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Pomigliania

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(24 Giugno 2010) Enzo Apicella
Mentre la Lega rilancia la secessione della Padania, gli operai di Pomigliano fanno fallire il plebiscito richiesto dalla Fiat.

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Il mattino e gli operai di pomigliano

(23 Luglio 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.operaicontro.it

il mattino E a Pomigliano la rabbia degli operai: fateci lavorare di Pino Neri POMIGLIANO (22 luglio) - Lo scorporo dell’auto dal gruppo Fiat al centro dei commenti anche degli operai dello stabilimento di Pomigliano d’Arco. Ma nella discussione c'è spazio anche per l'ipotesi Newco, la nuova azienda immaginata da Fiat per blindare l'accordo separato del 15 giugno e che dovrebbe rilevare personale e attrezzature della grande fabbrica in vista della produzione, entro il secondo semestre del 2011, della tanto attesa Panda.

«Secondo me tutto quello che sta facendo la Fiat è giusto. L'azienda deve fare così perchè il problema è di chi non vuole lavorare, cioè di tutti i sindacalisti e di tutti quelli che stanno dietro a loro», sostiene Massimiliano Uccello, 27 anni, di Melito, addetto al montaggio Alfa Romeo 159. Il tempo scorre veloce nel passaggio dal primo al secondo turno di lavoro. Sono quasi le due del pomeriggio e nonostante il sole impietoso un altro operaio, Diego Lana, 31 anni, di Napoli, si ferma per rispondere alla domanda sulle mosse societarie dell'azienda.

«Penso che tutto questo sia positivo - dice Lana - e credo che l'investimento per la nuova Panda non possa che essere la soluzione ai nostri problemi».

Il fiume degli operai in uscita dalla grande fabbrica passa attraverso il varco numero due, il varco riservato alle "tute blu". Tute che in realtà , per quanto riguarda la manodopera Fiat, sono di colore bianco e grigio. Le facce sono stanche e molti lavoratori preferiscono tacere.

Davanti al varco i militanti del movimento di estrema sinistra «Operai Contro» distribuiscono gratuitamente un giornale zeppo d'invettive all'indirizzo dell'ad Marchionne e dell'accordo separato. «Quello che sta facendo la Fiat mi sembra una presa in giro», stigmatizza un giovane operaio che preferisce mantenere l'anonimato.
In genere chi vorrebbe esprimere giudizi negativi sull'andamento della situazione in Fiat non vuole rendere nota la propria identità. Ma Antonio Marfella, 34 anni, di Fuorigrotta, e Dario Di Leva, 28 anni, di Acerra, del reparto montaggio, rompono questa sorta di consegna del silenzio, peraltro comprensibile. «Ormai non ne possiamo più - sbottano i due operai -: questa storia della Newco deve finire, non ci fa stare tranquilli, ci dà l'ansia. L'azienda si fermi e ci faccia lavorare in pace». Più avanti, nel parcheggio, un altro giovane lavoratore decide di fermarsi e di parlare nella calura che non dà tregua. «È molto semplice: se lavoriamo viviamo ma se non lavoriamo muoriamo - il crudo giudizio di Maurizio Matriciano, 29 anni, di Pomigliano -. I giapponesi sono molto forti e tutti gli altri concorrenti della Fiat lo sono altrettanto, anche se soffrono comunque le difficoltà di mercato. A questo punto - la conclusione di Matriciano - dobbiamo diventare forti anche noi e per farlo è ovvio che dovremo accettare sacrifici»....

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