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Manuli chiama Innse: siamo con voi sul carro-ponte giù le mani dai nostri posti di lavoro!

Le lavoratrici e i Lavoratori della Manuli Rubbler di Ascoli Piceno scrivono a quelli della Innse

(10 Agosto 2009)

I casi della Manuli Rubbler di Ascoli e dell’Innse di Milano, così come tanti altrove, al di là della distanza in chilometri, sono legati da un sottile filo rosso che li accomuna: lavoratrici e lavoratori espulsi dalla loro fabbrica, impoverimento delle loro famiglie e dei territori in cui vivono.
La decisione delle nostre rispettive aziende di chiudere i battenti per ragioni apparentemente diverse, in realtà, mette in luce semplicemente due lati della stessa medaglia.
- il padrone della Manuli concepisce un solo modo di rilanciare l’azienda: tagliare il costo del lavoro. Dopo aver utilizzato dosi massicce di lavoro precario “usa e getta” prontamente eliminato di fronte alle prime avvisaglie della crisi, ora pensa di delocalizzare. Il suo pensiero va oltreconfine alla ricerca di manodopera a costo quasi zero;
- Il vostro padrone, tal Silvano Genta, non si cura nemmeno delle commesse in essere e si butta direttamente sulla speculazione per incassare immediatamente quanto più possibile dalla vendita dell’area diventata nel frattempo molto più “interessante” per investimenti sul piano immobiliare piuttosto che su quello produttivo e industriale.

In entrambe i casi il risultato è la perdita del posto di lavoro : 47 i dipendenti a rischio da voi, 375 da noi, senza considerare le ricadute sull’indotto. Tutti sacrificati sull’altare del “Dio profitto”.
La vostra lotta rappresenta oggi la punta mediaticamente più visibile di una resistenza operaia alla crisi e alla decisione dei padroni di utilizzarla come leva per riconquistare il comando totale e incontrastato della forza lavoro in ogni fabbrica. Da lì serve partire per provare ad annodare fili concreti di solidarietà ed unità d’azione tra tutto il mondo del lavoro.
Ai lavoratori sul carro-ponte e a tutti gli altri che li stanno sostenendo fuori dai cancelli va la nostra solidarietà ma anche l’appello a metterci in rete perché la vostra azione, simbolicamente esemplare, non rimanga isolata e senza speranza.
Divisi siamo tutti più deboli di fronte all’arroganza dei padroni a Milano come ad Ascoli così come in tutto il Paese.
Insieme vogliamo provare a vincere.
Oggi più che mai questo ha bisogno di azioni dal basso, autogestite, che ridiano fiducia nella lotta e scuotano dall’inerzia, quando non dalla totale subalternità alla logica delle imprese, tutti quei sindacati che con la difesa degli interessi dei lavoratori poco o nulla hanno ormai a che fare.

GIÙ LE MANI DALLA INNSE, GIÙ LE MANI DALLA MANULI, GIÙ LE MANI DAI NOSTRI POSTI DI LAVORO, QUI COME ALTROVE!

Ascoli Piceno, 8 agosto

(per contatti: Andrea Quaglietti – RSU Manuli - cell. 349.4103507)

LE LAVORATRICI E I LAVORATORI DELLA MANULI DI ASCOLI PICENO

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