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Per i tre operai della Fiat

Per i tre operai della Fiat

(25 Agosto 2010) Enzo Apicella
Melfi. La Fiat licenzia tre operai, il giudice del lavoro li reintegra, la Fiat li invita a rimanere a casa!

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(Licenziamenti politici)

Arcoria (NA): licenziato un delegato

(5 Luglio 2003)

Di lavoratori licenziati per ingiustificato motivo ce ne sono a centinaia, ma quando si arriva anche a falsificare le ragioni di un licenziamento significa proprio che si è arrivati a un vero delirio di onnipotenza da parte dei padroni. Questo è accaduto a Enzo Zampone, operatore archeologico napoletano con contratto da operaio edile, rappresentante delle Rsu all'Arkgeo. E' stato licenziato in tronco in base all'art. 98, per "assenza ingiustificata". Il telegramma è arrivato il 27 giugno, il giorno dopo un colorito colloquio con l'amministratore della società che aveva detto a un assistente: "Licenziamelo a questo, non lo voglio più vedere".

Zampone viene assunto 2 anni fa dall'Arcoria, consorzio di tre società edili con numerosi appalti per le infrastrutture dell'alta velocità e per scavi archeologici nel napoletano. Quando l'impianto di Caivano chiude chiude, viene messo in cassa integrazione insieme a altri 14 operai. Dopo qualche mese arriva una strana telefonata della compagnia che chiede a Zampone un intervento nell'albergo appena acquistato dal consorzio a Baia, sul litorale domizio, per rifare l'impianto elettrico. Si tratterebbe già di una prima violazione visto che il lavoratore era in cassa integrazione - pagato con i soldi dello stato - e quindi non impiegabile senza il ritiro del provvedimento. Enzo rifiuta, ma la compagnia non accetta che non si ottemperi a un "ordine impartito": sospende la cig e lo richiama in servizio.

La settimana scorsa ha iniziato di nuovo a lavorare, questa volta in un cantiere dell'Orion, l'altra società del consorzio, per il rifacimento di strade e marciapiedi in via Duomo, nel centro storico di Napoli. Dopo appena due giorni è convocato nuovamente dall'amministrazione, ufficialmente per ricevere lo stipendio di maggio, probabilmente una scusa per riuscire a trovare il pretesto per il licenziamento definitivo. Gli amministratori, infatti, che lo hanno sempre considerato un piantagrane in quanto unico rappresentante della Fillea Cgil, prima gli danno un ben servito verbale, poi gli mandano il telegramma per "assenza ingiustificata".

Zampone intanto in quanto rappresentante sindacale, non poteva essere in cassaintegrazione. Non solo. Nel caso in cui - come operaio comune - avesse davvero lasciato il posto di lavoro (e così non è stato) avrebbe potuto essere punito con una multa (un'ora o un giorno di sospensione). Non certo con il licenziamento.

Centro di documentazione e lotta - Roma

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