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(Call center e lotta di classe)

Atesia licenzia con la polizia

Quattrocento fuori sui mille previsti, le liste appese, i pianti, gli agenti dentro il call center. Secondo chi ha protestato sono «licenziamenti mirati». Adesso bisogna ritirare l'accordo, e far partecipare tutti i lavoratori

(28 Maggio 2006)

Avevano visto chiaro, i ragazzi del Collettivo precari di Atesia. L'azienda del gruppo Almaviva ha cominciato ad applicare il cosiddetto «accordo» firmato l'11 aprile con Cisl, Uil e mezza Cgil; in pratica, ha cominciato a buttare fuori i primi 300-400 lavoratori su una cifra totale prevista di quasi 1.000. E' il risultato dello scambio ineguale previsto da quell'accordo: la «stabilizzazione» per un numero ridicolo di dipendenti a contratto «atipico» - appena 176 su circa 4.000, per di più part time a 5 ore su cinque giorni e turni distribuiti dalle 6 a mezzanotte -, la promessa di assunzione per altri 426 «a inserimento» e 1.100 «apprendisti» (dopo magari 5 o 5 anni di presenza continuativa).

Ieri questi lavoratori erano stati convocati per il rinnovo dei contratti. Una convocazione di routine, in altri tempi, perché sono tutti contratti a «progetto», rinnovati ogni tre mesi. Uno alla volta - esiste una «lista nera», ma nessuno ha potuto vederla) sono scesi al piano «-1», nel sotterraneo, per conoscere la propria sorte. Molti hanno così scoperto che non erano stati «rinnovati», cioè licenziati. Sempre uno alla volta salivano per chiedere delucidazioni al proprio «responsabile di campagna» (Atesia è un call center dove l'organizzazione del lavoro è organizzato per campagne pubblicitarie o per commesse) e qui si sono trovati al centro di una scena da inizio '800: il responsabile comunicava di non dover loro nessuna spiegazione, mentre tre o quattro poliziotti al suo fianco vigilavano che tutto filasse liscio.

In qualche caso si sono sentite urla fin sulla strada, con gente che usciva piangendo e momenti di tensione palpabile, con i licenziati fermi in picchetto davanti agli ingressi e un folto schieramento di polizia.
I «non rinnovati» hanno il volto dei ragazzi del Collettivo, naturalmente; ma anche dei lavoratori che avevano partecipato agli scioperi di quest'ultimo anno e mezzo. Ma non mancavano le persone semplicemente attente alla propria dignità che si erano a volte difese verbalmente dai peggiori eccessi di capisala e sorveglianti vari.

Nessun dubbio che si tratti di un «repulisti selettivo» innescato legalmente da una schifezza di accordo che neppure è stato sottoposto al vaglio dei diretti interessati (e dire che il Nidil-Cgil aveva fissato il referendum per il 15 maggio). Altre volte c'erano stati dei mancati rinnovi, ma avevano sempre riguardato gente stufa di farsi trattare così o che trovava un posto migliore. Stavolta invece sono una massa, e tutti per qualche ragione invisi all'azienda. A nulla è servito l'annuncio che, nei giorni scorsi, la «la Cgil tutta, tramite il segretario generale della Slc, diffidava il Gruppo Almaviva dall'applicare l'accordo dell'11 aprile, tenuto conto dell'ispezione del ministero del lavoro cui l'azienda era stata sottoposta». Del resto, la Cgil sconta la firma inopinatamente apposta sotto l'accordo da Rosario Strazzullo (Slc) e da Nicoletta Rocchi (della segreteria confederale). A nulla sono fin qui serviti gli interessamenti del presidente del X municipio d Roma, Sandro Medici; né quello degli assessori regionali.

Il neo-sottosegretario al ministero del lavoro, Rosa Rinaldi, fino a qualche giorno fa era vicepresidente della provincia di Roma. In quella veste aveva conosciuto la barbarie della vita all'interno di Atesia, e l'aveva definita «la faccia più moderna della schiavitù». Ora che tutti si rivolgono al ministero del lavoro perché intervenga in questa vicenda - vergognosa anche perché Atesia è proprietà di Alberto Tripi, tra i primi sostenitori della Margherita rutelliana - è bene che la risposta sia chiara. Come minimo un'immediata messa in moratoria di quell'accordo.

Atesia è un test chiave per le promesse del centrosinistra sul tema della precarietà. Se quello che è accaduto ieri non sarà modificato, questo governo dichiarerà che il mondo del lavoro non è tra le sue priorità. Un pessimo inizio.

Francesco Piccioni(IL Manifesto 27 Maggio 2006)

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Commenti (1)

TESTIMONIANZE DAL LAGER DI ATESIA

RIMETTO TESTIMONIANZE LAVORATORI DEL LAGER ATESIA DI PROPRIETA' DI
ALBERTO TRIPI CHE FORAGGIA RUTELLI
ESPERIENZA N.1Buona serata a tutti.

