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SOLDI PER I CAPITALISTI E SACRIFICI PER I LAVORATORI ANCHE IN FRANCIA

(30 Aprile 2024)

Dal n. 136 di "Alternativa di Classe"

Christophe Béchu

Christophe Béchu, Ministro francese della Transizione Ecologica

Il governo francese ha abbassato le previsioni per la crescita del PIL nel 2024 all'1% dall'1,4%, poichè le guerre in Ucraina e Gaza e il rallentamento dei principali partner commerciali, Germania e Cina, hanno oscurato le prospettive.
Il premier cinese Li Qiang ha sottolineato l'importanza della costruzione di una relazione stabile tra Cina e Francia, sottolineando il contributo che entrambi i Paesi possono dare allo sviluppo mondiale attraverso la cooperazione multilaterale. Questo è emerso durante l'incontro avvenuto nei giorni scorsi a Pechino tra il premier cinese e il Ministro francese per l'Europa e gli Affari esteri, Stephane Sejourne, come riportato dal quotidiano cinese Global Times.
Secondo alcuni esperti, la visita di Sejourne ha cercato di preparare il terreno per future interazioni di alto livello tra i leader dei due Paesi imperialisti. Si tratta di andare verso un maggiore allineamento degli interessi strategici tra Cina e Francia, superando alcune differenze, per cooperare su questioni di rilevanza. Il premier cinese ha affermato che le relazioni sino-francesi sono da tempo all'avanguardia nei rapporti della Cina con le principali potenze occidentali, 'influenzando profondamente il mondo'.
Il debito pubblico in Francia è passato dal 20% del PIL nel 1980 al 58% nel 2000, all'85% nel 2010, e al 111,8% nel 2022. Nel primo semestre del 2023, il debito pubblico è stato quantificato in 350 miliardi di euro, ossia 44.850 euro per ogni francese.
Intanto la Francia sta per inaugurare una nuova centrale per energia nucleare. Si tratta della centrale di Flamanville della Electricitè de France (EdF), la maggiore azienda produttrice e distributrice di energia in Francia, la cui costruzione è iniziata nel 2007, e che avrebbe dovuto entrare in funzione nel 2012.
E invece il taglio del nastro avverrà con ben 12 anni di ritardo e dopo una spesa che dagli iniziali 3,3 miliardi di euro previsti è arrivata alla fine a diventare di 13,2 miliardi: quattro volte di più. L'Amministratore delegato della EdF, Luc Rèmont, ha annunciato che l'ambizione del Gruppo francese è di nuclearizzare l'Europa, costruendo ben ”due reattori all'anno” nel continente. La EdF, azienda detenuta al 100% dallo Stato, progetta di installare reattori di terza generazione European pressurized reactor (Epr) in Francia e in Europa su “scala industriale”, così ha detto Rèmont.
Una scommessa per un'azienda gravata da un debito colossale di 54,4 miliardi di euro. Tanto più che la EdF è già impegnata nel rilancio di un programma nucleare nazionale, che prevede fino a 18 reattori Epr2 (una versione più moderna dell'Epr). Sono bastati 13 anni dal disastro di FUKUSHIMA in Giappone, nel Marzo 2011, perchè rinascesse l'entusiasmo dei capitalisti francesi intorno all'energia nucleare.
Il nucleare è nato nel secondo conflitto mondiale come arma di distruzione di massa, e il Giappone è stato il primo teatro di morte per questa tecnologia militare, nata per essere un'arma potentissima dell'imperialismo, e viene utilizzata anche come risorsa di energia dal capitalismo.
Una fonte di energia costosissima, fonte di forza e potere politico per le classi borghesi al potere. FUKUSHIMA e le tragedie che l'hanno preceduta, sono la prova lampante che le prime vittime dei crimini, come quello denunciato in Giappone, sono i lavoratori impiegati e sfruttati nei progetti industriali e nelle conseguenti catastrofi in nome del profitto. Solo la lotta di classe è in grado di difendere il pianeta da queste barbarie.
