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Coca Cola. La ricetta della felicità è... 17 lavoratori in mobilità

(6 Ottobre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Mercoledì 06 Ottobre 2010 16:11
«Dopo tre mesi di discussione tra Azienda Coca-Cola Italia srl e Organizzazioni Sindacali di categoria Fai Cisl - Flai Cgil - Uila Uil per trovare le soluzioni al progetto di riorganizzazione avanzato da casa madre l'azienda nella giornata di venerdì 1 ottobre ha deciso di aprire una procedura di mobilità per 17 lavoratori su un totale di 82 dipendenti pari al 22% della forza lavoro attuale». È quanto si legge in una nota di Flai Cgil Milano. Durante la trattativa il sindacato ha cercato di proporre misure alternative e meno drastiche per il futuro di 17 lavoratori, ma nulla da fare. «Le discussioni avvenute nei giorni e mesi precedenti per evitare e scongiurare i licenziamenti da parte di Coca Cola Italia situata in via Nazario Sauro 38 a Sesto San Giovanni non hanno trovato ascolto da parte della Direzione Aziendale. Le Organizzazioni Sindacali unitamente alla Rsu del sito - spiega la Cgil - hanno avanzato proposte di merito a partire dalla cassa integrazione, part-time, contratti di solidarietà, ricollocazioni presso società collegate, ricollocamento interno tramite formazione professionale e prepensionamento, tutte proposte rimaste inevase da parte di una Direzione aziendale italiana sorda e preoccupata solo di portare a casa il taglio del personale cosi come deciso dall'altra parte del mondo senza nemmeno preoccuparsi dell'impatto che questo crea a livello sociale per le 17 famiglie coinvolte in questa riorganizzazione. Un impatto per noi devastante - prosegue il sindacato - ricordando perché all'interno degli esuberi dichiarati ci sono lavoratrici monoreddito, assunzioni obbligatorie e ancora una volta le più colpite dalla riorganizzazione sono le donne. A fronte di questa decisione i lavoratori e le organizzazioni sindacali si attiveranno utilizzando tutti gli strumenti utili per scongiurare e far rivedere le posizioni di una azienda che utilizza ipocritamente in tutte le proprie comunicazioni valori come, la famiglia, la felicità e la positività per fare profitti e aumentare i propri volumi produttivi».

6-10-10

Alessandra Valentini

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