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Bell'Italia amate sponde

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(16 Maggio 2009) Enzo Apicella
L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha reiterato al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, la richiesta di porre fine alla prassi del respingimento di migranti dalla Libia.

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(La tolleranza zero)

Milano dice no ai CPR: il governo non ascolta

(8 Aprile 2024)

Una riflessione in conclusione: l’assenza dei partiti parlamentari nel corteo e dal dibattito politico sui CPR segna chiaramente il distacco tra la “piazza”, il popolo, i “rappresentati” e i “rappresentanti”. Cosa dice Hans Kelsen in proposito.

milano che dice no ai cpr 2

Sono stati in 5.000, sabato a Milano, a sfilare in corteo per portare solidarietà ai migranti detenuti nel locale CPR e chiederne la chiusura.

« La manifestazione era aperta da uno striscione molto chiaro che recitava: “No Cpr, no lager di Stato, né a Milano né altrove, né in Libia né in Albania” » [1].

« Sicuramente ha aiutato la confluenza del corteo pro Palestina che da quasi sei mesi si ripete ogni sabato in città. Una parte ha rinvigorito e dato forza e slancio all’altra », spiega l’agenzia di stampa Pressenza [2].

« Era dall’ottobre 2019, dal 12 per l’esattezza, che non si vedeva scendere in piazza così tanta gente contro i CPR e in particolar modo contro quella gigantesca vergogna che è il CPR milanese di via Corelli », rilevano gli attivisti di Milano in Movimento.

« La recente inchiesta della Procura di Milano e il commissariamento della struttura – ricordano – hanno messo nero su bianco, sulle pagine dei media mainstream, le condizioni vergognose che si vivono all’interno della struttura e che la Rete NoCpr denunciava già da tempo ».

Il « serpentone umano che da piazza Tricolore, sotto il sole d’aprile, è giunto oltre il ponte di via Tucidide è stato bloccato, come sempre, da un ingente spiegamento di Forze dell’Ordine che sbarrava via Corelli », informa ancora Milano in Movimento.

I soliti motivi di presunti “sicurezza” che limitano irragionevolmente le manifestazioni e che rivelano, invece, da un lato l’insicurezza di chi vuol governare l’Italia e dall’altra l’arroganza dei suoi burocrati di periferia ( più realisti del re ).


« Durante il corteo milanese di ieri – conclude il giornale online [1] – sono state ricordate alcune delle persone morte recentemente nei centri di detenzione italiani nonché i due tragici suicidi di Moussa Balde e Ousmane Sylla ».

Una riflessione in conclusione: l’assenza dei partiti parlamentari nel corteo e dal dibattito politico sui CPR segna chiaramente il distacco tra la “piazza”, il popolo, i “rappresentati” e i “rappresentanti”.

« Democrazia significa identità di governanti e di governati, di soggetto e di oggetto del potere, governo del popolo sul popolo », ci ricordava il docente e studioso di diritto Hans Kelsen.

Evidentemente non siamo in democrazia!




Fonti e Note:


Credits: foto di Milano in Movimento

[1] Milano in Movimento, 7 aprile 2024, “Milano, 5.000 in piazza contro i CPR”.

[2] Pressenza, 6 aprile 2024, Andrea del Lotto, “Contro tutti i CPR, a Milano in tanti in corteo”.

Blog FronteAmpio

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