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(30 Settembre 2008)
La gestione della sicurezza interna e globale è al centro dei provvedimenti presi dai governi. In Italia le politiche sicuritarie sono accompagnate dalla diffusione di un razzismo di base, che prima di tutto contrappone il cittadino regolare al migrante, una presunta normalità contro forme del diverso che vanno dal rom all’omosessuale. La rabbia sociale, spesso dovuta a sentimenti di frustrazione e insicurezza della vita materiale, viene così canalizzata verso alcuni capi espiatori, piuttosto che contro la precarizzazione imposta della vita. Viene così nascosta la comune condizione sociale fra italiani e migranti: entrambi ridotti a pura forza lavoro. Così come la radice comune di un razzismo che colpisce i villaggi rom e il gay- un razzismo che è già stato visto, ma oggi la memoria non è di moda. Proprio la diffusione di istinti razzisti nei cittadini regolari legittima le operazioni degli Stati e dei governi. Così il governo Berlusconi può proporre di istituire il reato di clandestinità. Così, per bocca del ministro Maroni, può essere proposta la costruzione di 10 nuovi centri di detenzione per migranti, riproducendo senza sosta i campi di detenzione in cui sono sospesi ogni diritto e ogni morale. Così il comune di Milano come quello di Bologna possono scatenare una caccia al migrante che somiglia alle persecuzioni degli afro- americani negli USA e alle retate fasciste. La stessa condizione sociale degli afro- americani riveste i migranti, ormai forze irrinunciabili dell’economia italiana.
Contro la chiusura razzista, è convocata un’assemblea di preparazione della manifestazione del 4 ottobre.
Ne parleranno Roberto Massari del Comitato Promotore e una delegazione del Comitato immigrati di Castelvolturno.
Mercoledì 1 ottobre 2008 alle 17,00 nella Facoltà di Filosofia della Sapienza a Villa Mirafiori in via Carlo Fea, 2.
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Facoltà di Filosofia - La Sapienza
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