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il pane e le rose

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La fatalità

La fatalità

(25 Novembre 2008) Enzo Apicella
Per Berlusconi è stata una fatalità il crollo che ha ucciso Vito Scafidi nel liceo Darwin di Rivoli

Tutte le vignette di Enzo Apicella

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(La controriforma dell'istruzione pubblica)

Studente in lotta, studente che pensa in proprio

(3 Novembre 2008)

è il capitalismo bellezza

BASTA GIOCARE ALLE TRE CARTE
- SULLA PELLE DELL'ISTRUZIONE !!!
- SULLA SICUREZZA DEL LAVORO !!!
- SULLA STABILITA' DEL LAVORO !!!
- SUI SALARI E SULLE PENSIONI !!!
NOI NON SIAMO AL «SERVIZIO»
- NE' DEL PADRONATO
- NE' DEL SUO GOVERNO
- NE' DELLA SUA OPPOSIZIONE
- NE' DEL LORO BARONATO UNIVERSITARIO
CHE HANNO SOLO SAPUTO INDEBITARE LO STATO SUI CUI
DEBITI SI SONO ARRICCHITI E PUR SEMPRE SI MANTENGONO.
ORA NON VENGANO A PRENDERSELA CON STUDENTI TARTASSATI
E PRECARI SFRUTTATI PER QUATTRO SOLDI
«RISPARMIATI» E FAGOCITATI DAI BILANCI DI FACOLTA' !!!

MISTERI POCO GLORIOSI DELLA 133

Fioroni vattene a casa

I conti senza l'oste del D.L. 133/2008

Il decreto in questione colpisce tutti i bilanci dell'amministrazione italiana, come recita all'art. 1 comma a:

1. Le disposizioni del presente decreto comprendono le misure necessarie e urgenti per attuare, a decorrere dalla seconda metà dell'esercizio finanziario in corso, un intervento organico diretto a conseguire, unitamente agli altri provvedimenti indicati nel Documento di programmazione economico-finanziaria per il 2009:

a) un obiettivo di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche che risulti pari al 2,5 per cento del PIL nel 2008 e, conseguentemente, al 2 per cento nel 2009, all'1 per cento nel 2010 e allo 0,1 per cento nel 2011 nonché a mantenere il rapporto tra debito pubblico e PIL entro valori non superiori al 103,9 per cento nel 2008, al 102,7 per cento nel 2009, al 100,4 per cento nel 2010 ed al 97,2 per cento nel 2011;

Ossia non si tratta altro che del «risanamento» che si era proposto anche il precedente governo capeggiato dall'attuale opposizione con la non trascurabile differenza che ora si è passati dalle parole ai fatti. Significativo che il decreto sia esplicitamente collegato al decreto 112, meglio noto come «decreto Brunetta» che, facendo mostra di colpire i «fannulloni», penalizza indistintamente i lavoratori pubblici, particolarmente i precari limitandone il possibile rinnovo dei contratti (ai precari del settore privato ci aveva già «pensato» il governo Prodi). Il decreto contava su un futuro clamorosamente smentito dalla crisi finanziaria, dalla speculazione borsistica. Infatti il loro amato PIL non crescerà, anzi essendo in recessione si ridurrà facendo lievitare l'indebitamento. La questione dei «tagli» della 133 esistenti od inesistenti, diventa così una questione di lana caprina perché i tagli che ci sono aumenteranno, e quelli che non ci sono ci saranno, qualunque sia il colore del governo e dell'opposizione, essendo l'economia dominata proprio dalle banche ecc. che, «giocando» in borsa, l'hanno messa in crisi.

Affianchiamo all'attuale assemblea una struttura altrettanto permanente ma indipendente dallo pseudo parlamentarismo scolastico.

- Per assumere un punto di vista indipendente dalla CRUI (Conferenza Rettori Università Italiana), dal Governo e da tutti quei partiti che avendo occupato od occupando poltrone governative sono di fatto corresponsabili dell'attuale stato di tutta l'istruzione.

- Perché la nostra bussola siano i costi per lo studente ed il livello di qualificazione fornitogli.

