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I ritardi e i retroscena dei contratti pubblici.

(31 Luglio 2005)

Il 27 maggio è stato siglato il protocollo d’intesa tra Governo e sindacati sul rinnovo dei bienni economici 2004-2005 dei contratti pubblici. Con quell’accordo il Governo si impegnava ad avviare quanto prima le trattative, ma ad oggi c’è stata solo la dichiarazione del 21 luglio del Ministro della Funzione Pubblica Baccini, che ha comunicato di aver avviato la procedura per l‘approvazione degli atti di indirizzo per i contratti dei vari comparti pubblici, atti che, dopo l’approvazione da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, saranno trasmessi all’Aran per l’apertura delle trattative. Tempi che si preannunciano ancora più biblici!

Al danno enorme di un rinnovo al ribasso, con un “recupero” salariale al di sotto sia dell’inflazione reale che di quella programmata, si è aggiunta la beffa: dopo quasi 2 mesi non c’è traccia degli “agognati” e “favolosi” incrementi economici, con la pessima prospettiva di uno slittamento degli stessi a fine anno 2005/inizio 2006, considerato che una parte degli aumenti dovrà avere la copertura economica solo con la prossima Legge Finanziaria.
Inoltre i lavoratori sono stati tenuti all’oscuro del fatto che, dopo le 2 paginette della Preintesa firmata, c’era una parte dell’accordo (che non è stata sottoscritta per presunti dissidi tra i sindacati confederali) che metteva come obiettivi per il prossimo rinnovo contrattuale (da gennaio 2006):

Il superamento dell’inflazione programmata, con criteri diversi, fedeli agli andamenti e alle compatibilità europee (se oggi perdiamo potere di acquisto immaginiamoci cosa succederà con aumenti a discrezione del Governo!);

L’allungamento dei contratti (almeno a 4 anni), uniformando il periodo normativo/giuridico con quello economico. Tutto questo significa che gli aumenti salariali (già ridicoli di per sé) avverranno ogni 4 anni.

La contrattazione integrativa basata solo sui risultati di produttività;

Il blocco delle assunzioni per i prossimi 3 anni (che porterà ad un ridimensionamento negli organici di 60 mila unità);

Riduzione nei comparti pubblici di 110 mila lavoratori a tempo indeterminato entro il 2007, con un ulteriore ridimensionamento degli organici, abbattendo inoltre il personale dedito alla gestione del personale dal 35% al 15% e…tanti saluti alla possibilità di stabilizzazione delle centinaia di migliaia di precari!

L' accordo del 27 maggio, da noi a ragione definito il peggior attacco alle esigenze economiche dei lavoratori, diventa uno zuccherino di fronte ai contenuti della prossima Finanziaria, che il Governo sottobanco sta preparando con la condivisione totale della parti sociali/sindacati confederali, e che servirà per sferrare il successivo, devastante passaggio.

La Pubblica Amministrazione non può subire attacchi come quelli degli ultimi anni; dopo le ferie estive serve una risposta generale e conflittuale dei lavoratori pubblici (e non solo), sino ad arrivare allo sciopero generale.

COBAS Pubblico Impiego
aderente alla Confederazione COBAS

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