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(Il saccheggio del territorio)

Vicenza: una lettera aperta al sindaco

da parte dei comitati contro l'elettrosmog

(25 Marzo 2003)

Egregio Signor Sindaco,

Le scriviamo come “Coordinamento dei Comitati di Vicenza per la tutela dai campi elettromagnetici”, organismo aderente al Co.Na.Cem. e che raggruppa le varie realtà sorte spontaneamente in città, in risposta al diffondersi delle antenne telefoniche. Come Lei sa, sabato 8 marzo si è svolto presso l’auditorium Canneti un incontro avente per oggetto i rischi per la salute dei cittadini derivanti dalle emissioni elettromagnetiche delle antenne per la telefonia mobile, generosamente presenti su tutto il territorio comunale.

Questo argomento desta una forte preoccupazione in larga parte della popolazione; lo testimonia la massiccia adesione all’incontro sia di semplici cittadini sia di numerosi enti, associazioni, ordini professionali e, non da ultimo, di ventiquattro Suoi colleghi medici.

La preoccupazione è sicuramente giustificata dal proliferare indiscriminato di antenne sui tetti della città a cui abbiamo assistito e a cui si assisterà sempre più nei prossimi mesi per soddisfare le esigenze di collegamento Umts. Tutto ciò comporterà un’ulteriore impennata nei valori di campo elettromagnetico ai quali tutta la popolazione verrà, suo malgrado e in ogni dove, messa” in ammollo”, senza che siano state stabilite delle apprezzabili forme di protezione e di salvaguardia. Non è assolutamente vero che non esistano dati sui danni già accertati alle cellule ed agli organismi viventi, come incredibilmente affermato sul Giornale di Vicenza dell’11.3.2003. I tre relatori Medici del convegno ne hanno dato esauriente informazione stigmatizzando tra l’altro di incoraggiare l’uso del cellulare tra gli adolescenti o addirittura tra i bambini più piccoli.

Ci rincresce pertanto constatare come alla straripante partecipazione di pubblico presente al Canneti abbia fatto da contraltare la disarmante assenza della Sua persona o di quella di un qualsiasi membro della Giunta, malgrado foste stati da noi invitati ad intervenire; non abbiamo così potuto replicare alle argomentazioni delle lettere che Lei, con tanta rassicurante premura, ha voluto inviare ai cittadini residenti nelle zone di S. Andrea e di S. Pio X firmatari delle petizioni avverse alle invadenti collocazioni, al centro dei loro quartieri, di nuove potenti stazioni radio-base per la telefonia cellulare. Infine non abbiamo potuto comunicarLe anche la protesta del Quartiere Italia in merito all'installazione della stazione radio base di Via Pindemonte, per la quale sono già state raccolte più di trecento firme.

E’ questo il motivo che ci spinge ad inviarLe questa lettera aperta nella speranza di fare breccia tra i Suoi innumerevoli impegni e di riuscire a sottoporre le nostre obiezioni ai contenuti delle Sue missive, contenuti che, chiaramente, non possiamo condividere.

Innanzitutto non ci trova d’accordo la Sua compiaciuta esibizione del Regolamento di Vicenza in materia, che Lei indica “all’avanguardia a livello nazionale e internazionale” e che, come avremo modo di chiarire in seguito, è stato superato in peggio dalla recente normativa dello Stato. Nelle Sue lettere del 19 dicembre 2002 e del 9 gennaio 2003 Lei, Signor Sindaco, premette che le stazioni radio base installate rispettano la norma comunale in quanto la loro potenza risulta limitata (7 watt al massimo per antenna), tanto da venire definite dal Regolamento stesso “microstazioni”. Desideriamo far notare che queste presunte “microstazioni” altro non sono che delle stazioni di tipo tradizionale, ognuna munita di tre antenne direttive, il cui effettivo irradiamento è dato dalla potenza di alimentazione moltiplicata per il guadagno d’antenna: tradotto in pratica, ognuna di queste antenne potrebbe sprigionare fino a 700 watt di potenza. Secondo il Regolamento di Vicenza simili strutture possono essere piazzate ovunque, vale a dire sopra le abitazioni, in mezzo ai quartieri residenziali, vicino alle fabbriche, alle scuole e agli asili. In questo modo si espone a grave rischio chi costantemente ne subisce l’azione, visto che non viene effettuato alcun calcolo previsionale né alcun controllo preventivo di carattere sanitario e ambientale. La situazione è ancora più allarmante per le stazioni radio base preesistenti al Regolamento stesso (le cosiddette “macrostazioni”), poste anch’esse in mezzo alle abitazioni. Una di queste sorge incredibilmente a fianco dell’Ospedale Civile. Reputiamo si tratti di veri e propri scempi che, tra l’altro, nessuno ritiene seriamente di sottoporre a un’efficace opera di risanamento.

