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(11 Dicembre 2010) Enzo Apicella
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(La controriforma dell'istruzione pubblica)

Riforma Gelmini: cosa avverrà in classe?

(6 Dicembre 2008)

Il Parlamento ha approvato due leggi, la 133 e la 169, che incidono pesantemente sulla scuola pubblica.
La prima, la legge finanziaria di Tremonti, stabilisce il tributo che la scuola deve pagare per il risanamento economico: 8 miliardi di euro in tre anni. E’ la stessa legge che attacca l’Università e il Pubblico Impiego.
La seconda, la “riforma Gelmini”, riorganizza la scuola pubblica italiana in modo da eseguire il taglio richiesto dal ministro Tremonti.

8 miliardi di euro sono il 20% del finanziamento alla scuola pubblica.
Per la scuola privata, i tagli inizialmente ventilati sono stati ritirati.

In tutti gli ordini di scuola, dalla materna alle superiori, il risparmio avviene secondo i seguenti criteri:
1. aumento degli alunni per classe anche in presenza di bambini diversamente abili
2. aumento del numero minimo di alunni per costituire una classe
3. riduzione delle ore di scuola
4. eliminazione delle compresenze
5. eliminazione di tutte le sperimentazioni
6. accorpamento tra insegnamenti

Saranno tagliati 87.341 posti di lavoro tra i docenti e 44.500 tra il personale non docente.

Se la reale motivazione della “riforma” è questo lavorio di forbici, il contorno culturale sbandierato è quello di “eliminare i fannulloni” annidati nelle scuole e tornare alla scuola del buon tempo antico dove si bocciava tanto, si portava il grembiulino e ci si accontentava di imparare, in 35 per classe, a leggere e a far di conto.

Nello specifico della scuola media di I grado, i cambiamenti che la “Riforma Gelmini” porterà possono essere così sintetizzati:
1. diminuzione a 29 ore dell’orario scolastico con perdita di un’ora di insegnamento di Italiano;
2. scomparsa delle compresenze docenti e quindi della possibilità di svolgere il laboratorio di informatica, l’ora di alternativa alla religione cattolica e i corsi di recupero, le gite scolastiche e le uscite di istruzione;
3. scomparsa delle “ore a disposizione” non frontali ai ragazzi e quindi dei laboratori pomeridiani e della sostituzione dei docenti assenti;
4. eliminazione del servizio mensa;
5. aumento del numero di alunni per classe che possono arrivare a 31-32;
6. bocciatura anche con una sola insufficienza.

Solo nella nostra scuola dovrebbero scomparire 5 insegnanti di cui 3 di italiano.

La crisi degli speculatori finanziari non può essere pagata dalla scuola pubblica e dal diritto al sapere dei nostri ragazzi.
Il 12 dicembre partecipiamo come genitori e insegnanti allo sciopero generale contro le politiche economiche del governo. Il 16 dicembre dalle 15 in poi in Banchi, a Pisa, presidio per il NO GELMINI DAY deciso dall’assemblea nazionale delle scuole.

Comitato genitori insegnanti per la difesa della scuola pubblica - Pisa

Fonte

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