Se oggi è diventato ben difficile che una famiglia di lavoratori faccia studiare i propri figli, ben presto avremo anche precari a vita (probabilmente proprio noi) le cui famiglie non solo non riusciranno ad accedere ad un mutuo ma non riusciranno neanche a far studiare i propri figli. Certo oggi come sempre, «la speranza è l'ultima a morire», ma è ormai dimostrato da anni che nessun titolo di studio, per quanto altisonante, garantisce l'accesso ad un lavoro qualificato e stabile (a patto naturalmente che non siate un qualche genio o figli, parenti, amici di qualche «santo in paradiso» e/o della «buona borghesia»!).

Se dunque occorre studiare e difendersi dalla costante dequalificazione dei vari titoli cui occorre pur sempre mirare, è necessario anche comprendere come tale situazione non sia il frutto di un errore di questo o quel partito, di questa o quella composizione parlamentare. Essa è il frutto di un sistema in cui chi controlla l'economia, Banche, Assicurazioni e Istituti Finanziari di ogni tipo, mira solo a far soldi dai soldi. Un sistema in cui il lavoro produttivo è concepito come un «costo» piuttosto che come unica fonte di ricchezza e benessere. Un «costo» considerato inutile, superfluo ed i licenziamenti degli ultimi decenni testimoniano quanto ciò che affermiamo sia verità. Sono infatti stati licenziati e/o prepensionati centinaia di migliaia di lavoratori dei trasporti, metalmeccanici, tessili, ecc.. Ed ora per cosa e per chi dovrebbero lavorare mai ragionieri, geometri, ricercatori, ingegneri, informatici, giuristi, ecc. ecc.?

COSI' L'ISTRUZIONE E' DI FATTO TRASFORMATA IN UN PARCHEGGIO PER DISOCCUPATI.
PER GIOVANI CHE PER L'ATTUALE SISTEMA ECONOMICO SONO SOLO INUTILI, SUPERFLUI.

Rendiamo permanente denuncia e riflessione su questi dati di fatto, sulla nostra reale condizione sociale, con l'ausilio dei docenti disponibili, combattendo e denunciando l'ulteriore deterioramento della nostra istruzione e del nostro mercato del lavoro!

INSEGNANTI E DOCENTI PIU' «AUTORI» CHE AUTEREVOLI ED EDITORIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA

il peso dei libri di testo

Da quando è iniziata la nostra contestazione alle misure governative la carta stampata ha dovuto di fatto sostenerla diffondendone notizia e tentando di presentarla solo come un fatto «culturale» piuttosto che la reazione ad una progressiva svalutazione sociale nostri sbocchi professionali, aggravata dalle misure governative, come è in effetti. Dobbiamo avere ben chiaro però che non solo noi studenti stiamo difendendo i nostro interessi ma anche, come noto, rettori, docenti, professori e maestri ... ma non solo. In parte la stessa editoria tenta di cavalcare la nostra protesta per interessi sordidi quanto quelli dei nostrani «giocatori» borsistici. Cosa dice infatti il D.L. 133 sull'editoria scolastica al suo capo V, art. 15?

Art. 15. Costo dei libri scolastici

1. A partire dall'anno scolastico 2008-2009, nel rispetto della normativa vigente e fatta salva l'autonomia didattica nell'adozione dei libri di testo nelle scuole di ogni ordine e grado, tenuto conto dell'organizzazione didattica esistente, i competenti organi individuano preferibilmente i libri di testo disponibili, in tutto o in parte, nella rete internet. Gli studenti accedono ai testi disponibili tramite internet, gratuitamente o dietro pagamento a seconda dei casi previsti dalla normativa vigente.

2. Al fine di potenziare la disponibilità e la fruibilità, a costi contenuti di testi, documenti e strumenti didattici da parte delle scuole, degli alunni e delle loro famiglie, nel termine di un triennio, a decorrere dall'anno scolastico 2008-2009, i libri di testo per le scuole del primo ciclo dell'istruzione, di cui al decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, e per gli istituti di istruzione di secondo grado sono prodotti nelle versioni a stampa, on line scaricabile da internet, e mista. A partire dall'anno scolastico 2011-2012, il collegio dei docenti adotta esclusivamente libri utilizzabili nelle versioni on line scaricabili da internet o mista. Sono fatte salve le disposizioni relative all'adozione di strumenti didattici per i soggetti diversamente abili.