A tal riguardo il Coordinamento dei Comitati di Vicenza chiede che venga attuata una variante allo strumento urbanistico e che venga studiato ed adottato un nuovo Regolamento diretto a porre limiti efficaci e serie condizioni nelle modalità di installazione dei ripetitori cellulari, affinché non sia più possibile che simili impianti possano essere eretti in spregio alla salute pubblica e alla proprietà privata.

Proseguendo nella lettura della Sua comunicazione, Lei sostiene incredibilmente che “la delocalizzazione di qualsiasi impianto per telefonia in aree non edificate” ... “violerebbe il principio stesso della minimizzazione in quanto, per garantire il servizio nei quartieri più lontani, si dovrebbe aumentare la potenza delle antenne”. A tal riguardo ci permettiamo di far notare che non possono essere confuse le esigenze di copertura del territorio con quelle del traffico telefonico. A Vicenza esigenze di copertura infatti non esistono: se avrà la pazienza d’informarsi, Signor Sindaco, scoprirà che le sue presunte “microstazioni” hanno un raggio d’azione di alcuni chilometri; e’ del tutto superfluo chiedersi perché, se le antenne poste al centro della città soddisfano anche l’utenza delle periferie, non possa valere il contrario?

Perché allora non imporre l’utilizzo, con onere a carico dei Gestori, anche questo rigorosamente regolamentato, delle microcelle, celle queste sì a bassissima potenza, che garantiscono selettivamente, e in zone limitate, angoli di copertura molto ridotti, preservando le abitazioni e minimizzando, appunto, l’esposizione?

Per quanto ci riguarda, riteniamo inaccettabile prevedere, come fa il decreto “Gasparri”, che per l’installazione di impianti con potenza fino a 20 watt sia sufficiente la semplice denuncia di inizio attività e che il procedimento di autorizzazione contempli il meccanismo del silenzio assenso da parte della Pubblica Amministrazione.

Questi sono, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, impianti di natura industriale e, malgrado si tratti di impianti pericolosi, il decreto “Gasparri” attribuisce una esasperata e irrazionale preferenza all’interesse dei Gestori a discapito dell’interesse alla salute e alla tutela dell’ambiente. Lei potrà comprendere la nostra costernazione quando abbiamo appreso dalla stampa locale (cfr. “Il Giornale di Vicenza” del 23.10.2002) che Lei non solo non ha speso neppure una parola in Consiglio Comunale a difesa del Regolamento che Le è tanto caro, ma che si è limitato ad ascoltare in silenzio le affermazioni di chi, seguendo la disciplina di partito e tessendo lodi ingiustificate all’iniquo e incostituzionale decreto Gasparri (“un telefonino che riceve male perché ci sono pochi ripetitori genera radiazioni molto più dannose delle stesse antenne”, si è incredibilmente affermato), sosteneva che non vi è nessun problema ambientale, discutendo di cose che evidentemente non conosceva appieno (“nessuna prova scientifica di danni alla salute causati dai ripetitori”; “i limiti di legge sono i più bassi in Europa e nel mondo”) e soprattutto sprecando un’occasione per approfondire criticamente il problema.

Il Coordinamento dei Comitati di Vicenza chiede che il Comune di Vicenza, nel rilievo dell’evidente illegittimità e incostituzionalità del decreto, voglia disapplicarlo e a tutela dei propri cittadini si riappropri del potere di disciplina del proprio territorio.

Su questi temi chiediamo a Lei, prima Autorità sanitaria e di governo di Vicenza, a tutti i membri di Giunta, ai Consiglieri Comunali e a tutti coloro che intendono candidarsi alle prossime elezioni di esprimersi e di assumere così dinanzi a tutta la cittadinanza ogni responsabilità e impegno. Con l’occasione, distintamente La salutiamo.

Vicenza, 19 marzo 2003

Il Coordinamento Comitati di Vicenza

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