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(31 Gennaio 2012) Enzo Apicella

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(Il saccheggio del territorio)

In Abruzzo i disastri ambientali sono imposti dalla Regione

(14 Gennaio 2010)

Con un atteggiamento che si può definire autoritario, la Giunta regionale abruzzese dichiara l’intenzione di avviare i lavori di prelievo di centianaia di migliaia di metri cubi di sabbia, a ridosso di un tratto di costa che è parte integrante di una riserva regionale: Punta Aderci, a Vasto (CH). Lo scopo sarebbe quello di “donare” sabbia per il ripascimento di spiagge erose. L’assessore regionale Febbo ha annunciato infatti, che i lavori inizieranno il 10 febbraio prossimo e dureranno 90 giorni. Solo tre mesi di lavoro, che provocheranno sicuramente danni permanenti sulla costa, che per il suo valore naturalistico è unico in Abruzzo, ma che rischia letteralmente di scomparire se la cava sottomarina dovesse essere scavata.

Ma molti altri e diversi sono i potenziali danni ambientali che possono derivare dalla realizzazione della cava sottomarina, per una natura che cerca il suo equilibrio senza badare (ovviamente) ai piaceri, alle voglie o ai capricci dell’uomo: voragini nella sabbia dove la spazzatura presente in mare verrà risucchiata, creando praticamente discariche sottomarine, a pochi passi dalla spiaggia; ecosistema compromesso; correnti di ritorno pericolose per la balneazione, per citarne alcune. Mentre le cause reali dell’erosione delle spiagge, continuano a rimanere dove sono e ad essere ignorate. Costruzioni sottocosta, abusi edilizi, porti e porticcioli turistici, rappresentano, oltre che il guadagno per poche tasche, soprattutto la distruzione di un territorio abitato da molti. In un circolo vizioso che si autoalimenta e dove i profitti si traggono sia dalla cementificazione del territorio che distrugge le coste, che dalle pseudo-soluzioni a quelle distruzioni, che provocano nuovi mutamenti ecologici ai quali rispondere con altri scellerati ma ricchi progetti.

Se si considera anche che i comuni di Vasto (donatore di sabbia) e Casalbordino (ricevente) si sono detti entrambi contrari al progetto, così come le associazioni ambientaliste e moltissimi cittadini, è evidente che solo ignobili ragioni di carattere economico, che porteranno alcune aziende a mettere mano ai 21 milioni di euro finanziati, possono essere il pretesto per portare avanti un tale disastroso progetto.

L’imposizione del governo regionale abruzzese, non può che essere considerata una violenza mossa contro la sovranità popolare, per sacrificare sull’altare del profitto un tratto di costa di alto valore ambientale e tanto caro ai vastesi. Contro questa scelta, bisognerà attivarsi concretamente per promuovere e sostenere iniziative che dovranno vedere protagonista la mobilitazione dei cittadini.

Prc - Circolo Petrocelli di Vasto (CH)

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