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(2 Agosto 2012)
02 agosto 2012
Lo scorso 25 luglio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo n. 109 del 16 luglio 2012, ossia il provvedimento di regolarizzazione di immigrati irregolari. Si tratta della possibilità di legalizzare i rapporti di lavoro fino ad ora non dichiarati, che coinvolgono persone straniere già presenti in Italia. I datori di lavoro ammessi sono i cittadini italiani o di uno Stato membro dell’Unione Europea e chiunque sia titolare del permesso di soggiorno Ce, noto come carta di soggiorno, e che abbia un reddito minimo la cui soglia sarà definita più avanti. Ma non sono questi gli unici requisiti richiesti al datore di lavoro. Saranno esclusi, infatti, quanti negli ultimi cinque anni sono stati condannati per favoreggiamento dell’immigrazione irregolare o per reati legati alla prostituzione e allo sfruttamento dei minori. E ancora, non sarà ammessa la domanda di chi, nelle sanatorie precedenti, non abbia garantito al lavoratore l’ottenimento del nulla osta.
I dipendenti, per essere regolarizzati, devono essere presenti in Italia senza interruzione, dal 31 dicembre 2011. Per verificare la loro presenza prima di quella data, trattandosi di persone irregolari, sarà necessario esibire qualsiasi documentazione rilasciata da un ufficio pubblico, come per esempio la tessera sanitaria provvisoria, il visto d’ingresso o la domanda di asilo… Non è ammesso chi abbia subito un provvedimento di espulsione legato a motivi di ordine pubblico, di sicurezza dello Stato e chi sia segnalato dalla banca dati Schengen come inammissibile. Analoga sorte per chi sia stato condannato per uno dei reati previsti dall’articolo 380 del codice di procedura penale. Ma dall’8 agosto (entrata in vigore del decreto) e fino alla conclusione del procedimento di emersione (15 ottobre), saranno sospese le espulsioni tranne che nei casi sopra indicati.
Per quanto riguarda il rapporto di lavoro da legalizzare, questo, l’8 agosto, deve essere già in corso da almeno tre mesi e deve sussistere anche al momento della presentazione della domanda di regolarizzazione. Il tempo utile per la formulazione della richiesta sarà di un mese, dal 15 settembre al 15 ottobre 2012.
L’aspetto dolente è quello che riguarda il costo della regolarizzazione. Il datore di lavoro, infatti, per ogni istanza presentata (non è possibile andare oltre le tre domande), dovrà versare 1000 euro oltre ai contributi relativi alla durata del rapporto di lavoro. Quello economico è il punto che preoccupa le organizzazioni partecipanti al Tavolo Nazionale Immigrazione, che chiedono al governo di non introdurre ulteriori costi; costi che, nonostante siano formalmente a carico del datore di lavoro, rischierebbero di tradursi, come in passato, in una nuova e pesante tassa di accesso per il lavoratore.
Si tratta di una considerazione che merita di essere accolta per evitare che, anche questa volta, come è accaduto nella sanatoria del 2009, si crei una vera e propria compravendita di lavoro e di lavoratori. E che si scopra, solo successivamente, che abbiamo assistito a una “gigantesca truffa”.
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