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il pane e le rose

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Report della riunione nazionale per la Palestina del 10 dicembre

(13 Dicembre 2005)

Si è svolta sabato 10 dicembre a Roma la riunione nazionale per discutere la proposta di una manifestazione nazionale per la Palestina nei prossimi mesi. E’ stata una discussione estremamente interessante e partecipata (21 interventi) con presenze dalla Puglia alla Toscana, da Torino alla Sardegna, da Genova a Padova, segno inequivocabile che questa esigenza era sentita e condivisa da molti.

E’ stata decisa la data del 18 febbraio come indicazione per la manifestazione nazionale. Sui contenuti si è sviluppata una discussione propositiva e positiva che ha sottolineato la continuità con le mobilitazioni e le piattaforme di questi tre anni (dal 9 marzo del 2002 ci sono state ben quattro manifestazioni nazionali e decine di iniziative locali sulla Palestina).

Anche la settimana internazionale contro il Muro dell’apartheid di quest’anno ha visto numerose iniziative locali che hanno cercato di rimettere la Palestina al centro dell’iniziativa politica (dalla questione dei prigionieri palestinesi al diritto al ritorno dei profughi, dalla riuscita campagna di solidarietà con il sindaco di Marano attaccato per aver dedicato una strada ad Arafat alla targa affissa a Roma).

Ma è stato anche riconosciuto autocriticamente che queste iniziative non hanno espresso la forza politica di una manifestazione nazionale che – come negli anni scorsi – tenesse aperta la questione palestinese nell’agenda politica dei movimenti e della sinistra. Tant’è che questo “buco politico” è stato subito riempito – in negativo – dalla marcia pro-Israele organizzata da Giuliano Ferrara e dalla presentazione pubblica di “Sinistra per Israele” che introduce un elemento enorme di squilibrio nell’immagine e nella sostanza del rapporto tra la sinistra italiana, la Palestina e il mondo arabo più in generale. E’ un elemento preoccupante, anche perché se Berlusconi ha dato vita al governo più filo-israeliano d’Europa (incluso un pericoloso accordo di cooperazione militare con Israele), si manifesta il rischio concreto che il prossimo possibile governo di centro-sinistra non introduca alcun fattore rilevante di discontinuità con il governo delle destre su questo terreno.

Da ciò nasce l’esigenza di rimettere con forza i diritti del popolo palestinese al centro dell’agenda politica nazionale ed internazionale. Lo richiede la situazione sul campo (sia in Palestina che in Iraq), lo richiede l’urgenza di demolire la pericolosa illusione che quella di Sharon sia la prospettiva di pace e non il disegno di annessione definitiva di gran parte della Cisgiordania e di liquidazione di uno Stato palestinese effettivo e non formale.

Proprio per questo si è deciso di dare rilevanza nella manifestazione nazionale alla richiesta di date certe per “uno Stato palestinese indipendente, pienamente sovrano e sicuro nei confini del 1967 e con Gerusalemme Est capitale adesso” che renda concreta e non liturgica la parola d’ordine dei due popoli per due Stati, tra l’altro sarebbe utile ricordare che molti progressisti palestinesi e israeliani da sempre sostengono la tesi di uno stato democratico e laico per i popoli che vivono in quel territorio. Ma questo sembra essere un processo storico più lungo e complesso di quanto auspicabile.

Il secondo punto aggiuntivo per la manifestazione nazionale è la richiesta di revoca dell’accordo di cooperazione militare Italia-Israele (insieme a quella del ritiro dei militari dall’Iraq) sia per l’attuale governo che per il prossimo, come atti concreti di rottura con le politiche belliciste.

Nella discussione sono stati anche sottolineati altri temi, come quello dell’islamofobia dilagante nel nostro paese che –a differenza dell’antisemitismo di cui vengono accusati tutti coloro che sostengono la causa palestinese – non si limita alla sfera del pregiudizio ma è diventata un vero e proprio sistema legale (con leggi e decreti ad hoc che discriminano e sanzionano i cittadini arabi o di religione islamica nel nostro paese), o la richiesta sanzioni-disinvestimento-boicottaggio verso Israele a cui hanno fatto appello a luglio 162 organizzazioni palestinesi dei territori occupati, dei campi profughi e dei residenti in Israele.

E’ stato fatto un invito pressante a preparare con cura a livello locale la manifestazione nazionale del 18 febbraio, discutendo nelle prossime settimane con tutte le realtà e sollecitando la ripresa di attenzione e confronto sulla questione palestinese e le sue connessioni (vedi la guerra in Iraq, le minacce di guerra contro Siria, Libano, Iran etc.). Si tratta di coinvolgere nella preparazione e nella partecipazione alla riuscita della manifestazione. A tale scopo verranno preparati un volantone e un manifesto da distribuire a livello nazionale ed è stata riconvocata per domenica 15 gennaio una nuova riunione nazionale a Firenze (il luogo verrà comunicato al più presto).

Forum Palestina

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