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I nuovi italiani, valore aggiunto per uscire dalla crisi

(22 Gennaio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

La diversità portata dall'immigrazione può essere fattore di crescita, parola di amministratore delegato. “La società del futuro si dovrà fare carico della scontentezza che stiamo vivendo. Se non lanciamo la sfida di responsabilizzare i singoli da questa crisi si salveranno solo le aziende. E nella società resterà il deserto”. A parlare è Otto Bitjoka della Fondazione Ethnoland, vice presidente di Extrabanca, e non la manda a dire.

Ieri nel tardo pomeriggio, nella sala Marconi di Radio Vaticana a Roma, si parlava di nuovi italiani, i figli di immigrati di seconda generazione (e ormai anche di terza), e del loro valore aggiunto – la diversity – nel mercato del lavoro. Non si tratta solo di vendere per esempio polizze assicurative ai propri connazionali giocando sul fattore etnico, ma invece aiutare i giovani meritevoli della nuova Italia, e di quella che verrà, a farsi grandi e a costruire una parità nel mercato del lavoro. Nel nostro Paese le imprese costituite da immigrati sono circa 220mila, un numero destinato a salire.

Grazie alla Fondazione Ethnoland, e con il contributo della Bosch, oltre una sessantina di giovani nuovi italiani lo scorso novembre a Milano, hanno avuto l'opportunità di incontrare la multinazionale tedesca e altre dodici società. I colloqui di orientamento per questi ragazzi sono stati anche un momento di formazione, di scambio. La partenership tra Bosch e Fondazioe Ethnoland è iniziata lo scorso giugno con la prima edizione di Talea, il master in leadership per giovani immigrati di seconda generazione.

La diversità è una strategia vincente per le imprese perché aumenta la competitività e questo lo sanno bene i Ceo che sono a caccia di opportunità per aumentare i profitti. Il punto è che la diversità, che ormai l'Italia sta vivendo da più di un trentennio, deve essere sfida per politiche migratorie e giovanili che tengano conto di questi fattori di cambiamento.
Lo scopo della Fondazione Ethnoland è proprio quello di sviluppare progetti volti a ottenere l'integrazione degli extracomunitari e la difesa degli immigrati sul territorio nazionale. Attraverso corsi di formazione, dibattiti, progetti di co-sviluppo si promuove un'azione sul campo. Ethnoland è' la prima fondazione nata in Italia che lavora per gli immigrati ed è promossa dagli immigrati stessi.

Se il nostro Paese, secondo uno studio dell'Università Bicocca, è il secondo in Europa per mancanza di mobilità sociale è arrivato il momento di fare tesoro delle energie portate da culture diverse per invertire la rotta.

Il fenomeno migratorio è sempre stato vissuto all'insegna dell'emergenza e tamponato con soluzioni che ammiccassero alla situazione politica piuttosto che alle esigenze e aspettative del paese reale. Il risultato della criminalizzazione del diverso ha riempito solo le carceri e le tasche degli sfruttatori rendendo al tempo stesso gli italiani solo più impauriti e sospettosi.

Antonella De Biasi - DirittiDistorti

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