Dopo anni (non pochi) di rottura, di sacrifici, di vituperi "made in
ats", di tanto sudore della fronte, dopo tanti e tanti briefing
(addirittura in diretta prossimità della scadenza contrattuale),
cazziate dei clt per tel, doppie-cuffie, giornate lavorative morendo di
caldo, di bruciore agli occhi e di tonsillite (perché se non ci vai
anche in quelle condizioni non fai soldi), il sottoscritto, e altre
diverse centinaia di ct lap e non solo (la cifra s'aggirerebbe sul
migliaio di poveracci) di diverse campagne, sono andati in questi
giorni (e ahimè continuano) a fare 3/4 d'ora di fila presso il
famigerato piano "meno1" per poi non ritirare il contratto lap.
Gli ats (gentucola fallita e raccomandata priva di alcun senso del
pudore e di un briciolo di sensibilità umana) hanno solamente
affermato, senza guardarti in faccia e con malcelato fastidio (come se
senza lavoro fossero rimasti loro), "ehh, mi dispiace...".
A noi, anzi a me, del "mi dispiace" proprio non me ne importa un bel
corno, perché dopo anni di lavoro, guardandosi l'un l'altro in faccia
ogni maledetto giorno, un lavoratore, con la L maiuscola, non un
pezzente come loro, non può e non deve essere destinato "alla porta"
in questa maniera. Per di più considerando che la maggior parte dei
"cacciati" sfiorerebbe i 30anni, con tanto di laurea in tasca,
attributi bronzei lì sotto (donne comprese), e andando
fondamentalmente a testa alta, almeno per quel che mi riguarda.
Non esiste nessun'altra realtà lavorativa simile a Roma e nel centro
del Paese. Neppure all'Alcatel sarebbero quasi-quasi capaci di tanto.
Neanche i poveri metalmeccanici Fiat di Cassino hanno subìto tanto.
A noi, altra gente senza raccomandazione, non c'è stata neanche data
la "possibilità" della cassa-integrazione.
Veltroni ha di nuovo vinto le elezioni comunali romane, e ciò sarà un
nuovo incentivo per Atesia per continuare ad operare un crudele
processo di osmosi nella forza lavoro degno della peggiore politica da
"costruttori di piramidi".


Grazie Atesia per lo schifo che produci nelle vite di migliaia di
giovani, di meno giovani e delle loro famiglie.


Augurandomi che falliate il più presto possibile e che, dai "leader"
ai "vigilantes", possiate trovarvi d'improvviso in mezzo ad una strada
a lavare i vetri delle automobili (perché di più non meritate), vi
auguro altresì (perché tanto lo so che mi state leggendo, visto che
vi grattate tutto il giorno navigando in internet senza lavorare) di
andare al diavolo il più celermente possibile, anche perché non penso
che elementi di terz'ordine come voi che vi vantate del vostro essere
dei dipendenti o dei "capi" di una "azienda" decotta come Atesia,
possiate meritare un giorno in più di vita su questo mondo.


Mi perdoneranno gli amici che amministrano il forum, ma non potevo non
parlare non utilizzando questi termini.


Ciao a tutti e scusate ancora.


Che Vergogna

TESTIMONIANZA 2
A venti giorni dalla fine del contratto non sappiamo ancora nulla di
certo del nostro destino. Inoltre non squilla da più di tre mesi con
conseguente perdita vertiginosa del reddito.Intanto gli ATS e I PL
quelli a tempo indeterminato girano per le sale ridendo e scherzando
indifferenti all' angoscia e all' ansia che pervade noi tutti...
Questi bastardi ci trattano come animali e io giorno dopo giorno sto
diventando animale...Giorno dopo giorno stanno uccidendo quel poco di
umanità che mi è rimasta. Ho il diritto e il dovere di difendermi da
questi bastardi con tutte le forze e con tutti i mezzi che un'animale
ha disposizione.

gli ats e i pl girano ridendo e scherzando,tanto a fine mese prendono
comunque il loro stipendio e i loro buoni pasto.per quanto riguarda che
non squilla per atesia non e' un problema,tanto il cliente tim non paga
atesia solo per il numero di chiamate che prende ,ma paga anche il
presidio di ogni operatore che rimane in postazione.
mettiamo il caso che se un operatore prende in 6 ore 10 telefonate,la
tim paga ad atesia oltre le 10 telefonate un fisso per ogni ora che
l'operatore rimane in postazione,è ovvio che anche se squilla poco
atesia guadagna comunque.
lo sciopero di venerdi serve anche a lasciare il presidio scoperto e
non far guadagnare atesia,anzi se ci sono la code ,atesia per ogni
chiamata persa deve pagare delle penali al cliente.

(30 Maggio 2006)

weisse.rose

weisse.rose119@tiscali.it

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