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Detroit bankrupt city

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(19 Luglio 2013) Enzo Apicella
Detroit è fallita, rischio di migliaia di licenziamenti e di tagli alle pensioni municipali

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(Dove và la CGIL?)

Dopo la cannonata a salve del 12 dicembre

(12 Gennaio 2009)

Non mi ero sbagliato a definire lo sciopero della CGIL del 12 dicembre scorso una cannonata a salve. In effetti non ha avuto alcun seguito e non poteva averne dal momento che non aveva avanzato alcuna rivendicazione limitandosi in un documento sulla crisi scopiazzato da scelte ministeriali a chiedere il niente, qualche aggiustamento burocratico alle feroci misure del governo ed associandosi come Bertoldo ad una richiesta demagogica ed irrealizzabile di flexisecurity: la concessione della CIG o equipollenti ammortizzatori sociali ai precari, una proposta che nasce dai contorcimenti dialettici derivanti dall'accettazione della realtà giuridica del precariato. Gli ammortizzatori sociali per il precariato,possibili in situazioni fisiologicamente normali, sono assurde e pazzesche in un Paese in cui il precariato è una Patologia creata dalla destra economica e politica per sostituire gradatamente il contratto di lavoro a tempo indeterminato e per tenere sotto il tallone di ferro del ricatto i nuovi assunti nelle aziende ed anche nella pubblica amministrazione. I precari " Alla fine del mese di settembre hanno raggiunto quota 2.812.700. Sono il 12 per cento del totale degli occupati in Italia. Dal 2004 al settembre scorso sono aumentati del 16,9 per cento. Ben 5 volte di più dell'incremento registrato dai lavoratori dipendenti a tempo indeterminato che sono cresciuti, nello stesso periodo, del 3,1 per cento. Il Mezzogiorno è la macro area dove sono più numerosi: ben 940.400 pari al 33,4 per cento del totale nazionale. "

Chiedere per questa massa di circa tre milioni di persone alle quali vanno aggiunti i finti autonomi ammortizzatori sociali è una follia. Per questi lavoratori la soluzione è un rientro nella normalità del rapporto di lavoro a tempo indeterminato (è anormale un contratto a termine rinnovato sei volte e oltre) ed il varo di una politica di sostegno dell'economia. Bisogna chiedere la trasformazione dei contratti a termine ed atipici in contratto a tempo indeterminato, senza farsi frastornare dal terrorismo sulla crisi che attraversa tutta l'economia capitalistica dopo le ruberie delle finanziarie americane.

Mentre il Direttivo della CGIL si limita a dire al Governo di non fare furbizie(è già la seconda volta che parla di furbizie dopo l'annunzio della settimana corta -edizione maligna ed antioperaia delle 35 ore francesi) Sacconi si inventa come rendere ancora più amara e difficile la vita ai lavoratori proponendo Casse Integrazioni differenziate per Regioni ed insistendo sulla riduzione della settimana lavorativa , una sorta di cavallo di troia per scardinare dall'interno l'art.18 ed il contratto a tempo indeterminato. Per fortuna molte delle nefandezze che propone il Governo non possono realizzarsi per difficoltà obiettive che nascono sempre quando si vuole fare entrare nella stalla l'asino per la coda. Ma ciò non toglie nulla alla disgraziata inadeguatezza della iniziativa della CGIL (degli altri due sindacati non ne parlo nemmeno essendo acquisiti al padronato ed al governo) incapace di proporre la difesa del salari e delle pensioni attraverso la loro indicizzazione, l'abolizione della legge sacconi-maroni (biagi), poteri statali al delegato alla sicurezza, il salario minimo garantito contro paghe orarie inferiori financo a due ore l'ora, l'abolizione dei ticket sulle medicine, l'abrogazione di tutte le norme di peggioramento delle pensioni, un tetto invalicabile agli stipendi da mille e una notte dei managers pubblici e privati, la gratuita degli incarichi politici e la commisurazione degli incarichi amministrativi a qualcosa non superiore del dieci per cento delle paghe epicali.

Ma la CGIL non avanzerà nuove proposte. Ha il tabù con il quale ha maledetto la normale attività sindacale di richiesta di miglioramenti della condizione dei propri associati e dei lavoratori. I lavoratori italiani oggi sono i peggio retribuiti d'Europa ma questo non preoccupa nessuno.

Quindi si andrà avanti cercando di migliorare di qualche virgola i decreti e le decisioni che spoglieranno del tutto i lavoratori italiani dei loro diritti, chiuderanno per sempre la speranza già abbandonata quando qualcuno decise che le classi non c'erano più ed io ho sempre le traveggole quando leggo le statistiche Istat che da più o meno sempre attorno a ventiquattro milioni di persone la classe operaia che non c'è più. Qualcuno l'ha cancellata con un trattino di penna........mentre aumentava di numero.

Pietro Ancona
sindacalista cgil in pensione

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