">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni    (Visualizza la Mappa del sito )

Cose nostre

Cose nostre

(20 Luglio 2012) Enzo Apicella
20 anni dopo la stagione delle bombe e gli omicidi Falcone e Borsellino nessuna verità sulle collusioni tra stato e mafia

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Stato e istituzioni)

SISTEMA POLITICO ITALIANO: LA COSTRUZIONE DI UN REGIME

(7 Dicembre 2013)

Una premessa indispensabile al breve ragionamento che si cercherà di sviluppare in quest’occasione: è necessario, infatti, approfondire, sul piano dell’analisi, le dinamiche in atto nel sistema politico italiano intese sotto l’aspetto di un vero e proprio spostamento negli assi di riferimento complessivo.
Alcuni elementi , abbastanza incautamente, sono stati sottovalutati nell’ultimo periodo: la crisi verticale della democrazia che rappresenta una peculiarità della situazione italiana; e il peso che rivesta ancora, nella determinazione degli equilibri politici e sociali il cosiddetto “Stato – Nazione” il cui superamento, sia nella direzione europea, sia al riguardo della globalizzazione è ancora, per così dire, lontano da essere completato.
Dopo la premessa, un’affermazione netta che rappresenta la “struttura portante” di questo tentativo di analisi: in Italia si sta costruendo un “regime”, di tipo diverso da quelli totalitari che questo termine ci richiama alla mente: un “regime” di tipo nuovo, ma comunque un sistema politico incentrato sul rafforzamento di determinati interessi economico – sociali, con l’opposizione ridotta ai margini (anche attraverso l’elaborazione di un’apposita legge elettorale) e “il segno del comando” attribuito ad alcune figure monocratiche verso le quali le sole possibilità d’azione dovrebbero essere quelle, neutralizzato il conflitto e i possibili agenti di questo in forma di “corpi intermedi”, concesse dalla cosiddetta “democrazia del pubblico”, del resto facilmente manipolabile attraverso gli strumenti di una comunicazione di massa orientata in senso pressoché unico.
Una costruzione di “regime” che si realizza attraverso l’applicazione di alcune teorie ( chi aveva detto che le ideologie come la storia erano finite?) ben precise: la più importante è quella del cosiddetto “eccesso di domanda” da tagliare attraverso la riduzione del rapporto tra politica e società allargando la forbice delle differenze sociali (su questa base le centrali capitalistiche hanno governato la fase impoverendo, cancellando i livelli minimi di welfare, aumentando la disoccupazione e di conseguenza lo sfruttamento e la precarizzazione del poco lavoro rimasto).
La “riduzione del rapporto tra politica e società” si realizza attraverso l’espressione di precise opzioni politiche poste su di un piano sistemico: la governabilità intesa quale espressione esaustiva dell’agire politico; il presidenzialismo autoritario da estendere a tutti i livelli istituzionali, di cui è espressione diretta l’attuale Capo dello Stato; la legge elettorale maggioritaria attraverso la quale si punta a cancellare quasi completamente il concetto di “rappresentatività politica” intesa sia in direzione delle istanze sociali, sia rispetto alle opzioni d’indirizzo politico.
Una cancellazione del concetto di “rappresentatività politica” orientata, prima di tutto, verso quelle espressioni di alternativa di sistema e del sindacato di classe come abbiamo visto bene nel corso di questi anni: a questa cancellazione, alla quale è necessario ribellarci, ha contribuito molto il deficit di cultura politica espresso dalle forze della cosiddetta “sinistra radicale”, presenti nel panorama politico italiano e, in particolare, da Rifondazione Comunista adeguatasi, fin dall’inizio degli anni 2000, agli indirizzi di fondo assunti dai protagonisti del progetto di distruzione della democrazia repubblicana.
Rifondazione Comunista ha così introiettato nel suo modo d’essere la personalizzazione della politica, il movimentismo “codista”, il governismo senza scopi e senza principi, sia a livello centrale sia, soprattutto, a livello periferico.
Su questi punti che di seguito si ribadiscono per comodità d’esposizione si sta costruendo un vero e proprio “regime”, che ammetterà il solo contraltare di chi si colloca all’interno del sistema, escludendo (o meglio facendo di tutto per escludere) chi non solo si colloca all’opposizione ma si pone anche in difesa di un diverso modo di concepire la politica sul modello della Repubblica Parlamentare disegnato dalla Costituzione Repubblicana e propone non una semplice alternanza di governo ma una radicale alternativa di sistema.
Questi, allora, i punti cardinali della costruzione del “regime”
1) Riduzione del rapporto tra politica e società, con prevalenza dell’economia sulla politica;
2) Presidenzialismo
3) Governabilità intesa come esaustiva dell’agire politico;
4) Cancellazione della “rappresentatività politica” attraverso la legge elettorale maggioritaria.
Per rispondere a una domanda che pure si era avanzata nei giorni scorsi il PD appare, proprio in relazione a questi quattro punti appena enunciati, il soggetto – architrave del “regime”.
Non esiste più, quindi, un riferimento, pur labile, a un possibile centrosinistra al riguardo del quale appuntare la prospettiva di richiamare, in una qualche maniera, schemi di alleanza ormai totalmente superati: “fronti popolari” e “compromesso storico” ormai appaiono strumenti politici del tutto obsoleti e chi pensa ancora, in questa chiave, al vecchio schema dell’unità della sinistra appare ormai al di tutto fuori dalla storia.
L’idea di “Fronte” se mai deve essere declinato in maniera completamente diverso: di difesa della democrazia, di opposizione e di alternativa e l’autonomia teorica, di prospettiva politica e d’azione la sola possibilità perseguibile.
L’invito, alla fine, è rivolto a quanto rimane della sinistra politica antagonista: riflettere su questi punti, in termini di analisi sistemica è indispensabile e urgente.

Franco Astengo

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «"Terza Repubblica"»

Ultime notizie dell'autore «Franco Astengo»

6921