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il ministro Ferrero (PRC) contestato dai Giovani Comunisti alla festa di Liberazione di Brescia

(3 Luglio 2006)

Il ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero, di Rifondazione comunista, è stato interrotto ieri sera alla festa provinciale di Liberazione mentre parlava al dibattito di apertura della kermesse estiva. Un gruppo di ragazzi, aderenti ai "Giovani comunisti" del partito ha infatti portato davanti al palco uno striscione con scritto "Non nel nostro nome" e distribuito un volantino intitolato "Si tratta di guerra! Non si tratta sulla guerra!".

Una delle manifestanti, Giulia, ha quindi preso la parola esponendo il documento approvato all'ultimo congresso dei Giovani Comunisti di Brescia, in cui si chiede ai parlamentari del loro Partito e in particolare a quello eletto nel nostro collegio, Maurizio Zipponi, di non votare il rifinanziamento delle missioni militari all'estero.

Proprio ieri mattina il Consiglio dei Ministri aveva votato all'unanimità un decreto legislativo accompagnato da un disegno di legge che stanzia 488 milioni di euro per mantenere i nostri soldati in una ventina di paesi del mondo, tra cui Iraq (paese dal quale è previsto il ritiro completo durante l'autunno), l'Afghanistan e i Balcani. "Pensiamo che un decreto di rifinanziamento delle missioni militari che non contenga l'esplicito riferimento all'inizio della fase di ritiro delle truppe italiane anche dall'Afghanistan sia semplicemente irricevibile", si legge nel volantino distribuito durante la "contestazione". Il segretario provinciale di Rifondazione, Osvaldo Squassina, ha poi ripreso la parola dal palco ringraziando i Giovani comunisti "per aver portato la loro contestazione all'interno del luogo più consono, la festa del nostro partito". Paolo Ferrero ha ricominciato a parlare, ricordando che è grazie a Rifondazione se i militari italiani in Afghanistan saranno di meno e se dall'Italia non verranno inviati altri aerei da combattimento.

Al congresso dei Giovani comunisti di Brescia, tenutosi lo scorso week end, la maggioranza è andata alla corrente interna Sinistra critica, di ispirazione trotskista, con il 53% dei voti. I rappresentanti di Sinistra critica al parlamento sono il deputato Salvatore Cannavò e i senatori Gigi Malabarba e Franco Turigliatto: tutti e tre hanno annunciato la loro opposizione al rifinanziamento. Le scelte del Governo per farlo passare potrebbero essere quella di chiedere il voto di fiducia, e provare a obbligare i "ribelli" per evitare la caduta del Governo, oppure ottenere i voti di settori del centro destra, tra i quali l'Udc ha già mostrato delle aperture. Il dibattito in Aula sulle missioni militari entrerà nel vivo attorno alla metà di luglio, e sarà allora che il voto dei parlamentari di Rifondazione sarà decisivo, soprattutto al Senato dove la maggioranza di centro sinistra è molto risicata e 8 senatori tra Rifondazione, Verdi e Comunisti italiani hanno annunciato il loro no.

1/7/2006

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