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Sale numero operai palestinesi nelle colonie

Nonostante gli sforzi per il boicottaggio totale degli insediamenti israeliani in Cisgiordania e Gerusalemme Est, il numero di lavoratori palestinesi impiegati nelle colonie è in aumento.

(27 Luglio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Sale numero operai palestinesi nelle colonie

foto: www.nena-news.com

DOLEV RAHAT *

Gerusalemme, 27 luglio 2011, Nena News (foto dal sito alternativenews.org/italiano) - Mentre questi lavoratori vivono condizioni di sfruttamento, l’alto livello di disoccupazione nei Territori Occupati e i salari più alti nelle colonie costringono molti palestinesi a cercare un lavoro che contraddice l’aspirazione alla libertà dall’occupazione israeliana.

Secondo i dati pubblicati la scorsa settimana dall'Ufficio centrale palestinese di statistica, il 14,2% della forza lavoro palestinese è stata impiegata nelle colonie durante il 2010, segnando un lieve rialzo rispetto al 2009, quando la percentuale era pari al 13,9%. Dai dati forniti dall’organizzazione israeliana per i diritti dei lavoratori Kav Laoved risultano essere 28mila lavoratori, di cui 18mila hanno speciali permessi e sono impiegati principalmente nelle zone industriali delle colonie, mentre gli altri 10mila sono impiegati senza permesso nelle zone agricole della Valle del Giordano.

L’aumento della percentuale dei lavoratori nelle colonie cozza con il piano dell'Autorita' naizonale palestinese (Anp) di impedire del tutto ai palestinesi di lavorare nelle colonie e di rendere questo tipo di impiego illegale nel 2012. Inizialmente l'Anp aveva pensato di imporre la pena a cinque anni di prigione e sanzioni da 14mila dollari. Il ministro del lavoro, Ahmad Majdalani, a dicembre dello scorso anno ha affermato che il suo dicastero sta cooperando con l’Ufficio Nazionale per l’Economia al fine di creare un fondo per prestiti ai lavoratori impiegati nelle colonie.

Nonostante nel 2010 ci sia stato un declino del tasso di disoccupazione nei Territori Palestinesi Occupati, il valore resta ancora alto: 37,2% nella Striscia di Gaza e 17,2% in Cisgiordania. Un livello tanto alto certamente spinge i lavoratori palestinesi ad accettare qualsiasi tipo di lavoro, nonostante le contraddizioni politiche derivanti dall’impiego nelle colonie. Un’altra ragione che spiega l’incremento della percentuale degli impiegati nelle colonie è la grande differenza di salario tra i Territori e gli insediamenti. Mentre il salario medio giornaliero è pari a 76,9 Nis in Cisgiordania e 46,2 a Gaza, un lavoratore palestinese nelle colonie guadagna mediamente 150 Nis al giorno.

Inoltre, c’è molta differenza anche tra il salario dei lavoratori con permesso e quello di chi non lo ha. Secondo i dati di Kav Laoved, il salario medio giornaliero dei lavoratori nella Valle del Giordano oscilla tra 60 e 80 Nis, vicina alla media della Cisgiordania. E anche questi lavoratori subiscono cattive condizioni di lavoro.

I sindacati palestinesi sostengono l'Anp nel boicottaggio del lavoro nelle colonie e lo percepiscono come uno strumento di resistenza all’occupazione israeliana. Questi sindacati non forniscono assistenza ai lavoratori negli insediamenti. Anche tra gli stessi lavoratori non c’è un’opinione unica sul boicottaggio. Alcuni lo sostengono e preferiscono lavorare nell’Area A con un salario più basso. Altri si oppongono, per timore di non trovare entrate alternative. In ogni caso, i lavoratori criticano la dichiarazione unilaterale dell'Anp, presa senza consultarli. Gli stessi dipendenti hanno sollevato la questione di un’eventuale compensazione nel caso lasciassero il loro lavoro nelle colonie. Ma secondo l’analisi di Kav Laoved, le possibilità di compensazione sono minime.

Kav Laoved è impegnata nell’organizzazione dei lavoratori fuori dai sindacati già esistenti. Questo include, tra l’altro, la richiesta di attuazione della sentenza del 2007 dell’Alta Corte per cui la legge israeliana sul lavoro va applicata anche ai lavoratori palestinesi nelle colonie: devono essere retribuiti con la paga minima prevista dalla legge e devono godere degli stessi diritti sociali. La lotta viene combattuta principalmente nei tribunali del lavoro, ma anche a livello politico attraverso contatti con il Ministero dell’Industria, del Commercio e del Lavoro. Molti dipendenti nelle colonie chiedono che venga applicata ai lavoratori palestinesi la legge della Giordania o che le loro condizioni di lavoro siano uguali a quello del mercato del lavoro palestinese.

In un solo caso, i lavoratori palestinesi della fabbrica Solor nella zona industriale di Nitzani Oz, vicino Tulkarem, scioperarono ad ottobre dello scorso anno, dopo il licenziamento di 19 dipendenti. Grazie a questo, come riporta Kav Laoved, c’è stato un miglioramento delle condizioni di lavoro nelle colonie nell’ultimo periodo e alcune fabbriche hanno cominciato a pagare il minimo salariale ai palestinesi. Nena News

*Alternative information center

http://www.alternativenews.org/italiano/index.php/topics/news/2899-nel-2010-aumento-dei-lavoratori-palestinesi-nelle-colonie

Nena News

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