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La Fiom e la Fiat

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(29 Dicembre 2010) Enzo Apicella
La Cgil attacca la Fiom per essersi opposta al ricatto di Marchionne

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Fiom e Cobas, uniti nel volantinaggio e contro l'accordo Fiat di Pomigliano

(15 Giugno 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.slaicobas.it

Martedì 15 Giugno 2010 18:46
Ai militanti si sono aggiunti anche gli esponenti del Prc, guidati dal segretario Ferrero. Ferrando: rivolta operaia

NAPOLI - Un volantinaggio è stato effettuato davanti ai cancelli della Fiat di Pomigliano d’Arco da parte degli iscritti alla Fiom e allo Slai Cobas. Ai lavoratori si sono aggiunti anche gli esponenti del Prc, guidati dal segretario Paolo Ferrero.

I tre gruppi, con propri volantini hanno spiegato le ragioni che li spingono a rifiutare l’accordo con i vertici. I volantini sono stati distribuiti ai dipendenti in entrata ed in uscita dal Gianbattista Vico tra il primo ed il secondo turno. «Un ricatto, non un accordo - tuona la Fiom nel proprio proclama - senza diritti saremmo solo schiavi». Nel volantino dello Slai Cobas si invitano i lavoratori a partecipare all’assemblea pubblica prevista per sabato mattina a piazza Mercato, mentre il coordinamento lavoratori Fiat Prc parlano di «ricatto» da parte della Fiat che «approfittando dalla paura generata dalla crisi vuole imporre una sorta di schiavitù senza catene».

FERRANDO - «Lo sciopero nazionale convocato dalla Cgil il 25 giugno può e deve combinarsi con una grande manifestazione nazionale a Pomigliano contro il piano Marchionne, che colpisce e ricatta gli operai italiani e polacchi. Solo un’aperta rivolta operaia, che renda socialmente ingovernabile il piano Fiat, può tutelare la dignità dei lavoratori di Pomigliano e sottrarli a un futuro di servitù». Lo propone Marco Ferrando, segretario del Partito comunista dei lavoratori. «Solo una mobilitazione generale del mondo del lavoro, al fianco dei lavoratori della Fiat - aggiunge - può rovesciare i rapporti di forza e aprire uno scenario nuovo per tutti i lavoratori. Per questo lo sciopero del 25 deve trasformarsi nell’inizio di una mobilitazione continuativa e radicale, sostenuta da tutte le sinistre politiche e sindacali, che ricomponga l’unità tra lavoratori pubblici e privati. Deve rivendicare la difesa dei diritti sindacali, il blocco dei licenziamenti, la ripartizione fra tutti del lavoro esistente, il ritiro della manovra Tremonti. E può anche ricordare a Bonanni - conclude il segretario del Pcl - che nel 1962 la rivolta operaia di Piazza Statuto a Torino contro un sindacato giallo, preparò la svolta dell’autunno caldo».

fonte: corrieredelmezzogiorno.corriere.it

www.slaicobas.it

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