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Sull'incidente ferroviario in Giappone

(26 Aprile 2005)

Il gravissimo disastro ferroviario di questa mattina, accaduto nel super-tecnologico Giappone, con oltre 50 morti e 350 feriti, ci riporta immediatamente al disastro ferroviario di Crevalcore del gennaio scorso.

Le prime notizie giunte sul deragliamento parlano di velocità eccessiva e di un solo macchinista alla guida del treno e, per giunta, con scarsa esperienza. Ma và? “Errore umano”, anche li!!!

Eppure tutto questo è accaduto dove il cosiddetto progresso tecnologico nel campo ferroviario è all'avanguardia nel mondo, spesso citato come esempio da imitare (sic!?).

La realtà ancora una volta ci riporta con i piedi per terra. La tecnologia è fondamentale per migliorare la sicurezza, ma altrettanto determinante è l'uomo, con la sua esperienza e le sue conoscenze.

I disastri più gravi, nei vari settori dei trasporti e della produzione, sono proprio avvenuti a causa dell’eccessiva delega alla tecnologia e senza valutare gli affetti che produce l’organizzazione del lavoro.

Di fronte a queste tragedie i vari governi dovrebbero interrogarsi sul come invertire la rotta per dare ai cittadini un servizio ferroviario più sicuro.

Cosa si sta facendo in Italia per la sicurezza, dopo Crevalcore?
Si continua a minacciare e a sanzionare i lavoratori che lottano per la sicurezza e restano confermati i licenziamenti dei ferrovieri che ne hanno denunciato le carenze;
Si assumono macchinisti precari con il part time che influisce negativamente sull'esperienza e sulla professionalità;
Non si modificano le norme che si sono rivelate inadeguate e che hanno peggiorato le condizioni di sicurezza;
Si introducono tecnologie che hanno il solo scopo di ridurre l’equipaggio di macchina a macchinista solo. Proprio nei prossimi giorni riprenderanno le trattative che coinvolgeranno anche i sindacati nella definizione di quale di queste “inutili diavolerie” sia la “migliore”, al fine di affidare la guida dei terni ad un solo macchinista.

Su tutto ciò vediamo un fronte sindacale ancora deciso ad ignorare le motivazione che i ferrovieri hanno posto alla base della vertenza sicurezza nell’assemblea di Bologna del 12 gennaio e le indicazioni provenienti dai delegati e dai loro stessi quadri, come è accaduto nell'assemblea generale del 27 gennaio. Il monito, evidentemente, riguarda le responsabilità del Governo e dell’Impresa, ma è indirizzato anche ai sindacati, i quali, su questo argomento devono sapere che non hanno carta bianca. In ogni caso non possiamo avere atteggiamenti passivi di fronte a questi disastri, per questa ragione restiamo mobilitati in quanto lavoratori interessati da una ristrutturazione infinita e permanente e come cittadini, per convincere tutto il Paese che la sicurezza nel servizio pubblico deve essere una priorità assoluta.

25 aprile 2005

P. il Coordinamento RLS/RSU 12 gennaio
Savio Galva

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