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Randa, transessualita' allo scoperto

(3 Luglio 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.forumpalestina.org


Un libro pubblicato in Libano, che racconta la vita di Fuad, un giovane arabo transessuale nato in Algeria, che ora vive a Beirut come donna, Randa, ha aperto una finestra su angoli della società araba e islamica che ci sono poco noti.

Randa in "The Memoirs of Randa Trans", scritto assieme a un giornalista Libanese Hazem Saghieh, racconta senza timori la sua vita dall'infazia come maschio alla prima esperienza sessuale con un uomo, alle battaglie affrontate in famiglia, contro la società, la religione e gli abusi subiti nel suo paese d'origine, l'Algeria, e la scelta di vivere come transessuale.

Dopo avere subito minacce di morte decise di lasciare il paese e, con l'aiuto di amici che vivono in Libano, e un visto dell'Ue scaduto, raggiunse Beirut, dove si sta preparando per completare il processo chirurgico che le permetterà infine di diventare donna anche fisicamente.

La legge in Libano criminalizza i rapporti omosessuali, ma la stessa legge non dice nulla a proposito delle operazioni chirurgiche per il cambio di sesso che, pertanto, non sono proibite. Per questo motivo e anche perché il settore medico è a un buon livello, sono sempre di più le persone che si recano nel paese per cambiare sesso. In Libano, riferisce il sito www.middle-east-online.com, sembra ci siano almeno una persona ogni 50.000 che è contenta del proprio sesso.

Viene da chiedersi come mai in un paese arabo e islamico, dove gli uomini hanno diritti e privilegi negati alle donne, uno dovrebbe rinunciare ai privilegi che gli uomini hanno, cambiando sesso e diventando una donna con meno diritti e più problemi delle stesse donne nate donne. Forse perché, come dice Randa, «Noi dobbiamo far capire alla gente che la parola transessuale non è un termine riferibile al sesso e al piacere, ma all'identità della persona».

Non sembra che ci sia la stessa motivazione in Iran, dove c'è il più alto numero nel mondo di operazioni chirurgiche per cambiare sesso, secondo solo alla Tailandia. Fu lo stesso ayatollah Ruhollah Khomeini, a decidere per la prima volta sui diritti dei transessuali, che in Iran ricevono prestiti pubblici a basso interesse per le operazioni chirurgiche e ormoni gratis. Decisione che è stata riconfermata dagli altri ayatollah.

Ma quella che senza dubbio è un'apertura e un'accettazione delle differenze in un paese che pure è soggetto a pesanti quotidiane accuse da parte dell'Occidente, cozza purtroppo contro la punizione dell'omosessualità anche con la pena di morte.

Non sono pochi i critici che affermano che favorire il cambio di sesso, sia una politica messa in atto dal regime per arrivare alla eliminazione dell'omosessualità.

E d'altra parte i transessuali piuttosto che vivere da omosessuali perseguitati accettano di cambiare sesso sperando di poter vivere una vita normale, almeno come donne. Ma una volta diventate donne trovano con difficoltà a lavoro. Il sito www.middle-east-online.com aggiunge che molto spesso cadono in depressione, arrivando a tentare il suicido. Altre si lamentano che i loro compagni dopo il cambio di sesso non sono più attratti da loro.
(FonteNenaNews)

www.forumpalestina.org

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