Il Ministro francese della transizione ecologica, Christophe Bèchu, dopo aver suscitato preoccupazione l'anno scorso, quando ha dichiarato di voler 'preparare il nostro Paese a un aumento della temperatura di +4 gradi', ha ribadito il concetto al termine della 28° Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
'Prospettare una traiettoria di 4 gradi non significa essere pessimisti, ma basarsi su quanto ci dicono gli esperti del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) e delle Nazioni Unite: la tendenza ci porta verso un aumento fra i 2,8 e i 3,2 gradi a livello globale e di 4 gradi per il nostro Paese '. Presentando il riscaldamento globale come una fatalità alla quale ci si deve adattare, il governo profetizza una gestione capitalistica degli inevitabili disastri ambientali.
Anche per i proletari francesi le ragioni per cui battersi e promuovere la lotta di classe ci sono tutte. Contro la guerra, sempre più presente, e per la salvaguardia dell'ambiente. Classe, quella proletaria, che non può certo pensare di commuovere ministri come Christophe Bèchu o riformisti con il piagnisteo sul futuro negato. Poichè il proletariato, fin dal suo primo apparire sulla scena della Storia, il proprio futuro, insieme a quello dell'intera specie, ha sempre dovuto conquistarselo con scioperi, lotte, battaglie spesso sanguinose.
Anche in Francia non è ancora finito il tempo delle punizioni collettive. Non appena un immigrato commette un reato, si levano voci per chiedere una legge che penalizzi tutti gli stranieri.
Si contano numerosi dirigenti politici impazienti di punire i genitori per le ”malefatte“ dei loro figli. Questa idea ha recentemente conquistato l'area politica del Presidente Macron: 'alla prima infrazione bisognerebbe sanzionare economicamente e con facilità le famiglie, una sorta di tariffa minima per la prima stupidaggine', ha raccomandato il capo dello Stato francese all'indomani dei disordini sociali del 2023, in una logica degna della mafia: un individuo è più obbediente se sa che i propri cari sono minacciati.
Incaricato di perfezionare questo progetto, il Ministro della solidarietà ha promesso di prevedere dei servizi sociali per i 'genitori manchevoli', una sanzione penale accompagnata dalla minaccia di reclusione, in caso di inadempienza.
Mercoledì 20 Marzo, Emmanuel Macron ha convocato d'urgenza tutti i suoi ministri e i leader della sua maggioranza per discutere sulla necessità di ridurre la spesa pubblica. Da diverse settimane il governo sta portando avanti una vera e propria offensiva, con lo slogan “La spesa pubblica è alle stelle”.
Ma non sono stati i lavoratori a beneficiare della generosità dello Stato! Tutti coloro che vivono solo con il loro stipendio, quelli che sono stati privati del lavoro o che devono lavorare con contratti precari, i pensionati che ricevono una misera pensione dopo una vita di lavoro, tutti quanti hanno visto le loro condizioni soltanto peggiorare negli ultimi anni.
Chi ha svuotato le casse dello Stato sono le grandi aziende, che si sono messe in tasca, in tutte le forme possibili, aiuti e sussidi, che ammontano ad almeno 200 miliardi di euro ogni anno. I lavoratori non devono pagare per il deficit e per i debiti contratti a beneficio dei capitalisti. Ma quando i politici al servizio della borghesia dichiarano che “lo Stato deve smettere di essere una pompa di denaro”, come ha recentemente fatto il Ministro dell'Economia, Bruno Le Maire, non è per ridurre i regali versati alle grandi aziende e ai più ricchi.
Il governo francese ha appena decretato una riduzione del bilancio di 10 miliardi di euro per questo anno e ha annunciato che altri 20 miliardi dovranno essere risparmiati nel 2025. Questi “risparmi” saranno nuovi sacrifici e attacchi contro la classe lavoratrice.
Con la fine della pausa invernale, la fondazione Abbè-Pierre stima che 140mila persone rischiano di ritrovarsi per strada dopo un anno, il 2023, in cui gli sfratti avevano già raggiunto un record. Il rischio di perdere la casa colpisce sempre più lavoratori, i cui salari non sono più sufficienti a pagare tutte le bollette.