3. I libri di testo sviluppano i contenuti essenziali delle Indicazioni nazionali dei piani di studio e possono essere realizzati in sezioni tematiche, corrispondenti ad unità di apprendimento, di costo contenuto e suscettibili di successivi aggiornamenti e integrazioni. Con decreto di natura non regolamentare del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sono determinati:

a) le caratteristiche tecniche dei libri di testo nella versione a stampa, anche al fine di assicurarne il contenimento del peso

b) le caratteristiche tecnologiche dei libri di testo nelle versioni on line e mista;

c) il prezzo dei libri di testo della scuola primaria e i tetti di spesa dell'intera dotazione libraria per ciascun anno della scuola secondaria di I e II grado, nel rispetto dei diritti patrimoniali dell'autore e dell'editore.

4. Le Università e le Istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica, nel rispetto della propria autonomia, adottano linee di indirizzo ispirate ai principi di cui ai commi 1, 2 e 3.

Sia chiaro a tutti che noi studenti non difendiamo affatto gli interessi di chi specula, letteralmente, sulla schiena degli alunni e sull'indispensabilità dell'istruzione primaria. Che siamo invece stupefatti per la lentezza con cui provvedimenti del genere (insufficienti e mediatori) siano assunti ad anni dalle proteste sacrosante di comitati di genitori e d'insegnanti onesti, insegnanti che non partecipano al mercato in qualità di «autori» a ripetizione di libri resi obsoleti ad ogni stormir di foglia. Mercato che deve essere immediatamente bloccato impedendo ad ogni scuola od istituto di adottare testi scritti da personale che hanno in ruolo. Se le loro «opere» sono così preziose ed «aggiornate» i colleghi dei loro autori faranno certamente a gara per adottarli senza reciprocità in altre scuole.

E gli editori, dalle cui opere apprendiamo continuamente quanto importante sia la libertà di mercato, che si assumano anche il rischio della libertà, e non lo trasferiscano più sulle famiglie degli alunni come fanno coi loro clienti Banche ecc..

Basta con questi mungitori di spesa pubblica e privata e con le loro lobbies nei partiti parlamentaristici.
Quindi NO anche alle «lavagne più o meno informatiche» che le misure governative vorrebbero adottare.

LOTTA DURA CONTRO GLI SCOPI DI OGNI BOTTEGA! SCUOLA ED L'UNIVERSITA' NON SONO UNA VACCA DA MUNGERE PER ALLEVARE PARASSITI MA STUDENTI !

LA VOSTRA CRISI NON LA PAGHEREMO NOI !!

la vostra crisi non la pagheremo noi

Non pagheremo la vostra crisi egregi banchieri e scommettitori di borsa. Né consentiremo al Governo ed alla gerontocratica CRUI mediazioni sulle nostre spalle. Basta con l'inutile (per noi) moltiplicazione delle cattedre e degli stipendi, basta con le assunzioni familistiche. Non è passato governo (divenuto poi opposizione) che non sia intervenuto sulla scuola 'riformandola' a modo suo. Ma noi non stiamo giocando ma pretendendo un livello di qualificazione adeguato all'attuale carenza di offerta di lavoro. E sono la scuola e l'università che devono adeguarsi e non solo noi poveri fessi a dover divenire «flessibili», «mobili» a ... 1000 Euro di stipendio precario, senza alcuna indennità e contributo sociale.

Il sospetto che l'attuale mondo universitario sia propedeutico al lavoro precario è legittimo dato che di fatto non fa che predisporci, per dirne una, con la mancanza di alloggiamenti e mense, ad un futuro precario ed instabile.

Non commetteremo l'errore di quelle categorie che per seguire il sindacalismo concertativo, hanno accettato tagli di salari e pensioni purché non si toccassero i loro, purché fossero fatti salvi i «diritti acquisiti». Ora i soldi di quelle pensioni e di quegli stipendi da posto sicuro, a «tempo indeterminato», se li stanno mangiando per sostenere i loro figli ormai trentenni ma ancora precari e senza futuro. Noi non avremo neanche quelli !!

Dalle attuali assemblee costituiamo una struttura permanente, che vada oltre la fallimentare rappresentanza dei «parlamentini» (!!!), per rendere permanente la nostra vigilanza e denunciare sprechi e clientelismo di chi scuola ed università gestisce concretamente.

Affinché non si lasci al singolo studente il peso di qualsiasi denuncia e soprattutto dell'inevitabile reazione corporativa.


ADERISCI A QUESTA INIZIATIVA SCRIVENDO A: com.studentesco@katamail.it

30/10/08 Genova v. Balbi

Comitato Studentesco Genova
http://comstudentesco.blogspot.com/

Fonte

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