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Fassino: La TAV si farà c'è scritto nel programma dell'Unione

Chi dice il contrario fa il furbo. Pensi piuttosto di chiedere ai propri candidati coerenza con gli obiettivi e il programma dell'Unione

(14 Febbraio 2006)

ROMA - "Penso che dobbiamo ristabilire delle regole. Ogni posizione è legittima, ma poi a un certo punto si deve decidere e non può che prevalere un criterio di maggioranza. Ogni minoranza ha diritto di esprimere le proprie posizioni ma non ha diritto di paralizzare una maggioranza, altrimenti non si governa e i cittadini non si fidano". A otto settimane dal voto la pazienza di Fassino viene messa ancora una volta alla prova da una lacerante disputa sulla Tav. Ma il segretario dei Ds non ha dubbi: discutere con tutti "per dare risposte alle paure", approfondire tutto quello che c'è da approfondire, ma la Torino-Lione si deve fare perché serve all'Italia e all'Europa.

Segretario Fassino, non siete neanche al primo tornante e rischiate già di andare fuori strada?
"Diciamo una cosa subito con chiarezza: l'alta velocità in Val di Susa non è una ferrovia locale e neanche soltanto il tratto di una ferrovia italiana. Stiamo parlando di quel grande corridoio paneuropeo che parte da Lisbona e Londra, i due rami si unificano a Lione, attraverso la Val di Susa entra in Italia, prosegue fino a Trieste e poi Lubiana, Budapest, Kiev, Mosca. Quindi un'opera strategica per l'Italia e per l'Unione europea. L'Italia non può permettersi di stare fuori da questa rete senza pagare un prezzo economico e sociale molto alto. Il punto, quindi, non è se fare la Tav o non farla perché sarebbe un grave errore e un danno per il paese non realizzare quest'opera. Il punto vero è come farla".

Difficile, considerando l'ostilità delle popolazioni locali.
"Si deve affrontare un nodo che ormai si pone non solo in Italia ma in qualsiasi paese ogni volta che si deve fare una grande opera, sia una centrale elettrica che un impianto di smaltimento rifiuti o una ferrovia veloce. Si è diffuso nel mondo un atteggiamento di diffidenza o di rifiuto: fatela dove volete ma non nel mio giardino. Di fronte a questo atteggiamento bisogna evitare due reazione sbagliate. La prima è di farsi paralizzare dalla paura e dall'eventualità di rischi prima ancora di verificare se i rischi ci siano davvero. E il secondo è di alzare semplicemente le spalle come se le inquietudini e le paure non dovessero ricevere delle risposte. Invece si tratta di fare la Tav in modo sicuro e non devastante. Bisogna liberarsi da letture ideologiche che non aiutano e non servono. La Tav non è l'ultimo simbolo dello Stato Imperialista delle Multinazionali, come qualcuno pensa. E' un'opera che serve allo sviluppo economico e sociale del nostro paese e dell'Europa".

Per ora l'opposizione dei movimenti locali resta piuttosto forte.
"Se oggi siamo in questa situazione c'è una responsabilità molto seria di Lunardi e del governo di centrodestra che in nome di quel decisionismo sbrigativo che è tipico di chi non tiene in considerazione i cittadini e le loro inquietudini, ha avviato l'opera senza dare corso a tutte le valutazioni di impatto ambientale e sociale. E invece se vogliamo costruire una alta velocità sicura dobbiamo fare tutti gli accertamenti. che naturalmente vanno consentiti e non impediti in nome del pregiudizio ideologico".

La sinistra più radicale continua a dire che la Tav in Val di Susa non è nel programma dell'Unione.
"C'è qualcuno che fa il furbo. Perché a pagina 138 del programma dell'Unione sta scritto in modo chiaro che "priorità della politica dei trasporti e della mobilità è l'integrazione del sistema di mobilità italiano nelle grandi reti europee". Siccome il Corridoio numero 5 è uno degli assi delle grandi reti europee, è chiaro che questa formulazione significa che noi intendiamo realizzare il Corridoio numero 5 in tutte le sue tratte".

L'obiezione è che nel programma si parla di Gottardo e Brennero, non di Torino-Lione.
"Il riferimento che viene fatto in questo testo a Gottardo e Brennero è esemplificativo, non esclusivo. C'è scritto: "dare priorità alle direttrici vicine alla saturazione, come ad esempio quelle verso il Gottardo e il Brennero". Ripeto, c'è qualcuno che fa il furbo".

Un avvertimento a Bertinotti, Diliberto e Pecoraro Scanio?
"Non è un avvertimento, è una considerazione. Se qualcuno pensa che andiamo al governo per non fare le cose, si sbaglia. Abbiamo il dovere e la responsabilità di realizzare le opere necessarie a sostenere lo sviluppo economico e sociale del paese. Naturalmente abbiamo il dovere di farlo nella sicurezza dei cittadini".

E i tempi? Le discussioni portano via tempi lunghissimi.
"Quello che è accaduto dimostra che il decisionismo che passa sulla testa dei cittadini poi i tempi li allunga. Perché se Lunardi avesse discusso con i sindaci della Val di Susa e avesse fatto tutte le verifiche, adesso non dovremmo ricominciare daccapo. E non si sarebbe determinata un'ostilità che per superarla ci vorrà più tempo di quello richiesto per ottenere consenso".

Intanto lei se la deve vedere con Ferrando e Caruso alla testa dei no global e nelle liste di Rifondazione comunista.
"Ogni partito è sovrano nello scegliere i propri candidati, ma è responsabilità di ogni leader chiedere ai propri candidati coerenza con gli obiettivi e il programma dell'Unione. Le dichiarazioni di questi giorni di Ferrando e Caruso sono inconciliabili con la politica dell'Unione".

Cosa le hanno detto Bertinotti e gli altri oppositori della sua intenzione di fare la Tav?
"Risposte piuttosto imbarazzate con argomenti assai deboli, ma noi non possiamo chiedere un voto per governare l'Italia trasmettendo l'idea che abbiamo paura di mettere in campo grandi opere. Metterebbe in discussione la nostra credibilità".

Berlusconi si vanta spesso delle sue Grandi Opere.Volete fare a gara a chi ne fa di più?
"Sfatiamo il mito delle Grandi opere del centrodestra. La verità è che negli anni del centrodestra la legge obiettivo è stata un fallimento. Hanno elencato 125 opere di interesse strategico, ne hanno finanziate non più di una quindicina e si sono aperti i cantieri di tre o quattro. Lo stato di avanzamento dei lavori riguarda l'1,5 per cento dell'investimento globale. Quasi tutto quello che Berlusconi inaugura sono progetti e finanziamenti dei governi di centrosinistra".

(14 febbraio 2006)

Repubblica

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