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La Scala

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(8 Dicembre 2010) Enzo Apicella
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(La controriforma dell'istruzione pubblica)

Uh, corvaccio!

(6 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.cattolicesimo-reale.it

Nei Promessi Sposi si racconta di due sbirri e un notaio che, avendo provato a passare attraverso una folla ostile con Renzo ammanettato, ci rinunciano, lasciano andare il prigioniero e cercano di filarsela mescolandosi alla folla. Ma il notaio, tradito dalla cappa nera, è riconosciuto e inseguito al grido di “Uh, corvaccio!”.

La reprimenda di “Avvenire”

La scenetta mi è rivenuta in mente leggendo quanto scrive il cattolico Davide Rondoni su “Avvenire” del 3 settembre a proposito dei “nostri ragazzi” e della scuola pubblica allo sfascio.

Gli insegnanti precari sono in rivolta in tutta Italia contro la Gelmini, che cerca di far passare per una “riforma epocale” i tagli selvaggi del tempo pieno, delle classi, del sostegno, dei docenti, eseguiti sotto dettatura di Tremonti. E Rondoni tuona dalle colonne del giornale dei vescovi contro chiunque osasse - ministra, governo, opposizione - strumentalizzare la tragedia della scuola anziché nobilmente adoprarsi per raddrizzare la barca, da cui dipendono i destini dei giovani “cerbiatti” e della nazione.

Senonché tutti sanno che la scuola sarebbe in condizioni meno pietose e meno costretta a rovinosi tagli se il denaro pubblico non fosse ormai metodicamente stornato, da molti anni, per finanziare le scuole private, assicurare indebiti stipendi a professori di religione nominati dai vescovi, assumerli addirittura in altre materie, a danno dei docenti “normali”, se restano disoccupati: una barca di soldi, pretesi con arroganza, in nome di Dio, proprio da quelli stessi che oggi ci impartiscono burbanzose prediche sui doveri verso la scuola e verso i “cerbiatti”.

Un po’ di autocritica, please

Analogo comportamento stanno tenendo molti giornali cattolici anche rispetto alla politica italiana in genere. Avendo fiutato l’aria che tira, non proprio favorevole al Caimano, o essendo scontenti dei suoi servigi e orientati a cambiare cavallo, “Avvenire” e altri fogli cattolici compresa (anche se con qualche “buona” intenzione in più) “Famiglia cristiana” sparano su quello stesso governo e quella stessa classe politica che hanno voluto e sostenuto proprio loro, o i loro superiori diretti, in nome dei “valori non negoziabili”.

Così, recitando due parti in commedia, ipocritamente maramaldeggia sulle disgrazie del paese proprio chi ne è concausa, e corre in soccorso dello stato laico, vestito da buon samaritano, lo stesso brigante che lo ha spogliato appena un po’ più in là. Becco e bastonato.

Non sarebbero più credibili, questi signori, se facessero, e suggerissero ai loro pastori, un po’ di sana autocritica? Forse così contribuirebbero anche a realizzare l’obiettivoche dicono di aver tanto a cuore: dare all’Italia la classe dirigente che le manca, un po’ più critica e un po' meno genuflessa; capace di servire gli interessi del paese anziché quelli della CEI e del Vaticano.

www.cattolicesimo-reale.it

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