Egitto, di strangolarla con un blocco, nel momento in cui i suoi bombardieri, made in USA, assassinano bambini in età tenerissima e fanno crollare le case sulla testa dei loro occupanti, e mentre i capi dell’esercito israeliano concentrano le loro truppe nelle vicinanze delle frontiere libanesi e i loro aerei violano lo spazio territoriale libanese, come ben sanno i rappresentanti delle Nazioni Unite, George W. Bush prepara la sua aggressione contro il Libano: le sue imbarcazioni militari si dirigono una dietro l’altra, verso le nostre coste, con il pretesto di voler dare sostegno al governo del Libano “eletto legalmente” contro quella che viene definita “la minaccia siriana contro il Libano”.
Questo comportamento aggressivo non ci ha sorpreso, soprattutto perché, nelle ultime settimane, i discorsi bellicosi si sono moltiplicati e responsabili statunitensi, insieme a certi loro alleati libanesi, hanno annunciato cambiamenti imminenti. Non dimentichiamo la dichiarazione di David Saturnienne sul rifiuto statunitense dell’iniziativa della Lega Araba per mettere fine alla crisi presidenziale libanese. Così, anche in considerazione delle divisioni interne, a cui si aggiungono le divisioni inter-arabe che potrebbero annunciare la fine della Lega Araba, questo atto bellicoso rischia di provocare un’esplosione che spingerebbe il Libano nelle fiamme di una guerra civile, ricercata da Israele e Stati Uniti che non perdonano la sconfitta subita nell’estate scorsa.
Il Partito Comunista Libanese vede nella nuova minaccia statunitense un tentativo mirante a portare il terrore nel nostro paese e a liquidare la nostra Resistenza nazionale, in modo da permettere a Washington di dare nuovo slancio al suo progetto radicale contro la regione araba, il progetto del “nuovo Medio Oriente”, il cui obiettivo è dividere il mondo arabo in mini-Stati in conflitto tra loro, allo scopo di servire Israele, che George W. Bush ha dichiarato “Stato degli ebrei del pianeta”, e di trasformare i popoli arabi in tribù in perenne guerra tra loro, mentre le ricchezze celate dalla loro terra vengono saccheggiate.
Il Partito Comunista Libanese fa appello al popolo libanese perché fronteggi questa nuova aggressione statunitense e impedisca la realizzazione dei suoi obiettivi.
Richiede che il governo presieduto da Fouad Siniora dichiari gli Stati Uniti “Nemico del Libano” e che allontani i diplomatici statunitensi presenti in Libano, e chiede a tutte le forze politiche, comprese quelle che avevano, a un certo momento, pensato che gli Stati Uniti ci avrebbero aiutati a recuperare la nostra indipendenza e la nostra sovranità, di unirsi per salvare il loro paese.
Rinnova la sua iniziativa concernente l’elezione di un nuovo presidente della Repubblica e la formazione di un governo di transizione che permetta le riforme politiche necessarie.
Chiede a tutti i popoli arabi e ai popoli del Pianeta, e alle loro forze vive, di promuovere una vasta mobilitazione allo scopo di impedire questa nuova aggressione.
Chiede ai governi dei paesi europei del Mediterraneo di assumere una posizione chiara in merito a questa aggressione e, soprattutto in merito all’utilizzo da parte di Washington delle basi militari installate in Libano con scopi aggressivi contro un piccolo popolo che ha innalzato la bandiera della Resistenza per liberare il proprio paese e difenderne la sovranità e l’indipendenza.
Beirut, 29 febbraio 2008
fonte: http://www.lcparty.org , info@lcparty.org
da: http://www.solidnet.org
Traduzione dal francese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
L’Ufficio Politico del Partito Comunista Libanese
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