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PRESIDENZIALISMO E MAGGIORITARIO PER UNA SVOLTA AUTORITARIA: SERVE L’’OPPOSIZIONE PER RILANCIARE LA REPUBBLICA COSTITUZIONALE

(29 Ottobre 2013)

ilvo

Ilvo Diamanti

28/10/2013

Ilvo Diamanti riassume bene oggi sulle colonne di Repubblica il senso complessivo della kermesse fiorentina della Leopolda: “Democrazia Diretta e Personalizzazione”. Del resto il Corriere della Sera titola efficacemente “ La sfida di Renzi per il governo”. E’ evidente come il tema del “partito” che pure avrebbe dovuto, nell’’occasione, essere all’’ordine del giorno è stato tranquillamente sorpassato nei fatti.

Sviluppando un collegamento tra quanto accaduto nella due giorni fiorentina con l’’approvazione, avvenuta qualche giorno fa, da parte del Senato della legge che modificando i tempi previsti dall’’articolo 138 ha aperto la strada a una modifica della Costituzione se ne può dedurre facilmente, e senza alcuna tema di apparire catastrofisti, che si prepara una svolta autoritaria.

Una svolta autoritaria sulla base della quale rispondere con durezza alle insorgenze sociali che stanno cercando di rispondere alla ferocia capitalistica di gestione della crisi.

Una risposta dall’’alto che, in assenza di una soggettività politica comunista, anticapitalista, di opposizione per l’’alternativa, si propone decisamente di limitare la presenza di una pluralità di espressioni democratiche all’’interno del sistema politico italiano.

Una combinazione micidiale composta da una leggere elettorale maggioritaria e da una forma di governo di tipo presidenziale in funzione del definitivo trionfo dell’’antico schema della riduzione dell’’eccesso di domanda attraverso il distacco definitivo della politica dalle istanze sociali.

E'’ nostra opinione da sempre, e ci pare il caso di ribadirla anche in quest’’occasione: il passaggio dal sistema proporzionale a quello misto maggioritario/proporzionale avvenuto nel 1993 (con successiva modifica nel 2005: sistema proporzionale “finto” con abnorme premio di maggioranza, varietà di soglie di sbarramento, liste bloccate) ha avuto una funzione decisiva nella crisi verticale che sta incontrando il sistema politico italiano e l’’insieme della convivenza sociale e civile nel nostro Paese.

Così come l’’apparente inarrestabile processo di personalizzazione della politica, colpevolmente imitato anche a sinistra del PD con esiti disastrosi, appare – dal nostro punto di vista come un vero e proprio “pericolo n.1”, da combattere trovando la capacità di riproporre il ruolo politico e sociale dei partiti e degli altri corpi intermedi, ricordando come il sindacato confederale ha ormai perso ogni residua capacità di incidere sulle questioni fondamentali riguardanti il mondo del lavoro e l’’intera società italiana.

Questo è il succo delle questioni che abbiamo di fronte oggi, verificando l’’impoverimento generale di milioni e milioni di persone, l’’esistenza di veri e propri “nodi scorsoi” imposti dall’’Europa, la crescita esponenziale della disoccupazione, la fine dello stato sociale.

Non insistiamo sulle questioni della qualità della democrazia per una sorta di vezzo politicista ma perché il tema è strettamente connesso alla possibilità di affrontare in maniera alternativa la drammatica situazione in atto.

Il terreno degli assetti politico – istituzionale è del tutto confinante con quello delle questioni economico – sociali, al riguardo delle quali non basta l’’opposizione generosa dei movimenti e della piazza.

Per questi motivi indichiamo nell’’opposizione al presidenzialismo, nella proposta di sistema elettorale proporzionale, nel rilancio della Repubblica costituzionale fondata sul Parlamento e sul concetto di democrazia rappresentativa, i cardini di un’’iniziativa politica da portare avanti da subito nel Paese senza alcun timore di descrivere le cose per come stanno davvero proprio nel senso del rischio di una deriva di tipo autoritario.

Chiamiamo tutti ad assumere un ruolo di responsabilità allo scopo di esprimere, prima di tutto, una ferma opposizione a questo progetto di limitazione nelle possibilità di espressione democratica.

E'’ necessario porci l’’obiettivo di fondo di una politica che recupera i criteri della legittimazione sociale, nell’’idea di una rappresentanza quale fattore fondamentale di ritorno a processi d’’inclusione politica.

Franco Astengo

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