">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra    (Visualizza la Mappa del sito )

Pro mutuo mori

Pro mutuo mori

(19 Settembre 2009) Enzo Apicella
In un attentato a Kabul, sono colpiti due blindati italiani, uccidendo 6 parà della Folgore

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Go home! Via dell'Iraq, dall'Afghanistan, dal Libano...)

Bush chiama a raccolta per la guerra

(11 Giugno 2008)

Qual'è la finalità del nuovo viaggio di Bush in Italia e in Europa? La stessa che ha contrassegnato tutta la sua presidenza: guerra imperialista per il mantenimento e l'allargamento dell'egemonia statunitense nel mondo.

L'agenda ufficiale vede infatti in primo piano l'Iran e secondariamente l'Afghanistan, l'Iraq, il Libano, la Palestina, il Kosovo e il confronto/scontro con la Russia di Putin. Questi paesi sono i principali scenari nei quali gli Usa, pressati da una crisi finanziaria e industriale ben presto allargatasi all'intero globo, stanno dispiegando una strategia politico-militare volta a impedire che borghesie locali, come quella iraniana, e potenze imperialiste rivali, come la Russia e la Cina, possano espandere la loro influenza e il loro dominio.

L'attuale capo politico dell'imperialismo americano sa che in sette anni di guerra al "terrorismo e agli stati canaglia" non è riuscito a venire a capo alla Resistenza delle masse popolari in Afghanistan, Libano, Iraq e Palestina e che, conseguentemente, le giuste ambizioni di autodeterminazione economica e politica dell'Iran e la volontà di potenza di Cina e Russia sono cresciute. L'unica parziale vittoria che gli Stati Uniti hanno ottenuto è quella di aver visto sempre più indebolite le velleità dell'Unione Europea di attuare una politica imperialista indipendente da quella americana, a causa soprattutto degli interessi divergenti e dei contrasti interni alla borghesia del vecchio continente. Ed è per questo che Bush sceglie l'Europa per una nuova chiamata alle armi, per trovare ancora complicità nei genocidi da portare avanti nei paesi occupati e preparare il terreno per future guerre, prima fra tutte quella all'Iran.

In Italia, il macellaio della Casa Bianca troverà una delle accoglienze più servili, quella del gangster Berlusconi, il cui governo ha già annunciato l'aumento delle spese militari, alla faccia dei salari e delle pensioni da fame con cui si è costretti a vivere, e la revisione del numero e delle regole d'ingaggio dei soldati italiani in Afghanistan per le nuove esigenze belliche. Scontato, inoltre, l'assenso alla costruzione della base a Vicenza, già garantito dal precedente esecutivo pacifinto di Prodi.

Del resto, proprio per la stretta osservanza filoamericana del centro destra, Bush intende inglobare l'Italia nel gruppo dei "mediatori" sul nucleare di Teheran, creato con il chiaro scopo di isolare e assediare il governo e il popolo iraniano.

E il movimento contro la guerra nel nostro paese dove è finito? Esso ha riempito le piazze contro l'aggressione americana all'Iraq, prima che questa scoppiasse, ma poi si è sciolto come neve al sole quando ha scoperto come lanciare appelli ai governanti non serva a nulla e come i politicanti di sinistra erano tanti bravi a parlare di pace in piazza quanto poi a votare per le occupazioni militari in parlamento.

Questo movimento, difronte alle minacce che incombono sul domani dell'intera umanità, può e deve risorgere, forte della coscienza che la guerra nasce dalla crisi di un sistema, quello capitalista-imperialista, e dalla necessità della classe dominante di perpetrare il suo potere. Gli stessi fattori che comportano, nel "ricco e civile Occidente", l'attacco sempre più generalizzato alle conquiste della classe lavoratrice, la devastazione ambientale e politiche sempre più reazionarie e repressive.

La guerra all'esterno e all'interno dunque la fanno i padroni, nei paesi occupati saccheggiano le ricchezze dei popoli, qui saccheggiano la ricchezza sociale prodotta dal lavoro dei proletari. E proprio come i popoli vi resistono, anche noi qui dobbiamo resistere, lottando contro i governi della guerra e dello sfruttamento, riportando il conflitto di classe nei luoghi di lavoro, nei quartieri e nelle piazze, dando alla mobilitazione contro la guerra una cosciente determinazione antimperialista.

NO ALLA BASE DI VICENZA, NO A TUTTE LE BASI MILITARI USA-NATO!
SOLIDARIETA' ALLA LOTTA DI LIBERAZIONE ANTIMPERIALISTA IN PALESTINA, IRAQ, LIBANO E AFGHANISTAN!
GIU' LE MANI DALL'IRAN E DALL'INTERO MEDIO ORIENTE!
LOTTIAMO CONTRO I GOVERNI DELLA GUERRA, DELLO SFRUTTAMENTO E DELLA MISERIA!

COLLETTIVO TAZEBAO - per la propaganda comunista

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Go home! Via dell'Iraq, dall'Afghanistan, dal Libano...»

3073