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Welfare e immigrati: Cgil, Cisl e Uil in corteo contro la legge razzista

(25 Ottobre 2009)

TRIESTE. Scende in piazza la protesta di Cgil, Cisl e Uil contro il giro di vite voluto dalla Lega Nord per l'accesso ai benefici del welfare da parte di cittadini residenti da pochi anni in Friuli Venezia Giulia. Contro le recenti modifiche alle legge, definite "razziste e incostituzionali", martedì pomeriggio a Trieste, si svolgerà un corteo che culminerà in un comizio davanti alla sede del Consiglio regionale, impegnato nei lavori d'aula.

«Vogliamo sensibilizzare l'opinione pubblica contro questa legge che non è degna della tradizione di solidarietà e accoglienza che contraddistingue la storia della nostra regione», hanno spiegato. Alla manifestazione hanno già aderito una ventina di associazioni - come il "Centro Balducci" di don Pierluigi Di piazza -, molte delle quali rappresentano lavoratori immigrati, diversi partiti politici di centro-sinistra e diversi consiglieri regionali.

La manifestazione è stata presentata ieri a Trieste dai segretari regionali Giovanni Fania (Cisl) e Luca Vicentini (Uil), insieme a Renato Kneipp, della segreteria regionale Cgil. Secondo i sindacalisti la legge «colpisce e penalizza non solo chi lavora e paga regolarmente le tasse in regione, come gli immigrati regolati, ma anche le fasce più deboli e indifese, come i bambini e gli anziani». Secondo Cgil, Cisl e Uil a essere "ingiustamente colpiti" dal provvedimento, che verrà pubblicato nei prossimi giorni sul Bur (Bollettino ufficiale della Regione), saranno anche i cittadini italiani provenienti da altre Regioni e le persone non autosufficienti. «Insomma - hanno evidenziato - le categorie più fragili, ancora più in difficoltà in questo momento di crisi».

I manifestanti si concentreranno alle 14.30 in piazza dell'Unità d'Italia, mentre una delegazione verrà ricevuta dal prefetto di Trieste, Giovanni Balsamo. Alle 15 il corteo di muoverà lungo le vie del centro per raggiungere la sede del Consiglio regionale, «dove si terrà un comizio - ha spiegato Kneipp - che vedrà alternarsi agli interventi dei tre segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil le testimonianze di gente comune». A irrobustire le fila della manifestazione, "aperta a tutti i cittadini", è previsto l'arrivo di circa una trentina di pullman da tutta la regione. In piazza scenderanno anche rappresentanti del Pd, del Partito Comunisti italiani e sloveni, Sinistra e Libertà, Rifondazione Comunista. Ma hanno annunciato la loro presenza anche il vice presidente del Consiglio regionale Annamaria Menosso, insieme ai consiglieri regionali Sergio Lupieri, Franco Codega e Paolo Menis (Pd), Roberto Antonaz (Prc) e Igor Kocijancic (Sa).

Alla manifestazione, ha sottolineato Fania, ci saranno anche molti pensionati: «Sono stati tirati per la giacca dalla Lega Nord, ma non si lasceranno trascinare in una guerra tra poveri, in un giochino che li vuole mettere contro gli immigrati regolari nel percepimento di beneficio».

Dopo il comizio gli organizzatori chiederanno un incontro con i capigruppo o con la terza commissione consiliare. «Ci rivolgiamo al Consiglio regionale - hanno spiegato Kneipp, Belci e Visintini - perchè la legge è frutto di una proposta politica dei partiti e dal Consiglio è stata approvata, non dalla giunta regionale». Visentini ha poi reso noto che «la manifestazione sarà solo un primo passo». I sindacati, ha detto, «hanno dato mandato a un gruppo di giuristi di esaminare la legge per proporre ricorsi individuali, stimolare l'azione del Governo per incostituzionalità e per verificare una possibile azione presso la Corte di Giustizia europea». Nei prossimi giorni, ha annunciato, verranno rese note le conclusioni del pool di giuristi. Ma la questione del welfare verrà sottoposta anche al presidente della Regione Renzo Tondo, che i sindacati inconteranno mercoledì nell'ambito degli incontri convocati dal governatore per l'illustrazione della legge di bilancio. «Sarà l'occasione - hanno concluso - per esporgli le nostre ragioni e chiedere quali riforme la giunta intenda proporre dopo aver cancellato la legge sull'immigrazione».

Sonia Sicco
(Il Messaggero Veneto)

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