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La manifestazione del 18 febbraio è un risultato politico importante

(17 Febbraio 2006)

Siamo ormai alla vigilia della manifestazione nazionale del 18 febbraio per la Palestina. In questi anni abbiamo sistematicamente verificato che la convocazione di iniziative politiche tese a mettere al centro dell’agenda politica la lotta di liberazione del popolo palestinese suscita polemiche e distorsioni che dovrebbero offuscarne i contenuti. Anche questa volta non ci sono state eccezioni,
pazienza. Noi intendiamo andare avanti serenamente ma con determinazione nel lavoro di informazione e mobilitazione al fianco dei diritti del popolo palestinese, come abbiamo fatto dal 2001 a oggi, insieme a tutte le realtà che non si sono piegate all’omologazione bipartizan filo-israeliana o ai ricatti verso chi si oppone alla politica di occupazione coloniale della Palestina.

E’ confortante registrare come in queste ore le adesioni alla manifestazione stiano crescendo in modo impressionante. Abbiamo notizia di nuovi pullman da varie parti d’Italia e soprattutto della messa in moto di un processo di partecipazione, autoconvocazione e autorganizzazione estremamente significativo. A poche ore dalla manifestazione, vorremmo avanzare alcune valutazioni e precisazioni:

1) L’obiettivo della manifestazione del 18 febbraio già nella sua preparazione è stato ampiamente raggiunto. Nella sua preparazione ci sono state decine di assemblee e incontri sulla Palestina in tutta Italia. I palestinesi adesso sanno che un pezzo della società e della sinistra italiana è apertamente al loro fianco e che in Italia è emerso come il campo politico non sia stato lasciato in mano alle fiaccolate di Ferrara o alla “sinistra” per Israele. Tre mesi fa la situazione era completamente diversa. Oggi anche le esternazioni di Rutelli che difendono la continuità con la politica filo-israeliana del governo Berlusconi non sono passate indenni e, come è stato affermato nella conferenza stampa, annunciamo che saremo di nuovo in piazza se il nuovo governo non darà segnali di radicale discontinuità con la politica filo-isreliana e filo-statunitense del governo Berlusconi.

2) Vogliamo riaffermare che i contenuti della manifestazione del 18 febbraio corrispondono al programma storico e alle prospettive della lotta di liberazione del popolo palestinese: lo Stato palestinese indipendente con Gerusalemme Est capitale, il ritiro delle colonie israeliane, il diritto al ritorno dei profughi, la liberazione dei prigionieri, lo smantellamento del Muro. Sembrerebbe una “piattaforma d’urto” mentre in realtà si tratta di risoluzioni dell’ONU. Una sinistra che scende al di sotto di questo, deve porsi molte domande.

3) In questi anni abbiamo condotto una battaglia politica e culturale su alcuni punti precisi.
Abbiamo ritenuto che la parola d’ordine dei “due popoli due stati” fosse divenuta del tutto inadeguata rispetto alla realtà sul campo. Al contrario, occorre riaffermare con forza che senza la nascita di uno Stato palestinese indipendente parlare di “due stati” e di negoziati diventa un alibi drammatico e depotenziante.
Abbiamo ritenuto che introdurre la categoria del terrorismo nella questione palestinese fosse una capitolazione alla propaganda israeliana e statunitense e una negazione del diritto alla resistenza dei popoli sottoposti all’occupazione militare e coloniale. Ciò resta valido per la Palestina ma anche per l’Iraq.

4) Nel nostro paese, la questione della resistenza dei popoli sotto occupazione continua ad essere demonizzata o ridicolizzata. In realtà nei movimenti contro la guerra e la globalizzazione imperialista nel resto del mondo, la questione della resistenza è stata assunta come parte del programma stesso dei movimenti che si oppongono alla guerra. In Italia su questo era stato compiuto un passo avanti nella manifestazione contro la guerra del 19 marzo dello scorso anno e un passo indietro nella convocazione della manifestazione contro la guerra del 18 marzo di quest’anno.La manifestazione nazionale del 18 febbraio per la Palestina intende essere un passaggio preparatorio e di chiarificazione anche sui contenuti della prossima giornata internazionale del 18 marzo che prevede una manifestazione nazionale a Roma a cui parteciperemo ed invitiamo a partecipare portando i nostri contenuti, inclusa la legittimità della resistenza palestinese ed irachena.

Ci vediamo tutti in piazza sabato 18 febbraio a Roma e ringraziamo sin da ora tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita di un importante appuntamento politico per la Palestina…ma anche per la nostra dignità di attivisti, militanti, nomadi del popolo della sinistra e della solidarietà.

Il Forum Palestina

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