Mercoledì 27 Marzo il Primo ministro, Gabriel Attal, ha annunciato di voler accelerare la futura riforma dell'assicurazione contro la disoccupazione, per applicarla dall'autunno. L'obiettivo di Attal sarebbe quello di ridurre la durata dell'indennità da 18 a 12 mesi, ed eventualmente aumentare l'orario di lavoro necessario per averne diritto.
Il Governo sta demolendo il diritto alla salute dei lavoratori. Dal 31 Marzo il costo vivo per scatole di medicinali è aumentato da 50 centesimi a 1 euro, come per le procedure paramediche. Raddoppiate anche le franchigie mediche per il trasporto sanitario, che salgono a 4 euro a viaggio. Queste misure rappresentano 800 milioni di euro all'anno, pagati direttamente dalla popolazione. Le famiglie della classe lavoratrice dovranno rinunciare alle cure essenziali a causa della mancanza di mezzi.
Quando il Ministro della salute parla della modifica del sistema di gestione delle malattie croniche e delle condizioni di rimborso del trasporto sanitario, riduce l'accesso alle cure per milioni di persone, con conseguenze, a volte, drammatiche.
Mentre le mobilitazioni di insegnanti e genitori denunciano la mancanza di risorse delle scuole pubbliche, la situazione nelle scuole sta per peggiorare ulteriormente. E sarà così anche negli ospedali e nelle case di cura, dove la situazione è già catastrofica, per gli alloggi e per i servizi pubblici essenziali alla popolazione.
In un momento in cui i fallimenti aziendali sono in aumento, i lavoratori sono costretti a fronteggiare anche la riduzione delle prestazioni di sostegno alla disoccupazione. Il governo francese si prepara a lanciare un'offensiva su larga scala, che colpirà pesantemente le condizioni di lavoro e di vita di milioni di proletari.
Intanto la classe capitalista continua a diventare sempre più ricca. Le Società CAC 40, le più potenti del Paese, hanno annunciato oltre 150 miliardi di utili nel 2023, un record battuto per il terzo anno consecutivo. Questo non è il momento dell'austerità per il mondo delle grandi aziende e dei loro Amministratori delegati ben pagati, come quello di Stellantis, Carlos Tavarez, che riceve 100.000 euro al giorno.
I capitalisti stanno facendo una montagna di profitti, aggravando lo sfruttamento dei lavoratori, abbassando i salari, e grazie ai miliardi di euro di denaro pubblico. Il Governo sostiene che non ci sono più soldi per pagare gli operatori delle ambulanze, per rimborsare le cure mediche, ma trova miliardi per la guerra. Emmanuel Macron si vanta di aver raddoppiato il budget militare da quando è salito al potere, e chiede agli industriali di pensare ad una economia di guerra. In altre parole, anche in Francia si avranno più cannoni, più missili, ma niente medici, nè letti negli ospedali.
Il capitalismo per fronteggiare la sua crisi economica mondiale e rinviare il suo precipitare, deve sfruttare sempre più la classe lavoratrice e moltiplicare le guerre interimperialiste per il controllo delle materie prime e delle risorse energetiche. In Francia, per la borghesia è importante impedire la formazione di un grande sindacato di classe in grado di unificare le rivendicazioni e le lotte, contro la sottomissione all'interesse nazionale e al bellicismo.
I lavoratori hanno di fronte un capitalismo che, nella fase attuale, riconduce i proletari alla condizione di “senza diritti”. I diritti sociali vanno strappati con la lotta alla classe borghese. Bisogna costruire un grande movimento internazionale del proletariato, indipendente dai padroni e dallo Stato, deciso a lottare solo per gli interessi della classe lavoratrice e contro il bellicismo delle classi borghesi dominanti.

Alternativa di Classe

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